Secondo i dati diffusi dal CED del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, a settembre sono state immatricolate 110.976 autovetture, il +5,4% rispetto allo stesso periodo 2021. Nei primi nove mesi dell’anno la riduzione tendenziale si attesta a -16,3%, ovvero 976.055 contro 1.165.692 unità del 2021, con una perdita di volumi pari a circa 190.000.
«Dopo il ripristino e l’allineamento dei sistemi telematici del MIMS, la cui indisponibilità il 30 settembre scorso aveva determinato forte apprensione tra gli operatori della filiera, il dato definitivo del mese evidenzia una crescita imputabile oltre che ai primi effetti degli incentivi varati con il DPCM dell’aprile scorso, soprattutto al confronto con un disastroso settembre 2021, i cui volumi di immatricolato avevano registrato -32,5%», ha dichiarato Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto.
«Non sono ancora operative, invece, a causa del ritardo di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (avvenuto solo questa settimana), le disposizioni contenute nel DPCM 4 agosto 2022 che apportano modifiche al funzionamento degli incentivi auto 2022: occorrono ulteriori passaggi normativi e tecnici per la concreta fruibilità. Nel percorso ambizioso per il raggiungimento degli obiettivi ambientali fissati a livello europeo, – continua De Stefani – certamente il rilancio degli acquisti di elettriche e plug-in e i contributi per l’installazione privata di colonnine di ricarica elettrica rappresentano misure primarie ma occorre una maggiore velocità amministrativa per dare esecuzione alle cd ‘buone intenzioni’».
«Le infrastrutture continuano, infatti, ad essere insufficienti mentre la disponibilità di una rete di ricarica elettrica pubblica e privata capillare ed efficiente su tutto il territorio, nonché la rapidità nei tempi di ricarica, unitamente alla maggiore competitività dei prezzi delle auto verdi, rappresentano i fattori abilitanti per stimolare scelte di acquisto volte alla più ampia diffusione della mobilità elettrica e a bassissime emissioni di CO2. Recenti e autorevoli indagini – prosegue De Stefani – mostrano come per oltre un quarto degli acquirenti le difficoltà legate alla ricarica del veicolo elettrico influenzano la decisione di acquisto finale. Inoltre, troppo spesso gli spazi dedicati alla ricarica pubblica non sono immediatamente e facilmente accessibili, con buona pace degli automobilisti più virtuosi che impiegano tempi indeterminati per ricaricare i propri veicoli green».
«Ora dopo le elezioni politiche, attendiamo l’insediamento del nuovo Parlamento e la rapida formazione del Governo, per un confronto sui temi strategici per il settore, tra cui sono di primario interesse la rivisitazione del fisco, in particolare del regime tributario degli autoveicoli aziendali, e un maggior impegno per facilitare l’accesso ai contributi per l’installazione di infrastrutture di ricarica elettrica. Inoltre, confidiamo che la rinnovata politica possa gestire con pragmatismo e lungimiranza i delicati equilibri economici, ambientali, occupazionali del nostro Paese e delle nostre imprese, alla luce delle grandi trasformazioni geopolitiche, tecnologiche ed energetiche in atto e degli effetti su economia reale e coesione sociale. Purtroppo, i rischi dell’emergenza energetica sommati alla pressione inflazionistica sono tangibili e senza incisivi e determinanti interventi europei comuni la situazione resta complicata per tutti, anche per una transizione verso i veicoli verdi che sia ‘equa’ ed ‘accessibile’ per cittadini ed imprese», conclude De Stefani.
Dal punto di vista dei canali di vendita, a settembre quello dei privati ha registrato una diminuzione del -6,3% raggiungendo una rappresentatività del 59,6% in linea con quella del periodo gennaio-settembre 2022. Crescita lieve per le immatricolazioni delle società, più consistente per il noleggio che hanno raggiunto una quota di mercato rispettivamente del 13,5% e 26,9%.
Analizzando il mercato dal punto di vista delle alimentazioni, le elettriche e le plug-in vanno ancora a rallentatore con forti cali rispettivamente del -40,2% e -29,1%, e quote di mercato ferme a 4,5% e 4,3%; le ibride, invece, conquistano una share mensile pari a 35,1%. Le alimentazioni tradizionali, benzina e diesel, segnano +15,6% e +6,4%, con una quota combinata del 46,7% a settembre e del 47,9% su base annua. Il Gpl sia nel mese che nel progressivo copre l’8,7% del mercato, mentre il metano conferma il suo crollo, rappresentando lo 0,6% nel mese e lo 0,9% nel cumulato.
Negli ultimi tre giorni di settembre è stato immatricolato il 35,4% del totale mercato, mentre le auto-immatricolazioni di case e concessionari, secondo le elaborazioni sui dati Dataforce, hanno rappresentato circa l’8,2% dei volumi di vendita mensili, in flessione del -7,4% sui volumi dello stesso mese dello scorso anno.