TIM: approvata l’Informativa Finanziaria al 30 settembre 2022
Il Consiglio di Amministrazione di TIM ha approvato l’Informativa Finanziaria al 30 settembre 2022.
I risultati di Gruppo nel terzo trimestre, durante il quale è proseguita l’azione di stabilizzazione e di rilancio del business domestico e l’accelerazione dello sviluppo di TIM Brasil, sono pienamente in linea con i target per l’esercizio 2022 che erano stati in parte rivisti al rialzo lo scorso agosto.
In particolare, rispetto al terzo trimestre 2021, a livello di Gruppo i ricavi totali sono in crescita dell’1,1% anno su anno a 4 miliardi di euro, i ricavi da servizi aumentano per il secondo trimestre consecutivo grazie al contributo positivo sia del Business Domestico sia del Brasile. In Italia è proseguita la strategia di posizionamento premium ‘Value vs. Volume’ che ha visto limitare al massimo le attività promozionali e che ha contribuito a una maggiore razionalità del mercato sia fisso sia mobile, in Brasile è proseguita l’integrazione degli asset di Oi e la strategia di crescita organica nel fisso.
L’EBITDA di Gruppo rallenta la crescita negativa, nonostante il trimestre luglio-settembre 2021 avesse beneficiato di partite non ricorrenti. In particolare, l’EBITDA della Business Unit Domestic è stato pari a 1,1 miliardi di euro e quello di TIM Brasil è risultato pari a 0,5 miliardi di euro. La flessione dell’EBITDA organico della Business Unit Domestic oltre che alla riduzione dei ricavi, è legata alla crescita dei costi operativi, dovuta principalmente a un aumento dei costi del personale, che nel terzo trimestre 2021 erano stati influenzati da benefici che non si sono ripetuti nell’esercizio corrente nonché da un maggior numero di giornate di solidarietà.
L’EBITDA After Lease si è attestato a 1,3 miliardi di euro: 1,0 miliardi di euro a livello di Business Unit Domestic e 0,3 miliardi di euro per TIM Brasil.
Nel corso del trimestre sono inoltre proseguite le azioni di contenimento dei costi volte ad aumentare il livello di efficienza strutturale di TIM Domestic. Al 30 settembre, la riduzione dei costi operativi rispetto al trend inerziale è stata pari a circa 270 milioni di euro, il 90% circa del target fissato per il 2022.
È inoltre proseguita l’attenta gestione del rischio legato alla crescita dei costi dell’energia che consentirà di limitare l’impatto atteso per l’intero esercizio 2022 a una crescita ‘mid single digit’ e che prevede delle azioni di contenimento dei consumi nel corso del 2023 a fronte dell’incremento previsto per l’espansione della rete e dei Data Center.
L’indebitamento finanziario netto after lease al 30 settembre 2022 si attesta a 20,1 miliardi di euro, in aumento di 2,5 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre 2021. L’indebitamento finanziario netto è pari a 25,5 miliardi di euro, in aumento di 3,3 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre 2021.
A supporto della propria posizione di liquidità, nel mese di agosto TIM ha incassato 1,3 miliardi di euro dalla cessione della quota indiretta in Inwit e nel mese di luglio 2 miliardi di euro relativi al finanziamento sindacato con primarie banche nazionali ed internazionali che beneficia della garanzia SACE.
L’Equity free cash flow dei nove mesi è negativo per 235 milioni di euro su base after lease.
Sul fronte delle iniziative strategiche, di seguito un aggiornamento del piano presentato lo scorso 7 luglio in occasione del Capital Market Day, che ha come obiettivo il superamento dell’integrazione verticale attraverso la separazione degli asset infrastrutturali di rete fissa dai Servizi e la riduzione dell’indebitamento attraverso operazioni di trasferimento e valorizzazione di alcuni asset.
TIM Consumer ha registrato ricavi totali e ricavi da servizi in calo rispettivamente del 9,6% e del 7,4% anno su anno nei nove mesi, con un miglioramento nel terzo trimestre.
Positivo l’andamento dei trend operativi nel trimestre, con un tasso di disattivazione dei clienti in netto calo sul fisso e sul mobile, dove ha registrato il livello più basso di sempre.
Sono proseguite le iniziative volte a implementare la strategia di posizionamento premium ‘Value vs. Volume’, tra cui il lancio di un nuovo portafoglio di offerta che include la prima connessione a 10 Gbps disponibile sul mercato italiano e il re-pricing selettivo della customer base fissa e mobile, con un beneficio atteso di circa 50 milioni di euro a regime. Mentre le attività di re-pricing proseguiranno nei prossimi trimestri, entro fine anno sarà introdotto nei nuovi contratti un meccanismo di indicizzazione dei prezzi all’inflazione.
TimVision, nel terzo trimestre, ha registrato una crescita nel numero complessivo dei clienti e di quelli che hanno sottoscritto il pacchetto Calcio, nonostante la rinuncia da parte di TIM all’esclusiva nella distribuzione della Serie A a seguito della rinegoziazione dell’accordo con DAZN.
