Oggi più che mai una buona copertura di rete e telefonica è indispensabile: che sia per lavorare in smart working o per sentire più vicini i propri cari, la situazione di emergenza ha messo ulteriormente in luce quanto questi servizi siano fondamentali per tutti i cittadini. Gli operatori che forniscono reti e servizi di comunicazioni elettroniche sono stati infatti anche inclusi nel decreto “Cura Italia” che all’art. 82 invita gli operatori telefonici a garantire e potenziare la qualità dei servizi.
Un potenziamento che in realtà è già in atto, come emerge nell’indagine condotta da Altroconsumo per fare chiarezza da un lato su qualità dei servizi offerti e dall’altro su chiarezza e trasparenza nelle offerte dei vari operatori.
Prima dello scoppio dell’emergenza l’organizzazione dei consumatori aveva raccolto i risultati di una serie di test realizzati tramite l’app di Altroconsumo CheBanda per verificare la qualità della copertura di rete delle compagnie. In aggiunta erano stati visitati 180 punti vendita per analizzare la trasparenza e correttezza delle fasi di attivazione e la trasparenza delle varie offerte.
Dall’indagine – che verrà pubblicata su Altroconsumo Inchieste di aprile 2020 e che sarà questo mese scaricabile gratuitamente – è emerso che per le compagnie con il miglior punteggio sulla copertura della rete si hanno i comportamenti più scorretti negli store ufficiali e presso i rivenditori, al contrario le compagnie con il punteggio più alto nei comportamenti in negozio sono tra le ultime per quanto riguarda la copertura, rendendo in questo modo difficile la scelta per il consumatore che si vede obbligato a decidere tra buona copertura e comportamenti corretti.
Grazie alla app di Altroconsumo CheBanda è stata valutata la copertura a livello nazionale, considerando le tecnologie 3G, 4G e 5G per i provider proprietari di rete. I parametri che Altroconsumo ha stimato sono la velocità di download e upload, la qualità della navigazione online e quella di visione di filmati in streaming.
Rispetto lo scorso anno tutte le compagnie hanno migliorato le prestazioni in particolare Iliad e Wind-Tre. Al primo posto si piazza Vodafone, seguita da Tim, Wind-Tre e Iliad.
È stata poi effettuata un’indagine a campione in sei città italiane per analizzare la performance di rete anche per gli operatori virtuali, cioè quelli che si appoggiano alla rete di un altro provider per l’erogazione del servizio. La rilevazione ad hoc, mostra come le compagnie proprietarie di rete ottengano risultati migliori in città rispetto alle province, dal momento che gli operatori preferiscono investire in grandi città con un grande bacino di utenza rispetto a zone meno popolose. Inoltre, gli operatori virtuali mostrano performance di rete peggiori rispetto ai gestori di rete cui si appoggiano. Si osserva anche una significativa variabilità nelle performance di rete di operatori virtuali diversi che si appoggiano alla stessa rete.
Sono sei le città prese in esame per l’indagine – Roma, Milano, Torino, Padova, Napoli e Palermo – e 180 punti vendita, store ufficiali e rivenditori. Sono stati presi in considerazione nell’indagine tutti gli aspetti e i vari step che il consumatore deve affrontare nell’accedere ad un’offerta telefonica: la qualità delle informazioni sulle offerte commerciali, il tipo di profilazione del cliente e il processo di attivazione. I passaggi meno chiari sono risultati i costi di attivazione dove ben il 60% dei negozi non riesce a quantificarli correttamente, in particolare CoopVoce, Kena Mobile e Tre. Percentuale analoga sotto il profilo dei costi extra-soglia che vengono ignorati o comunicati in modo sbagliato o impossibili da controllare. Nonostante i miglioramenti rispetto all’indagine condotta lo scorso anno si riscontra nuovamente una cattiva informazione relativa alle penali e ancora una volta non brillano sotto questo aspetto Wind e Vodafone con il 50% di risposte errate date al consumatore. Considerando tutte le varie valutazioni dell’inchiesta, si conferma la tendenza da parte dei leader di mercato Tim e Vodafone – ad avere una rete di vendita poco trasparente. Ai primi posti invece si classificano Poste Mobile, Tiscali Mobile e Iliad.