L’Italia potrebbe in futuro risparmiare fino a 8,7 megatonnellate di Co2 equivalente all’anno, pari a 60 milioni di voli da Londra a Berlino, attraverso il ricorso allo smart working. È quanto emerge da un nuovo studio di Carbon Trust, associazione non a scopo di lucro istituita nel 2001 per aiutare le Organizzazioni a ridurre il loro impatto ambientale, e commissionato dal Vodafone Institute for Society and Communication, il think-tank europeo del Gruppo Vodafone.
Per ogni persona che lavora in modalità agile in Italia il risparmio sarebbe equivalente a oltre una tonnellata di Co2e, pari a più di sette voli passeggeri da Berlino a Londra. Lo studio calcola che in futuro circa 8,23 milioni di posti di lavoro in Italia potranno essere svolti da remoto e che le persone in media lavoreranno da casa circa due giorni alla settimana. Anche la sede di Milano diVodafone Italia ha registrato una riduzione delle emissioni di Co2e nel corso della pandemia: in un anno sono state risparmiate più di mille tonnellate di Co2e.
Il report Homeworking analizza la quantità di emissioni di carbonio risparmiate grazie al lavoro da remoto prima, durante e dopo la pandemia. Lo studio fornisce inoltre proiezioni sulla quantità di emissioni che sarà possibile risparmiare nel futuro post-emergenza con un impiego maggiore dello smart working rispetto al passato. Lo studio prende in analisi le emissioni del pendolarismo, della presenza in ufficio ed emissioni domestiche aggiuntive.
Durante il lockdown il numero di lavoratori da remoto in Italia è salito – nella fase acuta dell’emergenza – fino a 6,58 milioni, ciascuno dei quali ha lavorato da remoto in media 2,7 giorni a settimana. Ciò si è tradotto in un risparmio di emissioni di carbonio di 1,861 kg CO2e per ciascuno, in aumento del 112% rispetto al periodo pre-COVID.
Andie Stephens, Associate Director Carbon Trust: “Il rapporto mostra che mentre il lavoro da casa offre un grande potenziale per il risparmio di carbonio, è importante comprendere le sfumature regionali e i modelli di lavoro e identificare le inefficienze che aumentano i consumi al fine di creare scenari di risparmio effettivi. Per realizzare pienamente i benefici ambientali a lungo termine di un aumento dei modelli di lavoro ibridi in futuro, dobbiamo assicurarci di adottare approcci diversi anche fuori casa. In caso contrario, gli uffici che operano a piena domanda di energia pur essendo occupati solo a metà o i sistemi di trasporto che non sono in grado di rispondere all’evoluzione della domanda potrebbero portare a un aumento complessivo delle emissioni di Co2e”.