IBM pubblica il suo primo State of Sustainability Readiness Report
IBM ha pubblicato il suo primo State of Sustainability Readiness Report 2024, rivelando che l’88% dei leader aziendali intervistati sta pianificando di aumentare l’investimento in IT per la sostenibilità nei prossimi 12 mesi. La ricerca mostra che oltre la metà degli intervistati che operano in diversi settori considera gli investimenti in tecnologia per la sostenibilità come un’opportunità di crescita e non solo di riduzione dei costi.
Nonostante i leader manifestino questa opinione, tuttavia, il report rivela che l’azione non corrisponde all’obiettivo, soprattutto quando si tratta di tecnologia AI.
Il Report State of Sustainability Readiness 2024 è stato condotto in modo indipendente da Morning Consult e sponsorizzato, analizzato e pubblicato da IBM. Sono state condotte interviste tra aprile e maggio 2024 a 2.790 dirigenti aziendali e decision maker di 15 settori e 9 diversi paesi. Il report include anche casi di studio sull’intersezione tra sostenibilità e tecnologia di Water Corporation, Downer Group e Neste.
Quasi unanimemente, gli intervistati hanno espresso un giudizio positivo sul potenziale dell’intelligenza artificiale per la sostenibilità: 9 su 10 concordano sul fatto che l’AI influenzerà positivamente il raggiungimento dei loro obiettivi di sostenibilità. Tuttavia, il report ha rilevato che il 56% delle organizzazioni non utilizza ancora attivamente l’intelligenza artificiale per la sostenibilità. Questa discrepanza può essere dovuta a vincoli di bilancio, dato che gli intervistati hanno indicato la pianificazione finanziaria come la sfida principale per gli investimenti nella sostenibilità. Secondo il report, il 48% degli investimenti in IT per la sostenibilità sono “una tantum” e non sono finanziati da un budget operativo regolare.
Per sfruttare responsabilmente il potenziale dell’AI, le organizzazioni devono anche tenere conto del grande impiego di energia che essa richiede, cosa che i leader stanno cercando di mitigare. Questa nuova tendenza all’adozione dell’intelligenza artificiale sta spingendo le organizzazioni ad adottare pratiche più sostenibili, come l’ottimizzazione delle posizioni per l’elaborazione dei dati, l’investimento in processori a basso consumo energetico e lo sfruttamento delle collaborazioni open-source. Queste strategie possono non solo ridurre l’impronta ambientale dell’AI, ma anche migliorare l’efficienza operativa e l’efficacia dei costi. Anche il reperimento dei giusti talenti nel campo dell’AI è un problema: trattenere personale esperto in un contesto di carenza di competenze è tra le prime tre sfide aziendali in materia di sostenibilità che i leader devono affrontare, secondo il report.
“Le aziende vedono nell’AI un enorme potenziale per incrementare sia i loro sforzi di sostenibilità che i loro profitti, ed è entusiasmante vedere questi incentivi allineati”, afferma Christina Shim, Chief Sustainability Officer di IBM. “I leader devono essere attenti a ridurre al minimo l’impatto ambientale durante l’adozione dell’AI, ma i dati dimostrano che ci sono molte opportunità di progresso sia in termini di sostenibilità che di costi”.
Mentre le organizzazioni continuano a includere pratiche e tecnologia sostenibili nelle loro operazioni, una domanda chiave rimane senza risposta: come si misura la sostenibilità? I leader intervistati hanno guardato soprattutto all’efficienza delle risorse, citando il consumo di energia rinnovabile, il consumo totale di energia e il riciclaggio come i loro tre principali KPI per i risultati di sostenibilità.
Il report ha rivelato, inoltre, che la misurazione dei KPI di sostenibilità è una delle prime tre sfide attuali affrontate dagli intervistati: il 50% dei dirigenti aziendali ha notato che i dati per misurare i KPI di sostenibilità non sono maturi, il che può rendere il processo di reporting ancora più impegnativo.
“Sia che le organizzazioni stiano cercando di iniziare il loro percorso di sostenibilità o che abbiano già esperienza in materia, la raccolta e la classificazione accurata dei dati è fondamentale per sviluppare pratiche più sostenibili”, afferma Kendra DeKeyrel, VP, ESG & Asset Management Products Leader di IBM. “Questa ricerca dimostra che i leader aziendali comprendono l’importanza di un approccio alla sostenibilità basato sui dati e sono disposti a investire nella tecnologia per accelerare questo processo”.
Oltre la metà degli intervistati concorda sul fatto che il reporting e la conformità sono una sfida per la propria organizzazione, ma solo una parte ha indicato il miglioramento dell’accuratezza del reporting come uno dei tre principali vantaggi che apprezzerebbero maggiormente dall’uso di una nuova tecnologia. Organizzazioni come Ikano group, ad esempio, stanno riscontrando risultati positivi dell’investimento in soluzioni per automatizzare l’acquisizione e l’analisi dei dati ESG. Sono stati in grado di acquisire e tenere traccia di oltre 15.000 tipi di dati per il reporting CSRD, risparmiando migliaia di ore di lavoro nel processo di reporting.
Il report ha anche rivelato un significativo divario tra i top manager e il loro personale quando si tratta di percezione e aspettative di sostenibilità: i dirigenti apicali sono più ottimisti dei loro vicepresidenti e direttori quando si tratta di rafforzare la resilienza climatica. Infatti, il 67% di essi considera i propri sforzi di resilienza climatica come proattivi, rispetto ad appena il 56% dei decisori di livello inferiore. Questa disparità riguarda temi quali i rischi finanziari, i rischi delle infrastrutture fisiche e i rischi della catena di approvvigionamento.
Il Report State of Sustainability Readiness di IBM fornisce alcune raccomandazioni ai leader aziendali e alle organizzazioni che desiderano affrontare le sfide di sostenibilità.
Occorre investire negli strumenti di AI più adatti alla propria organizzazione: ad esempio, l’AI generativa può fornire intuizioni che aiutano a identificare le opportunità di riduzione delle emissioni di carbonio e a creare scenari e algoritmi per pratiche aziendali più sostenibili. Questo può fornire alle organizzazioni gli insight necessari per affrontare le crisi climatiche e trasformare le ambizioni di sostenibilità in azioni.
Bisogna poi fare leva sui dati per ridurre il divario di percezione tra dirigenti di alto livello e decision maker di basso livello: poiché le principali sfide alla sostenibilità sono in continua evoluzione, le organizzazioni dovrebbero raccogliere dati riguardanti la totalità del loro business per comprendere meglio la differenza di percezione tra dirigenti apicali e decision maker di livello aziendale inferiore. L’utilizzo di strumenti di analisi dei dati e di reporting può far emergere i punti ciechi e mantenere la visibilità e l’allineamento in tutta l’organizzazione.