Nel 2021 la second hand conferma di essere entrata a tutti gli effetti tra i comportamenti di consumo abituali degli Italiani, grazie al boost del digitale che contribuisce a rendere questa forma di compravendita più assimilabile all’esperienza del percorso d’acquisto dell’e-commerce. Sono infatti quasi 23 milioni gli italiani che hanno scelto questa forma di economia circolare e il 66% di chi ha comprato ha guardato alla second hand come primo canale di riferimento, dimostrando, specialmente per le vendite, in crescita rispetto all’anno precedente, di considerare questa modalità come un modo smart di fare spazio, dare valore agli oggetti e guadagnare. Il tutto all’insegna della sostenibilità, che rimane il primo valore di riferimento dell’economia dell’usato.
Queste tra le principali evidenze emerse dall’ottava edizione dell’Osservatorio Second Hand Economy condotto da BVA Doxa per Subito che ha analizzato comportamenti e motivazioni degli italiani rispetto alla compravendita dell’usato.
La second hand in Italia nel 2021 ha generato un valore economico di 24 miliardi di euro, pari all’1,4% del PIL nazionale. La spinta più significativa deriva dal volume degli affari online che costituisce quasi il 50% del totale ed è passato da 5,4 miliardi di euro nel 2014 a 11,8 nel 2021, con una crescita netta di 1 miliardo di euro anno su anno. È quindi proprio grazie all’online che il valore totale della second hand nel 2021 è tornato a livelli pre-pandemia.
La second hand mantiene il terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 per Laureati, Gen Z, 35-44 anni e Famiglie con bambini.
“La second hand economy nel 2021 entra a tutti gli effetti tra le abitudini di consumo degli Italiani, grazie anche al ruolo propulsivo del digitale, che si è evoluto attraverso l’introduzione di servizi sempre più integrati, che consentono di gestire la compravendita totalmente da smartphone, senza muoversi da casa. Subito ad esempio ha sviluppato il servizio Tuttosubito, che permette di comprare e vendere a distanza e in sicurezza, offrendo una customer experience sempre più simile all’e-commerce” ha commentato Giuseppe Pasceri, CEO di Subito. “Siamo quindi orgogliosi di poter contribuire all’evoluzione di questo mercato e di promuoverne i valori in Italia, dove siamo presenti da 15 anni e dove da otto conduciamo questo Osservatorio insieme a BVA Doxa proprio per raccontare valore economico, tendenze e comportamenti di questo mercato così importante per le persone, per il Paese e per il Pianeta”.
La second hand cresce principalmente grazie al digitale perché offre un’esperienza d’acquisto sempre più simile a quella dell’’e-commerce, rispondendo alle mutate esigenze dei consumatori.
Ben il 69% di chi ha comprato e venduto oggetti usati, infatti, lo ha fatto attraverso questo canale perché più veloce, offre una scelta più ampia e consente di fare tutto comodamente da casa.
Dal 2014 al 2021, cresce dal 30% al 70% il numero di chi si rivolge all’online per acquistare mentre chi vende passa dal 45% al 72% attestando una crescita sia in termini assoluti sia di frequenza.
In particolare, nel 2021 l’online supera l’offline anche come canale più utilizzato per l’acquisto, mentre per la vendita era già assestato, e in maniera cross target.
La second hand non è una scelta occasionale o esperienza isolata. La frequenza della compravendita di usato continua a crescere insieme al numero di oggetti comprati e venduti. Dall’Osservatorio emerge che Il 72% di chi ha acquistato e il 69% di chi ha venduto lo fa almeno una volta ogni 6 mesi. Inoltre, il 72% di acquirenti e il 76% di venditori dichiara di avere comprato almeno lo stesso numero di oggetti dell’anno precedente, In pratica una volta scoperto questo mercato e sperimentata l’immediatezza e la facilità di utilizzo, fare second hand diventa una sana abitudineche attraeogni anno nuove persone.
