A fine 2022 erano 14.262 le startup innovative in Italia: di queste, il 27,5% ha sede in Lombardia e il 76,7% è attiva nei servizi alle imprese.
Ma quante di queste sono “green” e quali strategie adottano? Alla domanda ha risposto una ricerca, appena rilasciata, di B-PlanNow, acceleratore di startup per progetti in fase di avvio con un approccio unico e coerente.
L’indagine ha rivelato come al momento in Italia esistano circa 370 startup a vocazione totalmente “green”. I settori più presidiati sono “Agritech & Food” ed “Energia”. Seguono Industria, Mobilità Sostenibile e Riciclo, più indietro Real Estate e Climate Monitoring.
La percentuale delle startup a vocazione sostenibile non raggiunge il 3% del totale, ma ha subito una crescita ed un’accelerazione notevole rispetto all’anno precedente: tra i motivi, l’incremento degli investimenti in sostenibilità, solo in Italia negli ultimi anni parliamo di circa 700 milioni di euro raccolti.
A livello territoriale, le startup “greentech” primeggiano in Lombardia, Lazio e Piemonte, la città principe è Milano, seguita da Roma e Torino.
Gli investimenti in startup greentech italiane provengono, per l’87%, da fonti nazionali: i capitali stranieri incidono ancora troppo poco e la quota pro-capite ci pone peraltro al penultimo posto dietro la Grecia, con solo 3.5 euro; Germania e Francia nel 2022 hanno investito rispettivamente 30 e 40 euro per capita.
Negli ultimi 12 mesi, due terzi degli investitori hanno richiesto maggiori dettagli sulle credenziali di sostenibilità delle startup in cui stanno investendo.
A livello europeo, oltre la metà degli investitori sostiene di aver rifiutato un’opportunità di investimento in una startup negli ultimi 12 mesi a causa di preoccupazioni rispetto alle credenziali di sostenibilità dell’azienda.
“Analizzando i dati dell’ultimo State of Climate Tech Report di PricewaterhouseCoopers – spiega Nicola Zanetti (nella foto), CEO e founder di B-PlanNow – notiamo come la crescita del capitale investito in startup green a livello globale abbia superato il 200% tra 2020 e 2021, toccando gli 87 miliardi di dollari. In Italia non abbiamo questi numeri ma possediamo un ecosistema giovane e con grandi possibilità”.
La Ricerca mostra anche in quali ambiti le startup greentech italiane reinvestano i fondi ottenuti: al primo post troviamo, senza sorprese, la Ricerca & Sviluppo, seguita dal Marketing.
“La nostra ricerca – conclude Zanetti – evidenzia i passi ancora da compiere per l’ecosistema greentech italiano, soprattutto sul fronte della raccolta di capitali. In B-PlanNow abbiamo una Unit dedicata proprio a questo e ci adoperiamo su tantissimi fronti, dalle fasi early a quelle più mature”.