In Italia la fibra è ancora poco diffusa
Il settore delle telecomunicazioni si prepara a una vera e propria rivoluzione nel corso dei prossimi anni: la Commissione UE, per portare avanti il programma di digitalizzazione europeo, punta alla dismissione della rete telefonica in rame. Il futuro delle connessioni di rete fissa sarà rappresentato dalla fibra ottica FTTH, tecnologia che prevede un collegamento completamente in fibra, senza l’ultimo tratto in rame, come avviene, invece, con la fibra mista rame FTTC, ancora diffusissima in Italia.
Nelle aree dove la fibra non arriva toccherà alla tecnologia FWA, detta anche “fibra mista radio”, garantire agli utenti la possibilità di accesso a Internet tramite una rete wireless in banda ultra-larga. Lo switch off partirà nel 2028 e potrebbe concludersi nel 2030. I tempi sono ridotti e l’Italia dovrà fare i conti con la necessità di aggiornare, in modo significativo, la sua infrastruttura nel corso dei prossimi anni.
La nuova indagine dell’Osservatorio Segugio.it ha preso in considerazione l’attuale stato del mercato di telefonia fissa in Italia, considerando la diffusione delle varie tecnologie, i dati sulla copertura e gli attuali costi di una connessione illimitata per la casa. I numeri confermano una grandissima diffusione delle connessioni in rame, che rappresentano ancora più dei 2/3 degli accessi a Internet da rete fissa. La tecnologia di connessione, invece, non influenza più di tanto i costi, con una differenza minima nel canone mensile medio in base alla connessione.
Il rame è ancora il protagonista assoluto delle connessioni Internet di rete fissa in Italia. Come confermano i dati AGCOM, su oltre 20 milioni di accessi da rete fissa, circa il 68,3% sfruttano l’infrastruttura nazionale in rame. In particolare, gli accessi tramite rete FTTC sono il 49,6% mentre l’ADSL copre ancora il 18,7% degli accessi. La fibra ottica FTTH copre il 21,4% degli accessi mentre la rete FWA garantisce il 10,3%.
Rispetto ai dati di fine 2019, prima che la pandemia accelerasse la digitalizzazione nel Paese, la diffusione della FWA è aumentata di 3,5 punti mentre la fibra ottica FTTH è cresciuta di 15,7 punti. In quattro anni, l’ADSL ha registrato un crollo netto ma la FTTC è cresciuta pur mostrando segni di un primo calo. L’addio al rame, quindi, sarà difficile: più di 2 accessi su 3 da rete fissa in Italia utilizzano la rete che l’UE punta a dismettere.
C’è da considerare anche un problema di copertura. Secondo i dati AGCOM, infatti, attualmente la copertura della rete FTTH è limitata al 59,6% delle famiglie. In varie regioni italiane, al Nord, al Centro, al Sud e sulle isole, ci sono aree con una copertura inferiore al 50% e, in alcuni casi, inferiore al 25%. Complessivamente, sotto la media nazionale, ci sono il 75% delle regioni italiane e il 62% delle province. In sostanza, una fetta rilevante della popolazione, in questo momento, non può accedere alla fibra.
È interessante sottolineare anche l’enorme differenza tra la copertura della fibra, che, potenzialmente, potrebbe essere attivata da quasi il 60% delle famiglie italiane, e l’effettiva diffusione della fibra, che rappresenta poco più del 21% degli accessi totali da rete fissa. Per sostenere la diffusione della fibra, quindi, c’è ancora tanto lavoro da fare, nonostante il sensibile aumento registrato negli ultimi anni in termini di copertura e accessi complessivi.
I dati sulla copertura nazionale della FWA, invece, sono ancora limitati e non c’è alcuna garanzia che questa tecnologia sia effettivamente in grado di sostituire l’ADSL e la fibra mista rame FTTC nel giro di pochi anni, andando a soddisfare il fabbisogno di connettività ad alta velocità delle famiglie e delle imprese italiane non raggiunte dalla fibra ottica. Bisogna, inoltre, sottolineare, come la FWA presenti prestazioni spesso inferiori alla FTTC in grado di garantire una connessione fino a 200 Mega in download.
Dal punto di vista commerciale, attualmente, le varie tecnologie di connessione da rete fissa non hanno particolari differenze per quanto riguarda i costi. In media, infatti, un abbonamento per Internet a casa prevede un canone di 25,51 euro al mese per il primo anno. Limitando l’analisi alle sole offerte FTTH, invece, il costo è di 25,79 euro al mese per il primo anno, risultando solo di poco più costosa rispetto alla media delle offerte. Scegliendo un’offerta Wifi casa senza linea,invece, la spesa risulta di 24,89 euro al mese.
Rispetto agli anni scorsi, inoltre, il mercato di rete fissa non ha subito grossi scossoni, con oscillazioni di prezzo minime. Nel 2023, infatti, un’offerta FWA costava 24,91 euro al mese in media mentre la fibra FTTH costava 25,84 euro al mese. Nell’ultimo anno, quindi, i prezzi sono rimasti sostanzialmente stabili. Nel 2022, prima che l’inflazione e la crescita dei prezzi colpissero anche il settore delle telecomunicazioni, la fibra FTTH costava, in media, 24,71 euro al mese mentre la FWA costava 23,65 euro al mese. Appare evidente, quindi, come non sia il prezzo a limitare la diffusione della fibra FTTH, tecnologia che ha costi stabili e sostanzialmente in linea con altre soluzioni per Internet da rete fissa.