Nell’ultimo anno, complici le nuove abitudini dovute all’emergenza sanitaria, è aumentato l’impegno maschile nelle attività domestiche. Analizzati tre Paesi, l’italiano si conferma quello che si è impegnato di più. Secondo una ricerca condotta su un campione di circa 3.000 utenti commissionata a MPS Evolving Marketing Research da Polti, l’incremento è visibile in tutti i tre ambiti analizzati, ovvero pulizie, bucato e stiro.

Per quanto riguarda le pulizie, gli italiani, che partivano parecchio indietro rispetto ai colleghi spagnoli e francesi, si sono riscattati perché hanno fatto registrare l’incremento maggiore nello svolgere  le diverse faccende di casa, rispetto al +9% dei colleghi spagnoli e al +3% dei francesi.

“ L’Europeo sembra dunque aver compreso l’importanza di certi protocolli – commenta lo psicologo Daniele Marchesi -. Qui si parla di una necessità reale. Un comportamento controllato di ordine e igiene è un’attività che permette il rilascio di un ormone molto importante come la serotonina, che provoca senso di rilassamento e piacere. Le condizioni dettate dal Covid-19 hanno determinato sicuramente squilibri umorali a tutti noi. Quale arma migliore, dunque, quando il mondo è confuso, se non pulire e riordinare il proprio spazio? ”.

Anche lavare i panni è un atto che produce serenità. Riguardo a questa pratica, l’uomo europeo ha mostrato un aumento in tutte le tre nazioni oggetto dell’analisi. Anche in questo ambito gli italiani hanno compiuto il cambiamento più notevole, con un raddoppio secco, dal misero 27% del 2019 al ben più degno 55% del 2020. Meno evidente, invece, lo scostamento degli spagnoli, passati dal 64% del 2019 al 71% del 2020, con un aumento pari al 7%. Slancio ancor più flebile per i monsieur, passati dal 65% al 67%.

“Lavare, oltre che avere funzionalità pratiche evidenti a tutti, è come donare vita nuova a ciò che abbiamo tra le mani – spiega Marchesi -. In un certo senso è come redimere ciò che per la nostra mente è sgradevole. Un panno ben lavato è bello da vedere, piacevole al tatto, con un profumo che ci può dare serenità, e sappiamo quanto il profumo sia legato alla memoria e produca un recupero delle informazioni mnemoniche rapidissimo ”.

Infine lo stiro, ambito in cui lo scostamento è stato molto evidente in Italia, minimo in Spagna e piccolo in Francia. Se gli uomini italiani che stirano oggi sono il 40% contro il 26% del 2019, gli spagnoli sono rimasti tali, e i francesi sono aumentati del 4% dal 41% del 2019. “Stirare comporta la sparizione di pieghe sgradevoli anche alla vista in un’immagine di liscio perfetto e armonico. Il senso di piacevolezza che ne risulta dipende dal risultato ottenuto e dalla consapevolezza di essere stati noi a produrlo – commenta lo psicologo -. Distogliendo l’attenzione dal nostro stress esterno, inoltre, il tempo scivola e ci permettiamo di vivere uno stato di benessere generale ”. Come ultima dimensione, che fa ancora una volta vedere un miglioramento dell’italiano per l’impegno, osserviamo una diminuzione del 17% degli uomini che non si occupavano di nessuna faccenda, decremento molto maggiore rispetto alle altre due nazioni: gli spagnoli sono passati dal 21% al 14%, i francesi dal 13% all’11%.  

“Le statistiche parlano chiaro: una variazione così ampia e sempre in positivo denota una coscienza di ciò che è successo e di ciò che si può fare – conclude Marchesi -. In Italia siamo sempre stati bravi a fare molte cose, forse siamo lenti, forse siamo pigri, ma nella necessità sappiamo fare fronte comune e questo non è la psicologia che lo insegna, ma la storia”.

Ordine, piacevolezza e benessere: sembrano essere dunque questi gli stati mentali provocati dalle faccende domestiche in tempo di pandemia. Resta da sperare che rimangano come buona abitudine, unitamente alla consapevolezza di quanto sia fondamentale la collaborazione, non in un’ottica di “dare una mano”,  ma proprio di condivisione dei compiti.

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