I Data Center rappresentano elementi capaci di ospitare le infrastrutture tecnologiche necessarie per il funzionamento di vari servizi digitali, e sono diventati negli ultimi anni dei veri e propri pilastri per la nostra società iperconnessa. Questi centri sono fondamentali per la gestione dei dati, l’archiviazione in cloud e la potenza di calcolo delle aziende ma, al contempo, portano con sé anche un enorme consumo energetico.
Condividere un’immagine sui social, ricercare informazioni su un ristorante o, ad esempio, leggere notizie dallo smartphone potrebbero contribuire al riscaldamento di appartamenti e uffici in una città. Secondo alcune stime, una ricerca su Google consuma energia sufficiente ad alimentare una lampadina da 100W per 11 secondi. Sebbene questo dato risalga al 2008, offre comunque un’idea dell’impatto energetico dei Data Center. Tuttavia, il rovescio della medaglia è rappresentato dalla possibilità di trasformare questo consumo energetico in calore recuperabile e riutilizzabile.
Nei Data Center, i server ed apparecchiature generano una significativa quantità di calore durante il funzionamento. Il liquido utilizzato per il raffreddamento raggiunge temperature di 20-30 gradi e viene poi generalmente raffreddato usando la temperatura dell’aria esterna o sistemi di chiller. Tuttavia, è possibile cambiarne il destino, recuperando il calore prodotto dai server e convogliandolo in un impianto di teleriscaldamento.
In Europa, molte città stanno già adottando sistemi per recuperare il calore proveniente dai Data Center. I Paesi del Nord Europa, come Danimarca, Svezia e Paesi Bassi, sono tra i più attivi in questo ambito e stanno già sfruttando questa opportunità. A Copenaghen il calore generato dai Data Center viene immesso nella rete di teleriscaldamento cittadina, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili. Un progetto simile e molto significativo è quello di Stoccolma, dove il calore generato e convogliato nelle reti di teleriscaldamento fornisce energia termica agli edifici cittadini, riducendo di 50 g le emissioni CO2 per kW/h. Si tratta di una soluzione estremamente promettente, che potrebbe abilitare il riscaldamento sostenibile di migliaia di abitazioni ed edifici.
Questo approccio non solo riduce la domanda di energia per il riscaldamento da fonti non rinnovabili, ma consente anche di valorizzare una risorsa che altrimenti andrebbe persa. Un esempio concreto arriva da Parigi, dove, in occasione delle Olimpiadi 2024, è stato sviluppato il progetto “Urban Data Center”. L’iniziativa mira a recuperare il calore prodotto dai server al fine di alimentare l’Olympic Aquatic Centre, sede delle gare di nuoto, dimostrando come la tecnologia possa contribuire alla sostenibilità urbana.
Si tratta di un approccio che offre vantaggi economici e ambientali importanti. Il recupero di calore dai Data Center permette di ridurre i costi di gestione degli edifici, abbassare le emissioni di gas serra e contribuire alla transizione verso un’economia circolare. Tuttavia, l’implementazione su vasta scala richiede investimenti infrastrutturali, come la creazione di nuove reti di teleriscaldamento e una stretta collaborazione tra settore privato e pubblico.
La tecnologia è già pronta e in uso in diversi Paesi del Nord Europa. Allora, perché non sfruttare questa opportunità di recupero energia anche nel nostro Paese?
Adeguare le infrastrutture energetiche del territorio in funzione dei nuovi Data Center previsti entro il 2025 rappresenta un passo fondamentale per segnare l’inizio di un percorso virtuoso.
Secondo l’Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano, nel periodo 2023-2025 sono state annunciate 83 nuove infrastrutture, con investimenti stimati che potrebbero raggiungere i 15 miliardi di euro.
Il recupero di calore dai Data Center figura come uno dei progetti innovativi presentati nel nostro Piano. Milano, in particolare, offre grandi opportunità in questo ambito, posizionandosi come un hub strategico per la diffusione dei Data Center in Italia. Il teleriscaldamento è già una realtà consolidata nella città, con 240mila appartamenti riscaldati e una rete di 375 km che permette di soddisfare il 12% del fabbisogno termico.
A2A abbiamo avviato a Milano la prima partnership industriale in Italia per il recupero di calore dai Data Center destinato al teleriscaldamento. In collaborazione con DBA Group e Retelit, l’energia generata da “Avalon 3” alimenterà la rete cittadina nel Municipio 6 di Milano. Si tratta del più recente e sostenibile Data Center iperconnesso, che con i suoi oltre 3.500 mq e 3,2 MW di potenza rappresenta il più grande punto di interconnessione internet d’Italia. Grazie alla disponibilità di 2,5 MW di potenza termica e al recupero di 15 GWh termici, la rete di teleriscaldamento potrà servire oltre 1.200 famiglie in più ogni anno. Il progetto non solo permetterà di ridurre lo spreco di calore, ma consentirà anche un risparmio energetico pari a 1.300 TEP, evitando al contempo l’emissione di 3.300 tonnellate di CO2 con benefici ambientali pari al contributo di 24.000 alberi.
