Il vinile. Quanto di più naturale ed analogico possa esistere. Nel tempo del digitale, del tutto e subito, della velocità, la lenta rotazione del disco incanta qualsiasi generazione. La copertina, poi, tattile e materica, che ci accompagna nell’ascolto con il suo inconfondibile profumo. Il lato A e poi bisogna alzarsi, richiamati dal rumore ripetitivo della testina nel fine disco. Quello spillo grigio che affascina, che sembra volare sul vinile accarezzandolo sinuosamente. La catasta di dischi davanti, e mentre ascolti quel suono morbido, avvolgente, già pensi a quale sarà il prossimo album, la successiva traccia, sentendoti avvolto dal suono.
Il mercato dei vinili è in netta crescita e non lo dicono solo i numeri “reali”, quelli delle nuove uscite, ma le statistiche da bancarella, da mercato della Domenica, che vedono un netto aumento del costo dei dischi usati e una sempre maggiore presenza di punti vendita. Per non parlare del collezionismo: le prime stampe, i dischi rari, le copertine, i Picture Disc, ce n’è per tutti i gusti e per ogni palato.Ma troppi scrocchi e fruscii danno fastidio, e l’unico antidoto è quello di pulire i dischi, in modo da eliminare la polvere e il grasso che si sono stratificati nel tempo. Il suono tornerà limpido e si elimineranno buona parte dei disturbi. Ci sono tante macchine lavadischi, che utilizzano metodi diversi di pulitura, ma la più “analogica” tra tutte è senza dubbio la Spin Clean MK II di Pro-Ject, completamente manuale ma in grado di pulire entrambi i lati contemporaneamente e rispettando l’etichetta, che non verrà bagnata dal liquido di pulizia. Semplice nell’utilizzo e affidabilissima, che utilizza detergente molto leggero e quindi che non rovina la preziosa superficie del disco. Viene fornita a corredo con una coppia di panni per l’asciugatura, un flacone di liquido, feltri e gommini.