Nel 2019 la fruizione della televisione è stabile, ma si registra una flessione dei telespettatori della tv tradizionale, mentre resta salda l’utenza della tv satellitare e crescono significativamente la tv via internet e la mobile tv. Si combinano sempre di più programmazione lineare e palinsesti personali. La radio continua a rivelarsi all’avanguardia dentro i processi di ibridazione del sistema dei media. Complessivamente, i radioascoltatori sono il 79,4% degli italiani, stabili da un anno all’altro. Ma se la radio ascoltata in casa attraverso l’apparecchio tradizionale perde 5,3 punti percentuali di utenza, l’autoradio è stabile e l’ascolto delle trasmissioni radiofoniche via internet con il pc e soprattutto attraverso lo smartphone è sempre più rilevante.

Si registra ancora un aumento dell’utenza di internet: dal 78,4% al 79,3% della popolazione, con una differenza positiva di quasi un punto percentuale in un anno. Gli italiani che utilizzano gli smartphone salgono dal 73,8% al 75,7%. I social network più popolari sono YouTube, utilizzato dal 56,7% degli italiani, Facebook dal 55,2%, Instagram dal 35,9%. E WhatsApp è utilizzato dal 71% degli italiani: il 3,5% in più in un anno.

La spesa delle famiglie per i consumi mediatici tra il 2007 e il 2018 evidenzia come, mentre il valore dei consumi complessivi ha subito una drastica flessione, senza essere ancora tornato ai livelli pre-crisi, la spesa per l’acquisto di telefoni ed equipaggiamento telefonico ha segnato anno dopo anno un vero e proprio boom, di fatto quadruplicando in valore, quella dedicata all’acquisto di computer e audiovisivi ha conosciuto un rialzo rilevantissimo, mentre i servizi di telefonia si sono assestati verso il basso per effetto di un riequilibrio tariffario. La spesa per libri e giornali ha subito invece un vero e proprio collo nel decennio, che però si è arrestato nell’ultimo anno, quando c’è stato invece un rialzo del 2,5%.

La piramide dei media dei più anziani vede al vertice la televisione, con i quotidiani e i periodici collocati ancora sopra internet e smartphone. Televisione e carta stampata, dunque, costituiscono le fonti principali per chi ha 65 anni e oltre. Una vera piattaforma di accesso digitale si presenta invece tra i più giovani. Tra chi ha 14-29 anni risultano appaiati internet, tv, telefono cellulare e social media: in questo caso siamo compiutamente nel regno della transmedialità.

La più ricca piattaforma mediatica è quella su cui si collocano gli abitanti delle grandi città, in cui praticamente tutti i dati si posizionano al di sopra della media nazionale dei consumi mediatici, con l’eccezione dei quotidiani, letti solo dal 20,4% della popolazione. Nelle aree metropolitane hanno preso più piede sia la mobile tv che la tv on demand. Al contrario, nei centri urbani minori i consumi mediatici sono per la maggior parte al di sotto della media nazionale, con la sola eccezione dei quotidiani: il 40,5% di lettori, cioè il doppio rispetto alle grandi città.

La famiglia costituisce ancora di gran lunga il primo fattore di identificazione. Lo è per il 76,3% degli italiani e in misura maggiore per gli anziani. L’essere italiano e il legame con il proprio territorio di origine si collocano a poca distanza l’uno dall’altro. Segue il lavoro, una leva di identificazione più forte tra chi ha una età compresa tra 30 e 44 anni. Poi la fede religiosa e le convinzioni politiche. Solo dopo viene l’identità europea. Ma per il 3,5% è il proprio profilo sui social network a determinarne l’identità, e questa percentuale sale al 9,1% tra i giovani: uno su dieci.

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