Una nuova ricerca di NortonLifeLock, leader mondiale nella sicurezza informatica dei consumatori, rivela che la dipendenza dalla tecnologia per lavorare e studiare durante la pandemia ha impattato duramente sui genitori: sono stati colti alla sprovvista, senza avere il tempo né i supporti tecnologici necessari per fornire ai bambini un accesso sicuro all’online learning. Dai dati della ricerca riferiti all’Italia emerge che due terzi dei genitori italiani colpiti dalla chiusura delle scuole hanno dichiarato che l’istituto del figlio si aspettava che i supporti tecnologici necessari per l’online learning sarebbero stati disponibili tra le mura domestiche. La tecnologia, come i computer portatili e i tablet con un accesso a internet, però, non si sono dimostrati disponibili con la stessa facilità per tutti i membri della famiglia. Circa la metà dei genitori italiani intervistati (48%) ha dovuto acquistare un nuovo dispositivo per i propri figli durante il lockdown.
“Questa è una ricerca estremamente rilevante, poiché dimostra gli enormi cambiamenti nel nostro comportamento digitale che il lockdown ha causato”, ha commentato il professor Robert Winston, medico, scienziato, professore e presentatore televisivo del documentario BBC “Child of our Time”. “Le famiglie hanno dovuto affrontare sfide significative: i vincoli che derivano dal lavorare da casa, le pressanti necessità di accesso a dispositivi digitali e, soprattutto, le preoccupazioni per la sicurezza e il benessere mentale dei bambini che passano molto più tempo online”.
Poiché molti si sono trovati ad affrontare una stretta sul reddito familiare, unita all’incertezza finanziaria, l’acquisto di nuovi dispositivi non si è rivelata essere un’opzione per tutti. Più di un quarto dei genitori italiani ha dichiarato di non potersi permettere di comprare al proprio figlio i supporti tecnologici necessari per l’online learning.
“I rischi e l’impatto della dipendenza dal digitale causata dal lockdown sono più critici per le famiglie meno abbienti”, ha commentato il professor Winston. “Può essere che i genitori in difficoltà dispongano di minori risorse economiche da spendere nei dispositivi necessari perché i propri figli studino da casa, e nella protezione digitale adeguata. È anche probabile che abbiano meno tempo per vigilare sul comportamento online dei propri bambini”.
Per i genitori cercare di trovare un equilibrio tra lavoro e vita familiare significava prendere decisioni delicate. La metà dei genitori italiani che lavorano da casa ha dovuto riorganizzare le proprie abitudini professionali per occuparsi dei figli, tre su cinque hanno risposto alle chiamate di lavoro con i figli che entravano nell’inquadratura, due su cinque hanno dovuto lavorare fino a tarda notte, mentre i figli dormivano, per recuperare il tempo perduto. Nonostante le politiche dei datori di lavoro spesso vietino di condividere i dispositivi, oltre due quinti dei genitori hanno dovuto rinunciare a un proprio supporto tecnologico affinché il figlio potesse usarlo a scuola. Nelle famiglie con più di un figlio, due genitori su cinque hanno dovuto scegliere quale bambino potesse avere accesso a un dispositivo per imparare o giocare.
Nonostante la dipendenza dal digitale abbia generato diverse questioni pressanti, la tecnologia è diventata anche una babysitter virtuale per i genitori a corto di tempo. Tra i genitori italiani che lavorano da casa, sei su dieci hanno usato la tecnologia per distrarre i propri figli mentre erano occupati, e due su cinque per prendersi una pausa hanno concesso al proprio bambino di passare del tempo online.
