TLC: nel 2018 ricavi in calo per gli operatori italiani
L’Area Studi Mediobanca presenta l’indagine annuale sulle TLC relativamente ai maggiori gruppi europei e italiani negli anni 2014-2018 e nei primi 6 mesi del 2019. L’Italia si conferma quarto mercato europeo per dimensioni, dietro a Germania, Regno Unito e Francia. Il settore TLC italiano rappresenta l’1,8% del Pil nazionale e il 5,9% degli investimenti complessivi, senza considerare l’asta per l’assegnazione delle licenze d’uso delle frequenze 5G, che ha comportato introiti per lo Stato italiano per 6,55 miliardi di euro. In un contesto di leggera flessione dei ricavi nel 2018, dovuti al calo della telefonia mobile, a far ben sperare per il futuro sono proprio gli investimenti in infrastrutture, che si avvicinano ai livelli della Germania. È appunto una tedesca, Deutsche Telekom, davanti alla spagnola Telefònica, a guidare la classifica delle TLC europee per fatturato. Più indietro, al sesto posto, TIM, che vanta tuttavia un tasso di investimento industriale sul fatturato da prima della classe, superiore persino ai colossi americani AT&T eVerizon Communications, primi al mondo per ricavi. Nei primi 6 mesi del 2019, infine, l’andamento dei principali operatori italiani è stato altalenante con Fastweb unica compagnia in crescita, oltre alla startup Iliad.
Nell’ultimo anno il mercato delle telecomunicazioni in Italia ha subìto una contrazione dei ricavi del 2%, riconducibile al calo della telefonia mobile dovuto all’abbassamento dei prezzi e alla maggiore competizione nel settore. Ciononostante quello italiano si conferma il quarto mercato per dimensioni in Europa con vendite pari a 31,6 miliardi di euro. La Germania, guida la classifica, davanti al Regno Unito e alla Francia. Alle spalle dell’Italia, invece,la Spagna. Per quanto riguarda le maggiori compagnie di telecomunicazioni europee sul gradino più alto del podio troviamo la tedesca Deutsche Telekom, davanti alla spagnola Telefònica, alla britannica Vodafone e alla francese Orange. La prima italiana, TIM, si colloca al sesto posto con un fatturato di 18,9 milairdi di euro, in calo del 3,3% rispetto al 2017 e dell’11,7% sul 2014. TIM segna, tuttavia, una redditività industriale del 17,5%, inferiore solo a quella di Telenor e di Swisscom. Telenor segna l’incidenza migliore anche in termini di risultato corrente e risultato netto. Per quanto riguarda il risultato netto cumulato nel periodo 2014-2018, in testa si colloca Telefònica, che stacca di poco Deutsche Telekom e BT Group. TIM si posiziona al settimo posto avendo accumulato utili per 2,8 miliardi di euro, di cui 2,1 miliardi di euro ottenuti dalla controllata brasiliana. La britannicabVodafone Group guida la classifica degli operatori europei con maggiore proiezione estera con una quota di fatturato realizzato all’estero pari all’84,9%. Seguono la norvegese Telenor e la spagnola Telefònica. Le 10 compagnie europee più importanti fatturano all’estero mediamente il 47,6% del totale. Sotto la media TIM, con una quota del 24,1%, di cui 23% in Brasile. Circa il profilo patrimoniale, Vodafone ha la maggiore solidità finanziaria, con debiti finanziari sul patrimonio netto pari all’86,4%, mentre per TIM l’incidenza è più elevata, ma comunque in riduzione rispetto al 159,4% del 2014. Valori simili per Telenor e Deutsche Telekom, mentre Telefónica segna la leva più elevata. TIM primeggia, invece, in quanto a investimenti industriali sul fatturato, con un 34,7% nel 2018 che la pone al primo posto davanti a Telenor e Altice Europe. Sempre nel 2018 gli investimenti industriali di TIM sono stati pari a 6,5 milirdi di euro.
Cosa accade nei primi 6 mesi del 2019? Il fatturato aggregato dei principali operatori telefonici europei è cresciuto del +1,5%. Aumentano, in particolare, i ricavi di Deutsche Telekom, Telenor eOrange, mentre sono in calo quelli di Telefònica, Vodafone Group e Telecom italia.
