L’Edge computing racchiude e consente l’esecuzione di applicazioni ai bordi della rete mediante la raccolta, l’elaborazione, lo storage e l’analisi dei dati vicino ai punti in cui i contenuti vengono prodotti e fruiti dai dispositivi di utenti finali, abilitatori e controller.
L’Edge cloud porta le funzionalità e i benefici dei servizi cloud più in prossimità delle apparecchiature degli utenti e, nel caso del 5G, più vicini ai dispositivi industriali radio-enabled e alle funzioni applicative IIoT.
È la prossimità dell’edge cloud, insieme all’edge computing, che fornisce alle applicazioni degli utenti vantaggi quali bassa latenza, disponibilità e affidabilità e garantisce prestazioni richieste per i casi d’uso che richiedono larghezza di banda elevata e sono sensibili alla latenza, come ad esempio IIoT, realtà virtuale/aumentata e l’industria 4.0.
Avendo la monetizzazione del 5G come premio finale, la tecnologia dell’edge cloud computing prolifererà rapidamente grazie anche alla realizzazione delle reti 5G da parte dei provider di servizi di comunicazione, con decine di centrali e migliaia di siti di cloud-edge distribuito.
Per essere in grado di concretizzare e gestire con successo i vari casi d’uso di edge computing, servizi e applicazioni, è chiaro che l’orchestrazione delle risorse su data center edge a ingombro ridotto e distribuiti geograficamente costituirà la prossima sfida per i CSP e le aziende di grandi dimensioni. Tali implementazioni richiederanno un livello elevato di automazione intelligente “context-aware” e correlazione in tempo reale di rete, servizi e risorse applicative.
L’ambiente dell’edge cloud computing evolverà, usando soluzioni come Network as Code, multi cloud, open API exposure e AI/ML con orchestrazione basata sul closed loop intent. Questi elementi creeranno un ecosistema convergente ai bordi della rete al fine di soddisfare la grande mole di richieste degli utenti, garantite attraverso elevata agilità e costi operativi ridotti.
Pertanto, l’orchestrazione edge è un fattore cruciale e gli ecosistemi edge evolveranno per diventare una colonna portante del viaggio verso la trasformazione digitale dei CSP, consentendo loro di acquisire una rilevanza di mercato che va oltre la semplice connettività.
Nel mondo delle telecomunicazioni, il digital twin è la rappresentazione virtuale di una rete basata su dati in tempo reale provenienti da fonti multiple, quali data lake ML, edge cloud, dispositivi IoT, dati degli utenti, sensori e molto altro ancora. La finalità è l’utilizzo della simulazione e del machine learning per visualizzare e prevedere gli effetti di vari scenari senza doverli implementare nelle reti fisiche.
Il digital twin non è una novità; infatti, il termine è stato coniato dalla NASA nel 2010. Da allora, la tecnologia è stata adottata in modo massiccio nell’industria aerospaziale e nei settori automobilistici e della progettazione urbana.
Mentre i CSP adottano e accelerano la trasformazione digitale al fine di soddisfare i complessi casi d’uso verticali 5G di consumatori e industrie, i digital twin possono monitorare e “aumentare” la rappresentazione di tali sistemi complessi in tempo reale. Ciò aiuterà i CSP a meglio comprendere la rete, i processi e i clienti, e il reciproco impatto.
I primi casi d’uso che stiamo esplorando presso Nokia Core Networks comprendono: Monitoraggio della rete, con previsione delle anomalie e self-healing; Aggiornamento del software funzionale di rete e servizio di gestione delle versioni; Pianificazione e configurazione visiva della rete nel Digital Sandbox, per l’analisi dell’impatto prima della realizzazione della rete stessa; Simulazione del consumo energetico e dei costi di gestione dei servizi basati sulla funzione euro/MW; Simulazione del routing a costo inferiore (least cost) per riprodurre e valutare il costo di dati/chiamate di routing tramite vari gestori interconnessi invece di eseguire il routing effettivo; Simulazione di malfunzionamenti di interfaccia e re-routing del traffico, per rappresentare l’impatto dei guasti sulla rete e sui servizi.