Oltre alle iniziative in corso a Milano, A2A sta estendendo le proprie infrastrutture di teleriscaldamento anche in altre città, come Brescia e Bergamo, dove sono in corso investimenti in tecnologie di recupero e distribuzione energetica.
Brescia è stata, infatti, la prima città italiana a intuire le potenzialità di questo sistema: qui la rete cittadina è attiva dagli anni Settanta e nel corso del 2023 ha permesso di riscaldare l’equivalente di 180.000 appartamenti, evitando l’emissione di oltre 115.000 tonnellate di CO2. Oggi è alimentata in larga parte dal calore recuperato da termoutilizzatori e acciaierie locali, come Ori Martin e Alfa Acciai. Si sviluppa per 682 chilometri e serve 21.700 utenze. Il termovalorizzatore di Brescia, in particolare, alimenta oltre il 70% della rete cittadina, soddisfacendo il fabbisogno di 200.000 famiglie. I numeri testimoniano l’efficacia del sistema, che si è ulteriormente migliorato con l’implementazione di un nuovo intervento di flue gas cleaning.
A Bergamo, invece, la rete di teleriscaldamento cittadina presenta un’estensione di 85 chilometri e riscalda più di 800 stabili pari a oltre 30.000 appartamenti equivalenti, evitando l’emissione di 20.000 tonnellate di CO2. Nei prossimi cinque anni, A2A Calore e Servizi prevede di espandere la rete di ulteriori 22 chilometri, portando vantaggi economici e ambientali alle famiglie del territorio. Con il recente progetto di recupero del calore di scarto proveniente dal termovalorizzatore di Rea Dalmine noi di A2A prevediamo di riuscire a riscaldare ulteriori 11.000 appartamenti equivalenti, riducendo le emissioni di CO2 di circa 15.000 ulteriori tonnellate annue, un impatto equivalente a quello di un impianto fotovoltaico composto da 25.000 pannelli. Con il nuovo assetto cogenerativo, costituito da una nuova turbina e da uno scambiatore di calore, a parità di rifiuti trattati verranno prodotti 95 GWh elettrici all’anno.
Si tratta di esempi di utilizzo efficiente e circolare delle risorse a conferma dell’impegno della nostra Life Company verso la decarbonizzazione delle città attraverso tecnologie innovative.
Oltre ad Avalon 3, A2A sta lavorando anche a un progetto in collaborazione strategica con Qarnot, la prima azienda al mondo specializzata in Cloud computing, HPC e infrastrutture IT.
Il progetto pilota prevede, a regime, la possibilità di recupero di 16 GWh termici da immettere nella rete di teleriscaldamento di Brescia. Attraverso questa partnership, Qarnot potrà implementare la sua infrastruttura avanzata di Data Center in Lombardia, svolgendo un ruolo fondamentale nella generazione di calore rinnovabile e riducendo significativamente l’impronta di carbonio delle operazioni di calcolo. Un altro tema importante è quello delle fonti energetiche rinnovabili. Sempre più Data Center si stanno orientando verso l’utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili come il solare o l’eolico. In questo contesto abbiamo annunciato progetti di implementazione di Data Center alimentati da energia verde, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 e contribuire alla transizione energetica.
In linea con il Piano Strategico al 2035, recentemente aggiornato, il nostro percorso dimostra come il teleriscaldamento di nuova generazione rappresenti una soluzione efficace per diminuire l’impatto ambientale nelle città italiane, offrendo allo stesso tempo un’alternativa ecologica al riscaldamento tradizionale.
Oltre al recupero di calore, miriamo a cogliere le altre opportunità di business, proponendoci come partner industriale per soddisfare le esigenze operative dei Data Center: PPA per la gestione integrata ed efficiente dei servizi energetici; servizi di Energy management per la gestione e dispacciamento dell’energia prodotta in eccesso; fornitura di asset, impianti, sistemi di accumulo o spazi forniti di collegamento in Alta Tensione per supportare la domanda energetica dei Data Center.
Guardando al futuro, il settore dei Data Center continuerà a crescere, spinto dalla digitalizzazione, dall’intelligenza artificiale e dall’Internet of Things. Tuttavia, l’attenzione all’efficienza energetica e al recupero delle risorse diventerà cruciale per garantire che questa espansione avvenga in un’ottica di sviluppo sostenibile. Con i nuovi modelli in fase di sviluppo è stata calcolata una riduzione fino al 70% degli sprechi rispetto alla media. Un’opportunità da non perdere, esempio di come l’innovazione possa trasformare una sfida energetica in una risorsa preziosa per la collettività, in linea con i principi dell’economia circolare.