Nel 2018 il settore delle telecomunicazioni ha rappresentatoin Italia l’1,8% del Pil, il 2,4% della spesa delle famiglie e il 5,9% degli investimenti complessivi. Proprio gli investimenti, cresciuti del 17%, toccano quota 8,4 miliardi di euro e fanno ben sperare, specialmente se confrontati con i 9 miliardi di euro della Germania che però ha un fatturato quasi doppio rispetto a quello italiano. Significativa, da questo punto di vista, l’accelerazione del processo di infrastrutturazione relativo ai servizi ultrabroadband e l’avvio delle operazioni propedeutiche al lancio della rete mobile 5G. Rispetto al 2017 i ricavi in Italia sono diminuiti del 2% nel 2018, attestandosi a quota 31,6 miliardi di euro e interrompendo il seppur debole trend positivo avviato nel 2016. Ad influenzare i risultati è soprattutto la telefonia mobile, con ricavi in calo del 5,3% per effetto principalmente di prezzi discendenti nel contesto di una più marcata pressione competitiva. La telefonia fissa, invece, è in crescita, complice il miglioramento nel mix della velocità degli accessi broadband. La contrazione dei ricavi per l’intero settore e per la telefonia mobile e la tenuta per quella fissa si confermano anche nel quinquennio 2014-2018. Anche quest’anno la classifica dei principali player del nostro Paese è dominata da TIM, con un fatturato di 18,7 miliardi di euro, nonostante il calo del 4,2% rispetto al 2017. Si conferma al secondo posto Vodafone Italia, seguita daWind Tre. In evidenza Fastweb, l’unica compagnia a veder crescere il proprio fatturato sia nel 2018 che negli ultimi cinque anni. La maggiore contrazione del fatturato la registra Tiscali.
Capitolo redditività industriale nel 2018: svetta TIM, seguita da Wind Tre e Vodafone. Sempre TIM al primo posto per risultato corrente, che supera di poco sia Vodofane che Wind Tre. Grazie a plusvalenze Tiscali è top performer in quanto a risultato netto, indice che registra invece l’arretramento di TIM, passata dal 5,8% al -7,6%. Fastweb al top per tasso medio di investimenti nel quinquennio 2014-2018. Dal 1999, data di fondazione della società, ha investito nella propria infrastruttura di rete fissa, estesa per 50,5 mila km, oltre 10 miliardi di euro. Rispetto al 2018, invece, è Vodafone Italia ad aver investito la maggiore quota di ricavi, seguita ancora da Fastweb e Wind Tre. Gli investimenti industriali nel 2018 sono influenzati dagli esiti dell’asta per l’assegnazione delle frequenze 5G, che ha comportato introiti per lo Stato italiano per 6,55 miliardi di euro. Cosa accade nei primi 6 mesi del 2019? La dinamica dei ricavi dei principali operatori è altalenante: sale Fastweb +3,8%, ma scendono Wind Tre, TIM, Vodafone e Tiscali. Negativo l’andamento dei ricavi della telefonia mobile per i tre principali gruppi, in calo di oltre 600 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2018; quelli di Iliad passano invece dai 55 ai 177 milioni nel giugno 2019.
L’Italia è uno dei Paesi con la più elevata penetrazione della fonia mobile, dietro solo a Russia e Svezia. In miglioramento anche il dato del 4G: nel dicembre 2018 il 65% circa delle sottoscrizioni complessive è dotato, infatti, della tecnologia di trasmissione dati di quarta generazione. È ancora bassa, invece, la diffusione di linee fisse broadband con 28 connessioni ogni 100 abitanti rispetto alle 44 per l’Olanda e alle 43 per la Francia. Migliora il dato della copertura in modalità FTTH, con il 23,9% delle abitazioni italiane raggiunte. L’Italia eccelle poi nella sperimentazione del 5G, al secondo posto in Europa alle spalle della Finlandia, e migliora nella connettività e nei servizi pubblici digitali, anche se sono lenti i progressi nella connettività superveloce. La copertura ultraveloce è del 45,1% delle linee italiane, in forte aumento rispetto al 2,8% del 2014 ma ancora molto distante da Paesi come Germania e Spagna. Per quanto concerne le quote di mercato nel mobile, TIM è il primo operatore, davanti a Vodafone Italia, Wind Tre, PosteMobile e Iliad. Nel fisso al primo posto c’è sempre TIM al 48,1%, seguita da Vodafone Italia, Wind Tre, Fastweb, Linkem e Tiscali.
TIM detiene la maggiore quota di mercato anche nella banda larga. Inseguono Vodafone, Fastweb, Wind Tre, Linkem e Tiscali.
Nel 2018 si conferma il primato del mercato statunitense delle telecomunicazioni a 294 miliardi di euro, seguito dall’Europa e dall’inarrestabile Cina. In corso un ulteriore consolidamento nel settore mobile USA nel 2019 con la fusione dei colossi T-Mobile US e Sprint. Un’americana guida la classifica dei primi tre operatori internazionali nel 2018: AT&T con ricavi appena inferiori ai 150 miliardi di euro, seguita dalla connazionale Verizon Communications con 114 miliardi e dalla giapponese NTT, che scalza dal terzo posto la cinese China Mobile. Stabile al sedicesimo posto TIM con 18,7 miliardi di euro. Nel 2018 i margini industriali più elevati sono stati realizzati da Verizon Communications, seguita dalla giapponese KDDI, da Telecom Italia e da China Mobile. TIM è il maggior operatore mondiale quanto a tasso di investimenti industriali sul fatturato.