Mancano pochi giorni all’inizio di COP26, la conferenza dei paesi delle Nazioni Unite che si tiene a Glasgow per discutere sui temi del cambiamento climatico e la ricerca Climate Reality Barometer di Epson, in linea con questo argomento, evidenzia una sorprendente realtà. I risultati di questa indagine mostrano infatti in maniera inequivocabile un divario significativo tra la percezione dei cambiamenti climatici da parte delle persone e la reale gravita` dell’emergenza, documentata dalle ricerche sul campo. Dati allarmanti, infatti, emergono anche dalla campagna di Epson “Turn Down the Heat – Contrastiamo il riscaldamento globale“, svolta in collaborazione con la National Geographic Society: la professoressa Katey Walter Anthony svela che la fusione del permafrost libera nell’atmosfera enormi quantità di metano, un potente gas serra che accelera il riscaldamento globale.
E’ ora di fare qualcosa per frenare questa preoccupante situazione: iniziare ad adottare comportamenti responsabili con l’uso di tecnologie sostenibili è un primo passo. Epson ha sviluppato tecnologie che dimostrano di avere un basso impatto ambientale: un esempio è la tecnologia inkjet a freddo, che in virtù di un consumo energetico estremanente basso riduce l’impatto sul pianeta in termini di CO2 equivalente.
Svolta in 15 Paesi, tra cui l’Italia, questa indagine registra come l’emergenza climatica sia davanti agli occhi di tutti ed è davvero preoccupante che così tante persone non ne riconoscano l’esistenza sino quasi a negarla nei termini in cui si prospetta. È un campanello d’allarme per tutti, governi, aziende e singoli cittadini, affinchè collaborino in modo che il vertice COP26 prenda le decisioni e ispiri le azioni necessarie per mitigare i cambiamenti climatici.
Nonostante la situazione allarmante, il 46% degli italiani si dichiara ottimista: tra i motivi più comuni rientrano la crescente consapevolezza dell’opinione pubblica sui cambiamenti climatici e la capacità della scienza e della tecnologia di fornire delle soluzioni; molti invece ritengono che la responsabilita` di affrontare l’emergenza ricada principalmente su stati e industrie: in Europa il 27% identifica i governi e il 18% le aziende come “piu` responsabili”.
Il Climate Reality Barometer suggerisce dunque che tutte le aziende, a prescindere dalle dimensioni, devono iniziare a offrire alle altre imprese e ai consumatori soluzioni sostenibili a supporto delle innovazioni. Ad esempio, i dispositivi presenti negli uffici possono avere un elevato consumo energetico e di conseguenza un significativo impatto sull’ambiente, quindi è utile che le società considerino le alternative dotandosi di tecnologie che consumano meno, aspetto che gioca un ruolo non secondario nel ridurre il riscaldamento globale.
La professoressa Katey Walter Anthony spiega: “L’Artide si sta letteralmente sciogliendo sotto i nostri occhi e quello che succede nell’Artico non rimane nell’Artico. Le ripercussioni riguardano la Terra intera. E se le aziende iniziano a prendere decisioni intelligenti sulla tecnologia che utilizzano, potranno fare la differenza anche in termini di difesa dell’ambiente”.
Per frenare questa situazione, la campagna suggerisce alcune misure utili da adottare: economia circolare: è importante che le imprese considerino con atteggiamento responsabile l’acquisto di nuovi dispositivi per l’ufficio, favorendo prodotti più sostenibili; energia rinnovabile: ricavare energia da fonti rinnovabili “pulite” come l’energia solare ed eolica consente di ridurre il riscaldamento terrestre; sostenibilità nell’intera catena di fornitura; impegno anche nel futuro: per tutelare il pianeta è fondamentale che le aziende mantengano comportamenti virtuosi anche in futuro, ampliando le attività sostenibili.