Grande successo per gli studenti del corso di laurea in Disegno Industriale e Ambientale dell’Università di Camerino all’edizione nazionale 2019 del James Dyson Award, il concorso internazionale di progettazione e design, giunto quest’anno alla sua quindicesima edizione, che premia le idee che propongono soluzioni innovative a problemi reali.

Il podio è tutto “targato” Unicam! Il vincitore ed i due finalisti della fase nazionale del concorso, nonché la menzione speciale assegnata quest’anno della giuria, sono infatti tutti progetti di gruppi di studenti Unicam della sede di Ascoli Piceno, sviluppati nell’ambito dei Laboratori di Disegno Industriale 3A e 3B coordinati dai professori Lucia Pietroni, Marco Elia, Jacopo Mascitti, Daniele Galloppo, Alessandro Di Stefano, in cui si è adottato il Concorso Internazionale James Dyson Award come tema progettuale e didattico.

La giuria ha decretato vincitore il progetto Stay Lock, ideato dal team composto dagli studenti Laura Everard Weldon, Lorenzo Bellini, Daniele Bonfini e Riccardo Spinozzi: si tratta di un supporto indossabile per gli zaini dei rider impegnati nella consegna di pasti a domicilio, pensato per bloccare il contenitore per le consegne e dotato di una fascia elastica che si regola intorno alla vita. L’obiettivo è la sicurezza dei rider attraverso la migliore distribuzione del peso dello zaino e la riduzione di ogni tipo di sbilanciamento.

Finalisti italiani sono invece i progetti Heromed, realizzato dagli studenti Marta Leita, Giulia Paradisi, Martina Rosselli, ed il progetto KEA, realizzato dagli studenti Gaia Caporaletti, Lucrezia Miandro, Marco Monaldi, Mattia Tisi. La menzione speciale è stata invece assegnata al progetto Nemo degli studenti Marco Marini, Dario Mecozzi, Simone Speca, Zixin Zheng.

Heromed si compone di due parti: la casacca e l’armatura. La prima è il supporto al dispositivo medico indossabile per l’alimentazione artificiale dei bambini in ricovero ospedaliero e presenta un’apertura frontale in cui sono contenuti gli strumenti necessari alla terapia. È realizzata in cotone, un materiale resistente ai cicli di sterilizzazione ospedaliera e riutilizzabile da più pazienti. L’armatura in polpa di cellulosa funziona da protezione per il meccanismo di infusione e può essere personalizzata dal piccolo paziente con disegni colorati, scritte, adesivi.

Kea è un sistema di immobilizzazione temporanea delle articolazioni pensato per escursionisti, scalatori e atleti in genere. Il dispositivo è pensato per le principali articolazioni a rischio infortunio – ginocchio, gomito e caviglia – e, attraverso il gonfiaggio e lo sgonfiaggio delle camere d’aria, si adatta all’articolazione coinvolta nell’incidente e la immobilizza. In caso di infortunio è sufficiente posizionare KEA sulla parte interessata, stringere la chiusura per farla aderire all’articolazione e premere l’apposita valvola per gonfiare il sistema fino all’immobilizzazione. In caso di fratture e distorsioni KEA immobilizza l’articolazione interessata, consentendo così alla persona di poter raggiungere in sicurezza il primo punto di soccorso disponibile.

Nemo, infine, è un ausilio disegnato per gli utenti one arm per consentire loro di nuotare agevolmente e correttamente. Grazie a uno studio incentrato sulla fluidodinamica delle forme e sulle misure antropometriche, Nemo compensa l’arto mancante in acqua, equiparando l’ingombro e l’idrodinamicità dell’arto funzionante.

“Iniziative come quella del James Dyson Award – sottolinea la prof. Lucia Pietroni, docente della Scuola di Architettura e Design di Unicam – rappresentano un’occasione importante per i nostri studenti perchè li stimolano a riflettere sull’innovazione responsabile e sostenibile e sulle problematiche della società contemporanea alla cui risoluzione la progettazione e il design possono concretamente contribuire. L’award stimola quanti partecipano a fare un’attività di “problem setting” oltre che di “problem solving”, chiedendo di analizzare, comprendere e definire i problemi e le esigenze della società per poi sviluppare soluzioni e prodotti innovativi, intelligenti, facili da usare: in questo senso rappresenta un ponte tra università e ricerca da una parte e mondo del lavoro e della produzione dall’altra.”

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