OPTIME, Osservatorio per la Tutela del Mercato dell’Elettronica in Italia, annuncia l’ingresso, nella categoria “Enti Sostenitori”, di Cobat, uno dei principali consorzi nel mondo dell’economia circolare.
Si tratta del quarto sistema collettivo – con Ecodom, Remedia ed Ecolamp – che decide di percorrere la strada intrapresa verso una legalità a tutto tondo.
Cobat è la grande piattaforma italiana di servizi per l’economia circolare. Attraverso un network logistico e di impianti capillarmente diffuso sul territorio nazionale, garantisce un servizio efficiente di raccolta, stoccaggio e avvio al riciclo di qualsiasi tipologia di rifiuto, ottimizzando i costi e abbattendo le emissioni in atmosfera con ritiri “a chilometro zero”.
L’adesione di Cobat attesta ulteriormente l’impegno di Optime anche in tema di responsabilità e sostenibilità ambientale, ed è un’altra conferma del crescente interesse verso l’operato della Federazione e i suoi molteplici ambiti d’azione.
Davide Rossi (nella foto), Presidente di OPTIME, commenta: “Siamo orgogliosi di questo importante ingresso. Cobat è un sistema collettivo estremamente importante nel panorama nazionale, e sono sicuro che sarà in grado di accompagnarci sostenendo la nostra missione con un importante contributo in termini di salvaguardia e sostenibilità ambientale. Siamo infatti convinti che un mercato corretto sia anche un mercato ecosostenibile e responsabile”.
Michele Zilla, Direttore Generale di Cobat, commenta: “Essere innovativi, nel mercato dell’elettronica, non significa solo vendere prodotti tecnologicamente avanzati, ma anche agire in un mercato regolato da una normativa all’avanguardia, nel rispetto dei consumatori e della concorrenza. Cobat oggi è al fianco della Federazione Optime per permettere alle aziende di trasformare il mero rispetto della legge in visione strategica, grazie all’economia circolare. Perché l’economia circolare, oltre a essere un modello sostenibile, è un’opportunità che può avere un impatto economico importante sul futuro dell’industria. Tra qualche anno, l’industria si dividerà in due grandi categorie: chi si è preparato con il necessario know-how e strategie ad hoc a questa imminente rivoluzione e chi non se ne è curato, accumulando così un pesante gap in termini di competitività.”