“Nel 2023, con la diffusione di soluzioni di intelligenza artificiale generativa e di ChatGPT, l’intelligenza artificiale ha catturato l’attenzione di accademia, istituzioni, imprese e cittadini, ed è stata finalmente percepita come una tecnologia rivoluzionaria, capace di saldare abilità e attività diverse, di rendere accessibili soluzioni a sfide complesse, di potenziare l’uomo nelle sue capacità naturali. Tecnologie come queste, oltre a big data, cloud e quantum computing, trasformeranno le nostre abitudini e i diversi settori produttivi del nostro Paese: dal Made in Italy, alla sanità, alla pubblica amministrazione. Faranno crescere non solo i settori, ma le filiere, portando le imprese ad aumentare di scala, di dimensione e di posizionamento internazionale”. Così Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform, a commento della pubblicazione sull’andamento del digitale in Italia, condotta in collaborazione con NetConsulting cube.
Nei primi sei mesi del 2023, il mercato digitale ha fatto registrare un valore di 38.106 milioni di euro, con una crescita del +2,5% rispetto ai primi sei mesi del 2022. Ad avere la crescita percentuale più sostenuta sono stati i settori dei Servizi ICT, spinti soprattutto dal mercato Cloud, i Contenuti e pubblicità digitale e i Software e soluzioni ICT.
Le stime hanno previsto una chiusura di 2023 su un valore di 79.209 milioni di euro per una crescita complessiva del +2,8% e con i seguenti segmenti ad avere l’andamento migliore: Servizi ICT, Contenuti e pubblicità digitale e Software e soluzioni ICT.
Per i successivi anni si ipotizza un aumento più sostenuto: +3,8% nel 2024, +4,8% nel 2025 e +5% nel 2026, con un mercato che nel 2026 potrebbe superare i 90 miliardi di euro. Nel periodo 2024-2026 tutti i comparti sono previsti in crescita.
I Digital Enabler continuano ad essere un elemento di traino straordinario per lo sviluppo del mercato digitale italiano, con l’intelligenza artificiale che farà registrare un tasso medio di crescita annua tra il 2023 e il 2026 del +28,2%.
“Le dinamiche del mercato digitale – prosegue Gay – sono e saranno sempre più legate a fattori che influenzano l’interazione tra trasformazione digitale, economia e capitale umano, sostenibilità e nuovi rischi globali di natura cibernetica. Vogliamo immaginare un futuro dove cambieremo il modo in cui facciamo le cose e avremo sempre più bisogno di nuove e sofisticate competenze. Cresce la domanda di profili specialistici in ambito digitale, dal developer al cloud architect, ma soprattutto cresce la domanda di figure trasversali, capaci di leggere la complessità in cui operano le aziende e valorizzare il ruolo del digitale per supportare la loro operatività. Le nuove tecnologie si affermano come un alleato imprescindibile per realizzare gli obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica che ci siamo prefissati”.
Dopo un primo capitolo sull’andamento del mercato, il Rapporto sul “Digitale in Italia” contiene un secondo capitolo sulla Cybersicurezza e una terza parte sul digitale nella Pubblica Amministrazione.
Nel 2023 si è avuto un ulteriore aumento degli attacchi informatici; a destare maggiori preoccupazioni sono gli impatti in termini di danni procurati. La spesa per Cybersecurity in aumento conferma il ruolo fondamentale che essa ricopre per supportare l’evoluzione digitale delle aziende. La crescita maggiore si sta verificando nel segmento dei Servizi di sicurezza gestiti, mentre è nella Sanità e nella Pubblica Amministrazione, sia a livello centrale che locale, che si riscontra il maggior interesse per le soluzioni di sicurezza informatica.
In generale, il settore della Pubblica Amministrazione rappresenta uno dei principali attori del mercato digitale, sia per la dimensione della spesa che per le dinamiche di crescita che lo caratterizzano. Per il 2023 è prevista una crescita complessiva del +9,1%, con un corrispondente valore del mercato digitale nella PA di quasi 8 miliardi di euro.
“Il 2024 – conclude Gay – sarà un anno cruciale per il nostro Paese: avremo la leadership del G7, si rinnoveranno le Istituzioni europee e l’andamento del PNRR sarà più nitido e definito tanto sul piano dei progetti che su quello delle riforme. Sarà questo l’anno in cui dovremo dimostrare di aver compreso la “lezione” che da sempre l’innovazione ci offre: l’innovazione, infatti, non si ferma, ma possiamo decidere quanto sfruttarla. Ecco perché abbiamo oggi il dovere di essere coraggiosi e determinati per affermare una nostra leadership nel campo dell’innovazione digitale, sfruttando le tante intelligenze presenti nel nostro Paese proiettandoci come protagonisti e partner dello sviluppo tecnologico, impegnandoci per assicurare competenze trasversali e specifiche che coniughino il nostro immenso patrimonio di conoscenza con le innovazioni alla frontiera”.