ZTE Italia si aggiudica il premio HR mission 2020 di AIDP nella categoria dedicata all’Innovazione e lo fa evidenziando due concetti chiave per affrontare il periodo di pandemia: il potenziamento tecnologico, già patrimonio di ZTE, e lo smart working.
L’innovazione è stata alla base della riorganizzazione del lavoro in ZTE Italia, in quanto ha permesso di introdurre con efficacia la pratica del lavoro agile. Premessa importante, al fine di preservare da un lato, la continuità del business e dall’altro la tutela della salute dei dipendenti.
“E’ stato sorprendente constatare quanto potenziale tecnologico avessimo pronto da sfruttare e mettere al servizio, nella piena e totale sicurezza informatica, dei nostri dipendenti. Con il supporto di un team di esperti ad interim siamo riusciti a potenziare gli strumenti tecnologici già esistenti che provenivano da casa madre in Cina, – ha dichiarato Gianpiero Tufilli, Chief HR Officer ZTE Italia Group- e a gestire così, con una maggiore facilità, il lavoro da remoto”.
Strumenti che prima della pandemia non erano sfruttati al pieno delle loro capacità, sono diventati quindi dei supporti importanti, come ad esempio la piattaforma iCenter, attraverso la quale ZTE ha potuto: agire ed investire sulle competenze tecniche e comportamentali dei dipendenti andando a definire, strutturare ed organizzare corsi di formazione; avviare uno space virtuale in cui è possibile effettuare conversazioni di gruppo e chat singole; attivare GANTT per una condivisione e valuatazione efficace delle task e dei progetti attraverso il monitoraggio quotidiano dello stato di avanzamento; lanciare contest e sfide divertenti per i dipendenti ZTE di tutto il mondo; avere la piena sincronizzazione con l’agenda digitale e l’e-mail aziendale, consentendo il lavoro da remoto in piena ‘agilità’ e sicurezza; avviare sessioni in video chiamata da ogni parte del mondo, sostenendo oltre 200 connessioni simultanee senza limiti di tempo.
“ iCenter non è stato importante solo per la gestione del lavoro da remoto, ma è stato uno strumento fondamentale anche per far partecipare i dipendenti attivamente alla vita di comunità in un momento dove la distanza e la solitudine la facevano da patrone. Inoltre, abbiamo usato questo tool anche dopo il periodo critico, per la prenotazione del desk in ufficio, al fine di monitorare le presenze fisiche in ufficio e garantire il pieno rispetto del protocollo sanitario – ha concluso Tufilli.”