Concepito come puntata pilota per una nuova serie TV, Mulholland Drive mutò in uno dei capolavori del cinema di David Lynch
In Mulholland Drive la giovane attrice Betty (Naomi Watts) arriva a Hollywood piena di buone speranze: va ad alloggiare in un appartamento che le ha lasciato sua zia, ma al suo interno trova una donna in stato confusionale (Laura Harring).
Questa dice di chiamarsi Rita e di aver perso la memoria in seguito a un incidente d’auto avvenuto su Mulholland Drive. Insieme inizieranno a investigare su quanto avvenuto, ma forse la soluzione del mistero si trova dentro una piccola scatola blu che si apre con una chiave dalla sezione triangolare.
Link al trailer del film: https://youtu.be/Y_V6MANWtQI
Quello che inizialmente doveva essere il pilot di una nuova serie tv, è diventato il più importante capolavoro che David Lynch abbia mai girato: Mulholland Drive era, nelle intenzioni, un nuovo progetto per il piccolo schermo, firmato dal regista che aveva rivoluzionato la storia della televisione con I segreti di Twin Peaks (1990-1991). I produttori però bloccarono l’episodio pilota e l’idea venne abortita: Canal Plus, qualche mese dopo, acquistò la puntata e stanziò altri due milioni di dollari per filmare del materiale aggiuntivo e trasformarlo in un lungometraggio memorabile.
Lynch affronta per la prima volta il mondo di Hollywood, la Mecca del cinema, mostrandone inizialmente il lato più luminoso e trasognante e, in seguito, gli aspetti più torbidi, corrotti e marcescenti. Il cambio di prospettiva è affidato a due donne che sono sempre la stessa, due facce di un’unica medaglia: Betty, attrice in erba pronta a una grande carriera, e Diane, disillusa interprete di quart’ordine. Nel passaggio dalla vita di una a quella dell’altra c’è un Club (chiamato Silencio), una scatola blu e un brusco risveglio che fa ripiombare la protagonista nell’incubo della realtà. Prima era tutto un sogno (forse) costruito ad hoc da quella Fabbrica dei sogni chiamata Hollywood.
Lynch gioca con il tema del “doppio”, scambiando identità e dimensioni parallele, azzardando una narrazione intricata ma mai macchinosa, e dando così vita a una delle storie più coinvolgenti e inquietanti dell’intera storia del cinema. Atmosfere oniriche e personaggi minacciosi accompagnano il cammino della protagonista verso una graduale ricognizione di sé e di quello che è diventata. La fotografia di Peter Deming, il montaggio di Mary Sweeney, la colonna sonora di Angelo Badalamenti: ogni elemento è perfettamente calibrato, e concorre alla creazione di un’opera d’arte magistrale, costruita su un’infinita serie di sequenze impeccabili e di enorme impatto emotivo.
È il Viale del tramonto (1950) del nuovo millennio, e non solo perché nel titolo fa riferimento a un’altra strada di Los Angeles: la Mulholland Drive, che porta dalle colline di Hollywood all’Oceano. Monumentale Naomi Watts, in una delle performance più complesse e indimenticabili di tutto il cinema recente. Per questo film, David Lynch ha vinto il Premio per la miglior regia al Festival di Cannes, ex aequo con Joel Coen per L’uomo che non c’era (2001).
Trama e recensione artistica a cura di LongTake
Mulholland Drive – Video & Audio
Girato analogico su pellicola 35 mm di cui non è dato sapere la sensibilità, elevata a giudicare dalla grana di fondo, Mulholland Drive è stato recentemente restaurato con generazione di un nuovo master 4K da cui si è partiti per la realizzazione di questa edizione UHD. Formato immagine originale 1.85:1 (3840 x 2160/23.97p), codifica HEVC su BD-66.
L’operazione di recupero del film è stata supervisionata dal regista stesso e il risultato è strepitoso. Mantenuta la piena organicità della pellicola, ogni singolo fotogramma beneficia di nuova luce e colori grazie all’inferiore compressione dinamica. Complice l’eccellenza del Dolby Vision siamo di fronte a una nuova veste per quest’opera, che meriterebbe di essere vissuta attraverso schermi nativi 10 bit. Neri profondi ove concesso dalla cinematografia, puntualizzazione anche sugli elementi in secondo piano e un livello di dettaglio mai così elevato.
Eccellenza anche per le tracce audio DTS-HD Master audio 5.1 canali italiano e inglese, sempre 24 bit. Un ascolto capace di trasportare la memoria alla proiezione in sala, all’interno di un missaggio che coinvolge anche i canali posteriori tra effetti e musiche. La natura stessa dell’opera è legata perlopiù ai dialoghi, ottimamente bilanciati sul centrale, ma non mancano istanti di aggressività sonica, con l’incidente stradale all’inizio ma anche nel corso delle drammatiche battute finali. Presenza anche del subwoofer per un ascolto che suggeriamo anche nell’originale inglese, mezzo gradino sopra l’italiano e prossimo al livello di riferimento.
Mulholland Drive – Extra
Come extra sul disco UHD/4K è presente un documentario già edito in passato della durata di 29′ minuti: Richard Kelly (Donnie Darko), Jaco Van Dormael (Mr. Nobody), Guillaume Nicloux (La religiosa), Michael Souhaite (Le son de Lynch), Emmanuel Plasseraud (La femme de Roger Gabesque), Fabrice du Welz (Inexorable) e l’attrice Sylvie Landra (Secret Défense) offrono il loro punto di vista sul regista e sul film. Sottotitoli in italiano. Inclusa nella confezione card numerata relativa alla limited di 1.000 copie.
Ricordiamo che negli Stati Uniti è disponibile un’edizione 4K Criterion Collection che include numerosi altri extra tra interviste a parte di cast, troupe e regista per un totale di circa 2 ore di supplementi.