UniTrento “nasconde” le case al terremoto
Un sottomarino è invisibile quando il sonar di una nave che cerca di localizzarlo non registra alcun ritorno di segnale. La ricerca sull’invisibilità elastica è importante nella ingegneria sismica perché rendere un edificio invisibile a un sisma significa proteggerlo. Gli edifici “invisibili” non escono da un film di fantascienza, ma da un laboratorio universitario.
Cosa vuol dire rendere una costruzione “invisibile” alle onde di un terremoto? In che modo si riesce a schermarla e quindi a difenderla? A spiegarlo è Diego Misseroni, ricercatore di Scienza delle Costruzioni del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica di UniTrento, assieme a Davide Bigoni, professore nello stesso dipartimento: «In laboratorio siamo riusciti a rendere un edificio “invisibile” al terremoto: abbiamo realizzato una struttura con alcune aperture che abbiamo rinforzato per renderle invisibili alle vibrazioni, facendo in modo che non disturbino il comportamento sismico della struttura».
Lo studio apre prospettive promettenti per studiare una nuova tipologia di costruzioni antisismiche accomunate dall’essere “impermeabili” alle onde generate da un terremoto, che quindi le attraversa senza distruggerle.
Per questo Diego Misseroni e Davide Bigoni dell’Università di Trento, assieme a Alexander Movchan dell’University of Liverpool, hanno ottenuto la copertina della famosa rivista scientifica britannica “Proceedings of the Royal Society A” con un articolo nel quale descrivono l’invisibilità elastica ottenuta con esperimenti realizzati nell’Instability Lab del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica della Università di Trento.
Il gruppo di ricerca del professor Bigoni non è nuovo a questo genere di riconoscimenti, infatti è la quinta volta negli ultimi cinque anni che viene dedicata la copertina dei “Proceedings” a un lavoro sviluppato dal suo team di ricerca.