Roma, 24 apr. (askanews) - Sentinel-3B, satellite del programma europeo Copernicus per l'osservazione e il monitoraggio della Terra, è pronto a raggiungere il suo gemello già in orbita da due anni. Il liftoff della sentinella è programmato per domani, 25 aprile, dal cosmodromo russo di Plesetsk quando in Italia saranno le 19.57. Completando la costellazione della prima serie di missioni Sentinel, il lancio di Sentinel-B rappresenta una importante pietra miliare per il programma europeo Copernicus, guidato dalla Commissione europea in collaborazione con l'Esa. Ciascuna missione - spiega l'Agenzia spaziale europea - è dotata di tecnologia all'avanguardia per consegnare il flusso di dati ed immagini complementari che sono centrali a questo programma esclusivo di monitoraggio ambientale. Una volta in orbita, si unirà al suo gemello, Sentinel-3A lanciato nel 2016. Insieme i due satelliti assicurano la miglior copertura e fornitura dati per il programma Copernicus. I due satelliti radar Sentinel-1 e due satelliti ottici Sentinel-2 operano in una modalità simile. Sentinel-5P è unico nel suo genere all'interno della costellazione Copernicus in quanto è una missione a singolo satellite, ma la sua fascia di acquisizione estremamente ampia copre tutta la Terra ogni 24 ore. Con a bordo una serie di strumenti all'avanguardia, Sentinel-3 è senza dubbio il satellite più complesso delle missioni Sentinel offrendo un quadro più ampio per Copernicus. Concentrandosi sugli oceani della Terra, Sentinel-3 misura temperatura, colore e altezza del livello della superficie del mare nonché lo spessore del ghiaccio marino. Tali misurazioni sono utilizzate, per esempio, per monitorare i cambiamenti del livello del mare, l'inquinamento marino e la produttività biologica. Sulla terraferma, questa missione innovativa fornisce informazioni per monitorare gli incendi boschivi, mappare il modo in cui la terra viene utilizzata, osservare lo stato della vegetazione e misurare i livelli di fiumi e laghi, completando le misurazioni in alta risoluzione della missione gemella Sentinel-2. Dal punto di vista industriale, Leonardo svolge un ruolo di primo piano nel programma Copernicus, rappresentando un partner fondamentale sia nello sviluppo dei sistemi sia nelle varie applicazioni satellitari del programma. Thales Alenia Space (Thales 67% e Leonardo 33%) è responsabile, come prime contractor, della progettazione, sviluppo, integrazione e collaudo delle costellazioni per le missioni Sentinel-1 e Sentinel-3. In particolare, i satelliti Sentinel-1 sono progettati e integrati dall'azienda interamente in Italia. Sui satelliti Sentinel-1 sono installati i sensori d'assetto e le unità di potenza realizzati da Leonardo, mentre Sentinel-3 è equipaggiato con i radiometri SLSTR (radiometri in grado di misurare da 800 km di altezza la temperatura degli oceani e della terra con una precisione del decimo di grado) e con i pannelli fotovoltaici di Leonardo, a bordo anche del precursore di Sentinel-5. Telespazio (Leonardo 67% e Thales 33%) è uno dei principali partner industriali di Copernicus: contribuisce allo sviluppo del segmento di Terra e delle operazioni; attraverso la controllata e-GEOS (società di Telespazio e Asi) rende disponibili i dati della costellazione COSMO-SkyMed e fornisce servizi e applicazioni geospaziali per il monitoraggio del territorio, gli interventi di emergenza e la sicurezza marittima. I dati acquisiti dai satelliti delle famiglie Sentinel-1 e Sentinel-2 sono ricevuti per l'Italia dal Centro Spaziale di Matera gestito da eGEOS, una delle tre stazioni di terra del Core Ground Segment di Copernicus.

C3S e CAMS sono servizi Copernicus, programma di osservazione della Terra dell’Unione Europea, implementati dal Centro Europeo per le Previsioni meteorologiche a medio Termine. I loro dati forniscono il primo quadro completo e globale delle temperature 2018 e dei livelli di CO2. I risultati sono in linea con le precedenti proiezioni del WMO e del Global Carbon Project per il 2018. Il dataset relativo alla temperatura di Copernicus Climate Change Service mostra che la temperatura media globale dell’aria superficiale è stata di 14,8° C, 0,2° C inferiore a quella del 2016, l’anno più caldo mai registrato. I dati, inoltre, dimostrano che gli ultimi quattro anni sono stati i più caldi mai registrati, con un 2018 che è stato il quarto anno più caldo, con temperature non molto distanti da quelle del 2015, il terzo anno più caldo. Il 2018 è stato più caldo di 0,4° C rispetto alla media registrata nel trentennio 1981-2010. La temperatura media degli ultimi 5 anni è stata di 1,1°C superiore alla media preindustriale. L’Europa ha registrato temperature annuali inferiori di 0,1° C rispetto ai due anni dal caldo record, 2014 e 2015.

Inoltre, secondo le misurazioni satellitari delle concentrazioni globali di CO2 nell’atmosfera la CO2 ha continuato a crescere nel 2018 ed è aumentata di 2,5 +/- 0,8 ppm/anno.