Proiettandoci in avanti, prevediamo una significativa crescita dell’accesso satellitare per le reti non terrestri, che utilizzano per la trasmissione veicoli spaziali/aviotrasportati, nonché dispositivi che accedono direttamente alla connettività satellitare. Si tratta di una straordinaria funzionalità resa possibile dai satelliti LEO, più piccoli, più leggeri e molto più economici da realizzare, lanciare e gestire rispetto ai tradizionali satelliti geostazionari e in orbita media.
3GPP lavora alla standardizzazione 5G NTN come parte della release 17, per il 5G Avanzato (R18), e questa tecnologia viene vista come parte integrante del 6G nella fornitura di connettività ovunque.
L’accesso satellitare 5G NTN crea molteplici possibilità, tra cui: Copertura 5G di aree rurali e remote, azzeramento dei divari nelle reti esistenti; Connettività 5G globale nelle aree prive di copertura terrestre; Banda larga mobile globale e copertura IoT con connettività a basso costo; Accesso wireless fisso; Servizi a tasso di dati IoT ridotto per una maggiore durata delle batterie; Connettività per aeromobili, navi e zone sinistrate.
In un precedente articolo di Nokia si leggeva come il Core Network Software-as-a-Service offrisse hardware, software e servizi in bundle a fronte di un abbonamento di tipo pay-as-you-grow. Core SaaS offre semplicità e un approccio più predittivo e basato su OPEX.
Nel 2023 e oltre, i servizi saranno distribuiti, implementati e gestiti su molteplici risorse, quali cloud pubblici, edge cloud, reti e dispositivi, tutti operanti insieme per fornire un singolo servizio o serie di servizi. I CSP evolveranno da provider Core SaaS a provider N+aaS con l’offerta alle imprese di cloud, connettività, contenuti e risorse dati.
N+aaS si basa sul Core SaaS, andando al di là della connettività di base per offrire un valore aggiunto sotto forma di posizionamento, presenza e altre informazioni dettagliate pilotate dalla rete, che vengono estratte a vantaggio dei servizi digitali. L’attuale modalità di erogazione del Core SaaS da cloud pubblici verrà estesa verso l’utilizzo di risorse locali, al fine di soddisfare le esigenze delle applicazioni future in realtà aumentata, gaming o automazione che necessitano di ancore locali atte a fornire bassa latenza, trasferimento di dati efficiente e maggiore sicurezza e privacy.
Onde agevolare l’erogazione da parte del N+aaS di servizi comprendenti molteplici risorse provenienti da svariate fonti, i CSP devono supportare in modo perfetto la condivisione di risorse arbitrarie, di domini applicativi arbitrari, con gruppi di consumatori arbitrari su molteplici campi amministrativi.
La rete di reti o la Cloud Federation saranno elementi chiave per raggiungere tale complessa condivisione di risorse provenienti da numerosi ambienti cloud, quali cloud pubblici, cloud privati e hybrid cloud, nonché da data center on-premises.
È attuabile la condivisione di una vasta gamma di risorse e servizi dinamici, quali il cloud bursting, la telemetria e i dati di osservabilità di eventi e allarmi, la collaborazione di condivisione dei dati basata su requisiti regolamentari, i modelli di disaster recovery e così via. Qualsiasi tipo di collaborazione organizzativa potrà essere agevolata tramite un metodo di protezione atto a condividere selettivamente i dati con partner specifici.
L’adozione di ecosistemi cloud federati consente agli utenti di beneficiare di maggiore affidabilità e flessibilità per l’implementazione di risorse su molteplici cloud provider, secondo i propri requisiti aziendali, e di servizi che sfruttano le molteplici risorse come catene di servizi distribuiti.
In ogni caso, la cloud federation è a uno stadio embrionale, per cui sono necessari sforzi volti a integrare perfettamente le molteplici risorse con l’adeguata sicurezza e titolarità degli utenti.
( a cura di Claudio Santoianni, Direttore Marketing & Corporate Affairs Italia di Nokia)