TIM Enterprise nei nove mesi ha confermato una crescita superiore a quella del mercato con un incremento dei ricavi totali e dei ricavi da servizi rispettivamente del 5,9% e dell’8,8% anno su anno.
Nel loro complesso, i servizi ICT hanno generato il 56% dei ricavi complessivi rispetto al 51% nei primi nove mesi del 2021.
Migliora ulteriormente la visibilità sulla crescita futura che sarà trainata, tra gli altri, dal contributo del Polo Strategico Nazionale, dalla recente aggiudicazione delle gare ‘Scuole Connesse/Sanità Connessa’, dalle trattative in corso per un valore complessivo di 0,6 miliardi di euro e dai contratti con le Pubbliche Amministrazioni in corso di attivazione per un valore complessivo di 1,1 miliardi di euro.
NetCo ha riportato ricavi totali e ricavi da servizi in calo rispettivamente del 4,8% e del 3,8% anno su anno nei nove mesi, con un miglioramento nel terzo trimestre. La riduzione è dovuta principalmente a transazioni one-off contabilizzate nel primo semestre dell’anno scorso che hanno avuto un impatto di circa 3,2 punti percentuali sulla riduzione dei ricavi totali e di 1,7 punti percentuali su quella dei ricavi da servizi.
Al 30 settembre, NetCo gestiva 16 milioni di accessi fissi con una quota di mercato dell’82% e una copertura in FTTx superiore al 94% delle linee attive. Le unità tecniche raggiunte con tecnologia FTTH erano 7,2 milioni, pari a una copertura di circa il 29%, in crescita di 4 punti percentuali rispetto a fine 2021.
Nel mese di ottobre AGCom ha avviato una consultazione pubblica volta a stabilire i prezzi regolati nel mercato Wholesale per il 2023. Le nuove tariffe, che prevedono una riduzione per i servizi di accesso in fibra e un aumento per quelli in rame, puntano a incentivare la migrazione alla fibra e a ridurre il significativo gap tra i prezzi regolamentati per il rame nel mercato italiano rispetto ai principali paesi europei.
Sempre nel mese di ottobre, AGCom ha approvato l’avvio di un market test della durata di 30 giorni sul meccanismo di indicizzazione dei prezzi introdotto da TIM nell’ambito dell’Offerta di coinvestimento.
Infine, per quanto riguarda il processo di integrazione delle reti di TIM e Open Fiber, lo scorso 29 ottobre TIM ha reso noto di aver siglato con CDP Equity, società interamente partecipata da Cassa Depositi e Prestiti, Teemco Bidco S.à.r.l., società lussemburghese controllata da uno o più fondi gestiti da Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P., Macquarie Asset Management e Open Fiber un accordo di modifica del protocollo di intesa non vincolante relativo al progetto di integrazione tra le reti di TIM e Open Fiber, sottoscritto lo scorso 29 maggio, che ne proroga l’efficacia al 30 novembre 2022, fatta eccezione per gli obblighi di esclusiva che vengono meno a far data dal 31 ottobre.
TIM Brasil ha registrato nei nove mesi ricavi totali e ricavi da servizi in crescita rispettivamente del 18,5% e del 18,4% anno su anno e un EBITDA in aumento del 16,2% anno su anno. Nel terzo trimestre si è riscontrata un’ulteriore accelerazione nella crescita dei ricavi da servizi, dell’EBITDA e della generazione di cassa operativa grazie a una solida performance organica e agli asset di Oi che, essendo stati integrati a partire da maggio, per la prima volta hanno contribuito per un intero trimestre.
Numerosi i fattori che hanno sostenuto la performance, tra cui l’integrazione degli asset mobili di Oi che procede in linea con le aspettative e la riduzione della tassa ICMS che sta sostenendo la domanda dei consumatori finali.
Nel terzo trimestre il tasso di abbandono nel segmento mobile si è portato ai livelli più bassi degli ultimi 16 anni ed è migliorato anche nel fisso.
Il numero complessivo delle linee mobili di TIM si è attestato a 30,5 milioni, in crescita rispetto al trimestre precedente di 88 mila unità. In un mercato che rimane competitivo nella parte a minor valore, prosegue il trend di stabilizzazione della base clienti: nella ‘mobile number portability’ TIM registra il miglior risultato tra gli operatori infrastrutturati con un saldo netto pari a -42mila linee. Al tempo stesso il settore vede il flusso delle portabilità ridursi complessivamente di oltre il 5% anno su anno, a dimostrazione del raffreddamento della competizione nella parte a maggior valore.
Pur in assenza del piano voucher per i clienti Consumer che aveva avuto un impatto positivo anche sulle performance del terzo trimestre 2021, l’andamento delle linee fisse è in miglioramento rispetto ai trimestri precedenti. In aumento del 6,2% anno su anno il ricavo medio dei clienti retail. Nel terzo trimestre sono state attivate oltre 100mila nuove linee retail e wholesale a banda ultralarga, raggiungendo 10,5 milioni di unità con un incremento di oltre l’8% anno su anno.