Con così tanta carne al fuoco, non sorprende che la metà dei genitori italiani si siano sentiti incapaci di vigilare sull’uso dei dispositivi da parte del proprio bambino, e che poco meno della metà abbia ammesso di non sapere in ogni momento cosa faccia il figlio online. Con più tempo trascorso su dispositivi nuovi e vecchi in mancanza di supervisione, i genitori dovrebbero sapere che stanno aumentando anche le minacce alla sicurezza informatica come l’hacking dei dispositivi, il tracking della posizione e i predatori online. “Ecco perché concordare le ‘regole della casa’ è un primo passo utile che permette ai genitori di stabilire sane abitudini relative al tempo passato sullo schermo, dalle quali i bambini trarrebbero beneficio crescendo usando la tecnologia sia per l’apprendimento che per il divertimento”, ha detto Ida Setti, Senior Director Southern Europe di NortonLifeLock. “Tuttavia, è importante che le regole sull’uso dei dispositivi siano stabilite come parte di un più ampio dialogo sulla sicurezza online, non solo come misura che mira a limitare il tempo di utilizzo da parte dei bambini”.
Si tratta di un punto particolarmente significativo, in quanto lo studio ha rilevato che otto genitori italiani su dieci si sono sentiti preoccupati per l’esposizione dei propri figli a rischi online come l’adescamento, il cyber-bullismo e il download di app indesiderate. Sette genitori italiani su dieci hanno avuto un problema relativo a uno di questi rischi in passato. Un bambino su dieci aveva condiviso online le coordinate bancarie o la carta di credito della famiglia, aveva scaricato un virus, aveva subito una violazione di account, aveva acquistato qualcosa senza autorizzazione, aveva risposto a un’e-mail di phishing o era stato vittima di bullismo sui social media. Il 36% dei genitori ha dichiarato che il proprio bambino ha letto fake news online e uno su cinque ha sorpreso i propri figli a visualizzare contenuti inappropriati.
“Dobbiamo ancora comprendere a pieno gli effetti del lockdown nel lungo periodo. Tuttavia, le preoccupazioni per questi rischi si sono intensificate dal momento in cui i bambini sono rimasti bloccati a casa, lontani dagli amici, e hanno incrementato il tempo passato online in una fase delicata del loro sviluppo”, prosegue il professor Robert Winston. “Poiché i bambini già tendono ad avere meno contatti sociali, ricevere un tablet per lunghi periodi non è l’ideale in mancanza di supervisione. Nonostante, in determinati casi, sia inevitabile. Di fronte a ciò, è importante che i genitori tengano un dialogo aperto con i propri bambini riguardo ai rischi della rete, che si assicurino una protezione adeguata e che diano priorità alla socializzazione faccia a faccia ogni volta che è possibile”.
Dopo aver trascorso così tanto tempo lontani dalla scuola, i bambini e i genitori hanno guardato ai benefici delle classi tradizionali con rinnovata chiarezza. Oltre la metà dei genitori italiani di bambini che hanno proseguito i propri studi in modo indipendente ha dichiarato di avere faticato a far rispettare una routine per le lezioni/progetti scolastici durante il lockdown. Due terzi dei genitori italiani di bambini che hanno proseguito i propri studi in modo indipendente non vedono l’ora che i propri figli ritornino a scuola, mentre più della metà afferma di avere una rinnovata considerazione per il lavoro svolto dagli insegnanti.
Tuttavia, nonostante le preoccupazioni per il tempo in classe perso, i genitori italiani si sono riscoperti ottimisti riguardo a come i loro figli hanno usato la tecnologia per lo studio. Tra i genitori italiani di bambini che hanno proseguito i propri studi in modo indipendente, due su tre concordano sul fatto che per i propri figli sarebbe stato quasi impossibile studiare da casa senza tecnologia. Un genitore italiano su due afferma che l’online learning ha aumentato l’interesse dei figli per i progetti scolastici. Inoltre, il 70% dei genitori italiani di bambini che hanno proseguito i propri studi in modo indipendente concorda sul fatto che la tecnologia ha permesso ai propri figli di continuare a studiare durante il lockdown. Con più di metà dei genitori italiani che sperano che i propri figli continuino a utilizzare le risorse di online learning per potenziare la propria istruzione, è fondamentale assicurarsi che sappiano come farlo in modo sicuro. Dato che a causa della pandemia i bambini passano più tempo online per la scuola e per le attività ricreative, NortonLifeLock si è concentrata sulla salvaguardia delle famiglie dalle minacce online.