Magistrale interpretazione da parte di un ipnotico Anthony Hopkins in The Father, nel ruolo di un uomo in lotta tra le rovine della sua mente
The Father racconta di Anthony (Anthony Hopkins), che rifiuta categoricamente di lasciare il suo appartamento nonostante il peso dell’età inizi a farsi sentire. Mentre cerca di dare un senso alla situazione che si trova a vivere, inizia a dubitare dei suoi cari, della sua mente e persino del tessuto della sua realtà.
Era il 2012 l’anno in cui il drammaturgo francese Florian Zeller mise in scena per la prima volta la sua pièce intitolata Il padre. Dal debutto a Parigi l’opera acquisì presto un notevole successo internazionale grazie all’adattamento in lingua inglese di Christopher Hampton, noto sceneggiatore che nel 1989 vinse l’Oscar per il suo (ottimo) lavoro con Le relazioni pericolose di Stephen Frears.
Nel 2015 Philippe Le Guay aveva già portato sul grande schermo il soggetto del lavoro di Zeller con Florida, ma tutta la potenza del testo originale non era sfruttata a pieno: la si ritrova, invece, in questo lungometraggio successivo, adattato per il cinema dagli stessi Hampton e Zeller, con quest’ultimo che ha anche esordito come regista dietro la macchina da presa.
La forza di questo film non sono soltanto i toccanti dialoghi e il lavoro del cast, ma anche il saper sfruttare al meglio il linguaggio (e il montaggio) cinematografico per dare vita a un vero e proprio incubo a occhi (forse) aperti, dove lo spettatore si ritrova a prendere il punto di vista di un uomo anziano sofferente di demenza senile. Quello proposto qui da Zeller è un viaggio terrificante negli abissi della mente umana, capace di scuotere ed emozionare allo stesso tempo.
Un film che sa giocare bene col fuori campo, con le aspettative del pubblico e con i nostri timori più reconditi, descritti in un prodotto sempre credibile e crudelmente realistico. Strepitosa prova di Anthony Hopkins, ma tutto il resto del cast è pienamente all’altezza.
Vincitore del Premio del pubblico del Festival di San Sebastián e di numerosi altri riconoscimenti importanti, tra cui due Oscar: miglior sceneggiatura non originale e miglior attore protagonista.
Trama e recensione artistica a cura di LongTake
The Father – Video & Audio
The Father è stato girato interamente digitale con Sony CineAlta Venice a risoluzione nativa 6K, si è poi giunti a un master 4K. Peccato per l’assenza di un’edizione UHD, ma questa Full HD/2K è tecnicamente eccellente sotto tutti i punti di vista. Formato immagine originale 2.39:1 (1920 x 1080/24p), codifica AVC/MPEG-4 su BD-50 doppio strato.
Immagini di caratura, solidità, dettaglio anche in secondo piano e una costante ricchezza cromatica. Neri profondi e nessun accenno di banding nonostante l’elaborazione 8 bit/SDR, come sempre accade con un disco Blu-ray Full HD.
Risultato da riferimento anche per l’audio con tracce DTS-HD Master Audio 5.1 canali italiano e inglese sempre 24 bit, restituendo una scena sonora ricca e capace di porre l’accento al minimo elemento sonoro. I passaggi musicali, alcuni effetti o la semplice rottura di una tazza che colpisce il pavimento dimostrano il livello di dinamica e sensibilità. Tutta da ascoltare la traccia originale per cogliere le diverse sfumature dai dialoghi.
Come extra brevi riflessioni di parte del cast (Hopkins, Zeller e Colman) sul proprio ruolo; la Colman, Hopkins, il produttore e il regista danno il proprio parere sulla realizzazione del film e cosa può aspettarsi il pubblico. Si tratta di 4 clip da poco meno di 60” secondi l’una + il trailer italiano. Sottotitoli in italiano. La pubblicazione statunitense offre ulteriori approfondimenti, incluse scene tagliate dal montaggio finale.