L’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi e rappresentanti del Governo angolano hanno firmato un Protocollo di Intesa ed una serie di altri accordi che spaziano dallo sviluppo locale alle energie rinnovabili, dalla salute alla ricerca di idrocarburi e che si inquadrano nella strategia di sviluppo a lungo termine di Eni, che coniuga il business tradizionale con l’impegno per la crescita diversificata e sostenibile dei territori in cui opera.
Il Protocollo prevede lo sviluppo di progetti di accesso all’energia, diversificazione economica, life on land, accesso ad acqua sicura e servizi igienico-sanitari, accesso a servizi di sanità pubblica e istruzione. Area prioritaria di intervento sarà l’enclave di Cabinda, nel nord del Paese, nella quale si prevede un impatto positivo su almeno 180.000 persone, con la creazione di circa 6.500 posti di lavoro e generando una capacità di riduzione delle emissioni di CO2 pari a circa 380 kt all’anno. Questo programma di sviluppo integrato è stato progettato nell’ambito del Piano di Sviluppo Nazionale dell’Angola, dei Contributi Nazionali Determinati e contribuisce agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 del Paese.
Eni e il Governo dell’Angola hanno altresì firmato l’Accordo di Concessione per un impianto fotovoltaico da 50 MWp nella provincia di Namibe, dove Eni supporta progetti di sviluppo rurale, e collegato alla rete di trasmissione nel sud del Paese. La centrale verrà realizzata da Solenova, joint venture tra Eni e Sonangol dedicata allo sviluppo di progetti di energia rinnovabile. Tale iniziativa è in linea con la strategia dell’Angola nel settore elettrico, volta a promuovere l’energia rinnovabile per ridurre il consumo di gasolio, i costi operativi e le emissioni di CO2 associate. L’implementazione della prima fase del progetto da 25 MWp consentirà una riduzione del consumo di diesel stimata in circa 13.500 metri cubi all’anno, la riduzione dei costi di produzione di elettricità e delle emissioni di gas serra pari a circa 20.000 tCO2eq/anno.
Oltre a ciò, Eni e il Ministero della Salute dell’Angola hanno siglato un Memorandum of Understanding per rafforzare i servizi specialistici di ospedali selezionati investendo nello sviluppo delle risorse umane e nel miglioramento degli standard di qualità. Il progetto, che è una delle componenti del Local Development Program, prevede la selezione di personale angolano qualificato all’interno di strutture sanitarie di Luanda e della provincia di Cabinda, lo sviluppo di competenze nei campi della cardiochirurgia, nefrologia, nefrologia infantile, neurologia pediatrica, ematologia/oncologia pediatrica, malattie infettive, nutrizione, salute femminile, cura del bambino, epidemiologia, e una stretta collaborazione tra le istituzioni sanitarie angolane e quelle italiane di primaria eccellenza, attraverso job training e telemedicina. I beneficiari diretti del progetto saranno circa 200 tra personale medico, paramedico e tecnico delle diverse istituzioni coinvolte, con una ricaduta positiva sul Paese attraverso il miglioramento della qualità del servizio sanitario. Questo progetto è in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Infine, Eni e l’Agenzia Nazionale del Petrolio, del Gas e dei biocombustibili hanno firmato i contratti di acquisizione dei diritti minerari sul blocco offshore 1/14, che vede Eni come operatore con il 35%, in consorzio con Equinor, Sonangol P&P e Acrep, e sul blocco onshore Cabinda centro, che vede Eni operatore con 42.5%, ExxonMobil con il 32.5%, e Sonangol P&P con il 25%.
Gli accordi sono stati firmati tra Eni e una delegazione di rappresentanti delle istituzioni angolane formata dal Ministro delle risorse minerarie e del petrolio Diamantino Azevedo, dal Ministro dell’energia e dell’acqua João Baptista Borges, del Ministro della salute Sílvia Lutucuta, dal Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’ANPG Paulino Fernando de Carvalho Jerónimo e dal Presidente del Consiglio di Amministrazione di Sonangol Sebastião Pai Querido Gaspar Martins.
L’Angola si conferma un Paese chiave per la strategia di crescita organica di Eni. L’azienda è presente nel Paese sin dal 1980, e ha oggi una produzione equity pari a 145.000 barili di olio equivalente/giorno.