La global brand consultancy Interbrand presenta l’annuale classifica Best Global Brands, da un quarto di secolo un punto di riferimento nell’analisi del valore dei brand.
Fin dal 2000, lo studio longitudinale di Interbrand monitora e registra il valore dei principali brand a livello globale. Un quarto di secolo di analisi rivela che, se da un lato le tattiche di performance marketing possono portare proventi finanziari a breve termine, la mancanza di investimenti in una strategia di brand nel lungo periodo non ha permesso ai brand dello studio di realizzare valore per almeno USD 3.5T. Nell’ultimo anno, questo si è tradotto in USD 200B di mancati ricavi.
Il valore complessivo dei 100 brand globali parte della classifica è aumentato di 3,4 volte dalla prima edizione di Best Global Brands.
“Se questi brand fossero stati gestiti come asset strategici per la crescita, il valore complessivo dei brand in questa classifica avrebbe potuto raggiungere USD 6.9T. La crescita che osserviamo nasconde un’incredibile opportunità mancata” ha dichiarato Gonzalo Brujó, Global CEO di Interbrand.
Apple è il brand in testa alla classifica, anche se il suo valore ha registrato una diminuzione per la prima volta in oltre due decenni.
“Al contrario di altri che si sono tuffati a capofitto nell’intelligenza artificiale, Apple ha intrapreso un percorso più consapevole, in modo da garantire che le proprie versioni di intelligenza artificiale corrispondessero ai valori aziendali. – ha affermato Greg Silverman, Global Director of Brand Economics di Interbrand, commentando la situazione di Apple – “Questa scelta ha anteposto la fiducia a lungo termine ai ricavi a breve termine. Questa mossa ha quindi portato a una crescita delle azioni del 20% da inizio anno e prevediamo che il valore di questo brand aumenti nella classifica del 2025”.
14 dei primi 100 brand del 2024 appartengono all’automotive, il settore più rappresentato nella classifica, e tre di questi sono nella top 10. Kia, Hyundai e Toyota hanno ottenuto una crescita a doppia cifra. Tuttavia, non tutti i brand del comparto possono vantare questo successo: Tesla ha fatto registrare una delle riduzioni di valore più consistenti di quest’anno.
Il valore dei brand del lusso ha proseguito nella sua parabola ascendente, estendendo la propria rilevanza grazie alla creazione di nuove consumer experience e all’ampliamento dei touchpoint digitali, dimostrando una potente creatività strettamente ancorata al fattore umano.
Ferrari ha conquistato quest’anno il titolo di “Top rising brand”, con un incremento del valore del 21%. Louis Vuitton ha scalato tre posizioni, mentre Hermès e Prada hanno fatto registrare due dei maggiori rialzi di quest’anno, con un valore del brand in crescita rispettivamente del 15% e del 14%.
Nvidia, Pandora, Range Rover e Jordan sono i nuovi ingressi di quest’anno. Di particolare interesse è l’entrata di Jordan, il primo personality brand a conquistare un posto nella Best Global Brands. Uber e LG invece entrano nuovamente in classifica.
Negli ultimi 25 anni, Interbrand ha osservato un significativo cambiamento nel modo in cui le aziende affrontano la crescita. La C-Suite sta dando priorità a investimenti più contenuti ma con ritorni nel breve periodo. Le strategie che coniugano investimenti nel brand a lungo termine con investimenti di breve periodo che portano benefici a livello di topline sono le più efficaci, ma sono ancora rare.
“Gli strumenti di performance, le capacità e i sistemi si sono evoluti nell’ultimo quarto di secolo. Man mano che questi strumenti cambiano, lo stesso avviene per le pressioni e le aspettative riposte nei confronti dei leader di brand e marketing. Oggi ci si aspetta che i CMO e i loro team ottengano maggiori ritorni in termini di ricavi, in tempi molto più brevi, a fronte di un minor investimento complessivo” – ha concluso Brujó.
Oltre a Ferrari, anche Gucci e Prada si riconfermano nella Best Global Brands. Gucci risente del periodo di transizione, registrando un calo del valore del brand. Prada invece si conferma in una fase ascendente con una crescita del 14%, dovuta a risultati finanziari superiori alla media e alla sua capacità di costruire relazioni a lungo termine con le sue audience di riferimento.
“Le performance dei brand italiani sono un’ulteriore dimostrazione che i brand con i migliori tassi di crescita sono quelli che sono in grado di evolvere e fare evolvere le relazioni con i consumatori” – conferma Lidi Grimaldi, CEO della sede italiana di Interbrand – “Sono in grado di leggere e anticipare le aspettative dei consumatori e di creare relazioni rilevanti trascendendo il settore di appartenenza e ampliando la loro presenza”.