I dati sulla temperatura forniti da C3S per il 2018 rappresentano il primo set completo di informazioni ad essere pubblicato e che include anomalie annuali e medie a livello globale. C3S è in grado di fornire velocemente un quadro complessivo perché si tratta di un programma operativo che elabora quotidianamente milioni di osservazioni terrestri, marine, aeree e satellitari. Per riunire tutte queste osservazioni viene utilizzato un modello matematico, analogamente a quanto applicato alle previsioni meteorologiche. Il vantaggio per gli utenti è quello di poter avere una stima accurata delle temperature in qualsiasi momento o luogo scelto – anche in aree scarsamente osservate come le regioni polari.

I dati di Copernicus C3S mostrano che nel 2018 le temperature superficiali sono state superiori di oltre 0,4° C rispetto alla media a lungo termine registrata nel periodo 1981-2010. Il riscaldamento più pronunciato rispetto alla media a lungo termine si è verificato nell’Artico, in particolare nello Stretto di Bering tra Stati Uniti e Russia e attorno all’arcipelago delle Svalbard. La maggior parte delle aree terrestri sono state più calde della media, in particolare Europa, Medio Oriente e Stati Uniti occidentali. Al contrario, la parte nordorientale dell’America settentrionale e alcune aree centrali della Russia e dell’Asia centrale hanno registrato temperature annue inferiori alla media.

A parte i mesi di febbraio e marzo che sono stati relativamente freddi, l’Europa ha registrato temperature superiori alla media in tutti i mesi dell’anno. A partire dalla fine della primavera e proseguendo fino all’autunno, e in alcune località anche in inverno, l’Europa settentrionale e centrale ha registrato condizioni climatiche che sono state in maniera costante più calde e asciutte rispetto alla media. 

Il metodo utilizzato per la raccolta di dati sulla temperatura C3S integra quello di altri dataset che utilizzano misurazioni a terra sul lungo periodo. I dataset differiscono principalmente per il modo in cui rappresentano le regioni polari e le temperature al di sopra degli oceani. La combinazione dei dataset restituisce il quadro più completo possibile. Questa analisi mostra che la temperatura globale dell’aria superficiale è aumentata in media di 0,1° C ogni 5-6 anni dalla metà degli anni 70 e che gli ultimi cinque anni sono stati circa 1,1° C al di sopra delle temperature dell’era preindustriale. 

Il WMO unirà i diversi tipi di dataset delle temperature per la propria relazione sullo stato del clima nel 2018, relazione che sarà pubblicata nel marzo 2019 e dovrebbe confermare i risultati di C3S.

L’analisi dei dati satellitari indica che le concentrazioni di anidride carbonica sono aumentate negli ultimi anni, 2018 incluso. Il dataset è una combinazione di due dataset generati per C3S e CAMS. 

Mentre i rapporti del WMO e del Global Carbon Project si basano su osservazioni di superficie, questo dataset relativo alla CO2 fornito da Copernicus si basa su osservazioni satellitari. La quantità monitorata è la concentrazione media di CO2 per l’intera colonna d’aria sopra una data posizione, chiamata XCO2. Poiché gli strati atmosferici più alti, come la stratosfera, contengono tipicamente meno CO2, i valori di XCO2 sono solitamente leggermente inferiori alle concentrazioni di CO2 misurate vicino alla superficie terrestre. Questo è il motivo per cui i valori di XCO2 del satellite sono simili, ma non esattamente identici alle stime basate sulle osservazioni di superficie.

Il tasso di crescita medio annuo stimato di XCO2 per il 2018 è di 2,5 +/- 0,8 ppm/anno. Si tratta di un tasso di crescita superiore a quello del 2017, che era di 2,1 +/- 0,5 ppm/anno, ma inferiore a quello di 3,0 +/- 0,4 ppm/anno del 2015. Il 2015 è stato un anno con il forte evento climatico El Niño che ha portato a un assorbimento più debole del normale da parte della vegetazione terrestre di CO2 atmosferica, ovvero un più debole assorbimento naturale di CO2, e a grandi emissioni di CO2 derivanti da incendi, per esempio in Indonesia.

In linea con l’accordo di Parigi del 2015 sui cambiamenti climatici, i paesi partecipanti prevedono di riesaminare lo status quo ogni cinque anni. La recente pubblicazione del report “Riscaldamento Globale di 1,5°C” da parte di Intergovernmental Panel on Climate Change sottolinea ulteriormente l’urgenza di attuare misure efficaci per mitigare i cambiamenti climatici. Copernicus Climate Change Service e Copernicus Atmosphere Monitoring Service contribuiscono in modo rilevante a questi sforzi fornendo informazioni tempestive e accurate sulla temperatura globale attuale e sullo stato delle emissioni di CO2.

Oltre ai valori annuali di temperatura, C3S pubblica regolarmente all’inizio di ogni mese dei bollettini climatici, riportando i cambiamenti relativi alla temperatura globale dell’aria superficiale, ai ghiacciai e alle variabili idrologiche. È ora disponibile l’ultimo aggiornamento climatico per il mese di dicembre a livello globale, le temperature sono state di poco al di sopra della media dei mesi di dicembre 1981-2010; il Canada, il settore atlantico dell’Artico e la Russia settentrionale hanno registrato temperature nettamente superiori alla media; gran parte della Russia meridionale, dell’Asia centrale e della Cina hanno visto temperature al di sotto della media; in Australia si sono verificate condizioni eccezionali di clima caldo e secco; in Europa, le temperature sono state generalmente superiori alla media, ma i Balcani meridionali e la Grecia hanno visto temperature inferiori alla media.

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