Secondo i dati di Terna, nei primi sei mesi dell’anno la produzione da fonti rinnovabili ha superato per la prima volta la produzione da fonti fossili, che ha registrato una flessione del 19% rispetto allo stesso periodo del 2023, con una ancor più marcata riduzione della quota di produzione a carbone.
Inoltre, da gennaio a giugno 2024, la produzione idroelettrica rinnovabile ha raggiunto un risultato record, grazie ad una notevole disponibilità di idraulicità al Nord, a fronte di una scarsità di risorsa nel Sud del Paese.
Nei primi sei mesi del 2024 la richiesta di energia è stata coperta dalle fonti rinnovabili per il 43,8%. Si tratta del record storico su base semestrale.
Nel periodo considerato, la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 3.691 MW. Tale valore è superiore di 1.074 MW rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel primo semestre dell’anno, il fabbisogno nazionale è in crescita dell’1,1% rispetto al corrispondente periodo del 2023, confermando un trend moderatamente positivo ma su livelli ancora inferiori rispetto al 2022.
Per quanto riguarda il mese di giugno, la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’88,5% dalla produzione nazionale e per la quota restante dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Il valore del saldo estero mensile risulta pari a 2,9 TWh, l’8,6% in meno rispetto a giugno 2023, per via di un dato dell’import sostanzialmente in linea con l’anno precedente e, allo stesso tempo, di un significativo incremento dell’export. A livello progressivo, da gennaio a giugno 2024, il saldo estero è in aumento del 3,9% rispetto a primi sei mesi del 2023.
In dettaglio, la produzione nazionale netta è risultata pari a 22,9 miliardi di kWh. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 52,5% della domanda elettrica. In aumento la fonte idrica, grazie essenzialmente al contributo degli impianti del Nord Italia, la fonte eolica e fotovoltaica; l’incremento del fotovoltaico è dovuto alla maggior produzione per l’aumento della capacità in esercizio che ha compensato la minore producibilità legata all’irraggiamento. In diminuzione la fonte geotermica e termica come diretta conseguenza della crescita di rinnovabili.
Nella giornata del 22 giugno, nel periodo 13:00-14:00, si è registrato il massimo storico di produzione oraria da fonti energetiche rinnovabili, pari a 33,2 GW.
Tra giugno 2023 e giugno 2024 la capacità installata di fotovoltaico ed eolico è aumentata di 6.831 MW, raggiungendo i 46.321 MW complessivi.
Lo scorso mese il fabbisogno di energia elettrica è stato pari a 25,7 miliardi di kWh, in crescita dell’1,5% rispetto allo stesso mese del 2023. La variazione, seppure positiva, non recupera la forte flessione di giugno dello scorso anno ed è stata raggiunta con un giorno lavorativo in meno e una temperatura media mensile in linea rispetto a giugno 2023. Il dato della domanda elettrica, destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario, porta la variazione a +2,3%.
A livello territoriale, la variazione tendenziale di giugno è stata +1,1% al Nord, +1,9% al Centro e +2,2% al Sud e nelle Isole.
L’indice IMCEI elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette ‘energivore’, ha fatto registrare una crescita del 2,7% rispetto a giugno 2023. Con dati destagionalizzati e corretti per l’effetto calendario, la variazione si porta a +3,1%. In particolare, positivi i comparti della siderurgia, cemento, calce e gesso, cartaria e chimica. In flessione ceramiche e vetrarie, metalli non ferrosi, alimentari e mezzi di trasporto. Stabile la meccanica.
In termini congiunturali, la variazione della richiesta elettrica destagionalizzata e corretta dagli effetti di calendario e temperatura è pressoché stabile. In aumento invece la variazione congiunturale dell’indice IMCEI, che porta il trend in moderata crescita.
L’indice IMSER, che Terna pubblica sulla base dei dati dei consumi elettrici mensili forniti da alcuni gestori di rete di distribuzione, ha fatto registrare, nel mese di aprile 2024, una variazione positiva del 2,2% rispetto ad aprile 2023. In particolare, tra i comparti che hanno registrato variazioni positive si trovano Attività professionali, scientifiche e tecniche, trasporto e magazzinaggio, immobiliare. Tra quelli con variazione negativa si trovano servizi veterinari, finanza e assicurazione e alberghi, ristoranti e bar. Questi ultimi hanno risentito di una contrazione degli arrivi turistici determinati anche da un diverso calendario della festività pasquali, che quest’anno sono cadute nel mese di marzo.