Nel 2021 cresce il numero di chi si rivolge alla second hand per vendere. Dal 2020 infatti, in moltissimi hanno scelto di affidarsi, per necessità o per la maggiore disponibilità di tempo o ancora per le mutate esigenze di vita e del modo di vivere la casa, alla second hand scoprendo così un nuovo modo di liberarsi del superfluo, ma anche una fonte di guadagno extra. In particolare, se si analizza il guadagno di chi ha venduto oggetti usati nell’ultimo anno possiamo parlare di una stima media di 1.121 euro.
Vendere usato sembra essere quindi un comportamento smart, che permette di dare una seconda vita alle cose e di guadagnare, slegato dal pregiudizio del bisogno. Inoltre, grazie all’introduzione delle nuove funzionalità digitali la compravendita si dimostrata comoda, facile, veloce e sicura.
L’Osservatorio prende in esame categorie e oggetti più popolari nella compravendita dell’usato dove in generale vediamo tornare a crescere il volume della compravendita dei Motori di seconda mano, seguito da Casa&Persona ed Elettronica, che mantengono un trend di crescita costante, mentre Sport&Hobby, dopo il boom del 2020 torna ai livelli pre-pandemia per effetto del ritorno alla normalità e del venire meno di specifiche esigenze.
Entrando nello specifico, per quanto riguarda le categorie dove si compra di più online sono: Casa&Persona; Sport & Hobby; Elettronica; Motori.
Nella top 3 dei prodotti più comprati online troviamo: Abbigliamento e accessori; Libri e Riviste; Informatica;
Passando alle categorie di vendita online, troviamo lo stesso podio ma con percentuali differenti: Casa&Persona; Elettronica; Sport & Hobby; Motori.
I primi tre prodotti più venduti online invece sono: Abbigliamento e accessori; Arredamento e Casalinghi; Libri e Riviste.
La second hand conferma il suo terzo posto tra i comportamenti sostenibili più diffusi degli italiani, preceduto sempre dalla raccolta differenziata e l’acquisto di lampadine a LED.
Sul podio dei valori di riferimento associati al mondo dell’usato troviamo: è una scelta sostenibile; permette di dare una seconda vita agli oggetti; è un modo intelligente di fare economia circolare.
Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio che si attesta al primo posto, segue l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso e il podio si chiude con la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia che rende molti oggetti più accessibili.
Perché invece si vende l’usato? Per chi vende la prima motivazione, per ben il 79% degli intervistati, è liberarsi da oggetti che non si usano più, seguita dal riuso e all’essere contro gli sprechi mentre per il 39% dei rispondenti si vende usato per guadagnare.
Nel 2021 le principali motivazioni che hanno portato alla compravendita di usato sembrano essere di ordine pratico, legate al risparmio/guadagno e all’idea di fare spazio. A tale proposito, dopo due anni di forte cambiamento e incertezza, il decluttering assume anche un aspetto “emotivo”, diventando un modo per fare pulizie nella mente e nel cuore, disfandosi di oggetti che ancorano al passato, con benefici in termini di guadagno, leggerezza e proiezione verso il futuro. Nonostante questo, si mantiene comunque salda l’associazione della second hand alla sostenibilità e alla volontà di ridurre gli sprechi. Dopo due anni di incertezze dovute alla pandemia e con una guerra in Europa, le persone ricercano nei consumi e, in particolare nella compravendita di usato, risposte a bisogni pratici forse a discapito dell’aspetto più ludico e gratificante della ricerca del pezzo unico o dello sfizio; inoltre sembrano associare sempre più a questo comportamento valori forti legati al rispetto per l’ambiente e alla consapevolezza del proprio impatto ridotto grazie all’economia circolare.
Lo spaccato locale dell’osservatorio offre alcune novità. Le prime tre regioni che spiccano per volume d’affari troviamo: Lazio, Lombardia, e Campania.
Lombardia e Campania si scambiano di posto con un aumento significativo di valore generato dalla second hand che interessa la prima.
Osservando la classifica delle prime cinque regioni dove si è guadagnato di più della media nazionale di 1.121 euro nel 2021, troviamo: Campania; Veneto; Lombardia; Toscana e Piemonte.