Pellicola fondamentale degli anni 2000, Old Boy di Park Chan-wook nell’edizione limitata UHD da Koch Media per la linea Midnight Classics
In Old Boy il giovane adulto Oh Dae-su (Choi Min-sik) viene rapito e segregato per quindici anni in una prigione privata che mette a dura prova la sua sanità mentale e fisica.
Liberato senza un apparente motivo dai suoi misteriosi aguzzini, si mette alla disperata ricerca di chi l’ha incarcerato al solo scopo di attuare una spietata vendetta. Si troverà coinvolto in un inaspettato piano diabolico.
Secondo capitolo della “trilogia della vendetta” di Park Chan-wook (dopo Mr. Vendetta del 2002) e in assoluto una delle sue opere più affascinanti e compiute. Elegantissimo e poetico ritratto di violenza e crisi d’identità, condito con un’estetica postmoderna in grado di rendere personale e modificare efficacemente la trama e lo stile del manga di Nobuaki Minegishi e Garon Tsuchiya su cui si basa, Old Boy è un lungometraggio, crudo e struggente allo stesso tempo, capace di coinvolgere dal primo all’ultimo minuto.
Park mischia con maestria il neo-noir più efferato, i film di arti marziali, il melò, la tragedia greca e, non da ultimo, un certo romanticismo malato che si fonde con una evidente ricerca edonistica della perfezione. Tra dolorose sequenze erotiche, onirismi eccentrici, schizofrenie pop e prepotenti drammi analettici, il regista sudcoreano, pur mettendo in risalto la natura fumettistica dell’opera (il martello tenuto in mano dal protagonista che segna una linea direzionale e bidimensionale verso la vittima), riesce sempre a plasmarne gli effetti con uno stile sopraffino.
L’atroce convive con il bello, fino al traumatico colpo di scena finale, dopo il quale la narrazione sembra quasi bloccarsi mentre scorre un epilogo tanto sentimentale quanto crudele. Ottime le musiche di Cho Young-wook e il montaggio di Kim Sang-bum. Gran Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes. Quentin Tarantino lo definì «il film che avrei voluto fare io». Una delle pellicole fondamentali degli anni 2000.
Trama e recensione artistica a cura di LongTake
Old Boy (2003) – Video & Audio
Girato su pellicola 35mm a una non meglio specificata sensibilità ASA, il film è stato rimasterizzato nel 2020 con nuovo scan del negativo giungendo a un master nativo 4K. Luci e oscurità nelle scelte artistiche del cinematographer Chung-hoon Chung (sua la fotografia di Zombieland – Doppio colpo e Mademoiselle, tra i tanti) sembrava impossibile da restituire nel pieno della sua forma, eppure questa inedita edizione UHD ha compiuto un piccolo miracolo. Formato immagine originale 2.35:1 (3840 x 2160/24p), codifica HEVC su B-100.
Grazie all’inferiore compressione e l’ampio spazio cromatico in virtù di un dinamico HDR in Dolby Vision si è potuto raggiungere un ragguardevole livello tecnico. Pur restando alcune criticità con pesante grana di fondo indotte dalla bassissima illuminazione, il salto di qualità con il corrispondente Blu-ray 2K è sostanziale. Palpabile rifinitura degli elementi anche in secondo piano, ulteriore fedeltà colori e luci restituendo con maggiore pienezza le drammatiche atmosfere. Maggiore organicità della pellicola, se mai fosse stato chiamato in causa un qualsiasi filtro DNR di riduzione dinamica del rumore non è notabile. Di fatto questa edizione UHD 4K/Dolby Vision di Old Boy è senza meno la definitiva.
Doppia traccia DTS-HD Master Audio 5.1 canali ad alta risoluzione italiano e coreano (entrambe 24 bit), che regalano un ottimo panorama sonoro. Enfasi, dinamica e un ottimo soundstage che nella versione doppiata risente in parte dei 18 anni che separano il film dal missaggio per la sala cinema. La presenza di elementi discreti non è così abbondante, ma non manca la sostanza anche dai canali posteriori così come qualche entrata del subwoofer. Mezzo gradino sopra l’originale coreano, che oltre la resa tecnica merita l’ascolto per cogliere diversa forma e contenuto in virtù delle voci originali.
Old Boy (2003) – Extra
Definitiva anche l’offerta per gli extra con una montagna di supplementi alla scoperta dei retroscena della lavorazione a partire dalle tre linee di commento al film: solo regista, regista assieme al direttore fotografia, regista assieme a tre attori, questi ultimi due solo con sottotitoli in inglese. E ancora il simpatico documentario “Old Days” di poco meno di due ore con backstage, interventi di parte di cast e troupe con tante curiosità della produzione.
E ancora il making of di circa un’ora diviso in dieci parti che affronta sotto molteplici punti di vista la realizzazione inclusi provini, lettura del copione, effetti speciali e lo scouting dei sopralluoghi. 24′ minuti di scene tagliate, la premiazione a Cannes, video musicale, trailer italiano e originale. Su tutti l’immenso video diario della lavorazione della durata di tre ore e mezza(!), seguendo troupe e regista per i vari set e ciak, anche questo sottotitolato in inglese. Per il resto sottotitoli in italiano.
Incluso nel box un prezioso libretto di approfondimenti testuali e una cartolina da collezione.