Misery Index Confcommercio a luglio 2024 in calo
Il Misery Index Confcommercio di luglio 2024 si è attestato a 10,4, tornando sui livelli di luglio 2007, in riduzione di sette decimi di punto su giugno. Il dato è sintesi di una riduzione della disoccupazione estesa, scesa al 7,2%, e di un rallentamento del tasso di crescita dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto.
A luglio, sulla base delle risultanze della rilevazione continua sulle forze di lavoro, si registra un aumento di 56mila occupati sul mese precedente, evoluzione che ha permesso di superare la soglia dei 24 milioni di persone impiegate nel processo produttivo. In netta riduzione, -107mila unità su giugno, anche le persone in cerca di lavoro. A questi andamenti si è associata una crescita degli inattivi. Queste dinamiche hanno portato a una riduzione del tasso di disoccupazione ufficiale sceso al 6,5%, anche in questo caso un valore che non si toccava da oltre 15 anni. Nello stesso mese le ore autorizzate di CIG sono state poco meno di 35,3 milioni, a cui si sommano oltre 1,3 milioni di ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà, con un aumento sia nel confronto mensile sia in quello annuale. In termini di ore di CIG e FIS effettivamente utilizzate questi dati hanno comportato un incremento, su giugno, in termini di unità di lavoro standard destagionalizzate. Il combinarsi di queste dinamiche ha determinato un ridimensionamento anche del tasso di disoccupazione esteso sceso al 7,2%.
E’ proseguita anche nei mesi estivi la tendenza al rientro dei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto che a luglio hanno mostrato una variazione su base annua dell’1,8%, in diminuzione di due decimi di punto su giugno. Tendenza che, stando alle stime preliminari, sembra essersi accentuata nel mese di agosto con una variazione su base annua dei prezzi dell’aggregato di riferimento scesa all’1,1%.
In termini prospettici il ritorno a valori storicamente contenuti dell’indicatore e delle sue principali componenti rende difficile immaginare il permanere di una tendenza al ridimensionamento dell’area del disagio sociale, calcolata secondo la metrica del MIC, anche nei mesi autunnali. A questo si aggiungono i rischi di un peggioramento del mercato del lavoro, i cui segnali anticipatori potrebbero essere rappresentati dalla crescente richiesta delle ore autorizzate per le varie forme di integrazione salariale e dalle difficoltà, manifestate nei periodi più recenti, di ridurre l’area dell’inattività.