Italiani e produttori di smartphone: un rapporto che non è proprio sempre rose e fiori. È questo il trend evidenziato da una recente indagine svolta da Censuswide per conto di HMD Global, che ha voluto fornire un quadro più preciso dello stato di questa ‘liaison’ nel nostro Paese. Ecco, in sintesi, i dati più significativi.
Un quarto degli italiani è convinto che il proprio telefono sia destinato a peggiorare nel tempo e c’è chi è addirittura sicuro che gli smartphone siano progettati per smettere di funzionare trascorsi dodici mesi dall’acquisto. Va da sé che da ciò derivi una mancanza di fiducia in uno specifico vendor, come dichiarato da quasi la metà degli intervistati.
Nonostante ciò, siamo molto conservatori in tema di smartphone. La maggioranza cambia infatti il proprio device dopo più di due anni. I motivi principali? Il telefono smette di funzionare in modo fluido e tutte le funzionalità sono rallentate, oppure si vuole più memoria.
Sono numerosi i criteri che portano all’acquisto di un nuovo smartphone. C’è chi guarda al design o al colore, oppure chi, come i più “smanettoni”, desidera hardware di ultima generazione per godersi sempre il massimo delle prestazioni.
Costo del device e sistema operativo rappresentano i criteri di acquisto principali nel nostro Paese. La durata della batteria segue a breve distanza, mentre qualità della fotocamera e ciclo di vita del telefono sono un po’ più distanziati, ma comunque presi in considerazione da gran parte degli intervistati.