Secondo il Rapporto Annuale 2022 del Centro di Coordinamento RAEE, giunto alla 15a edizione, lo scorso anno in Italia sono stati avviati a corretto riciclo dai sistemi collettivi dei produttori di AEE poco piùdi 361.000 tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Per la prima volta dopo otto anni di crescita costante, la raccoltaha evidenziato una flessione del 6,2% rispetto al 2021, che ha coinvolto in maniera trasversale tutte le tipologie di rifiuti tecnologici.
Lo scorso anno i Sistemi Collettivi hanno gestito in tutta Italia 361.381 tonnellate di RAEE,risultato che si traduce in quasi 24.000 tonnellate in meno rispetto al 2021 e che corrisponde a una contrazione del 6,2%. Il dato tiene conto anche della raccolta volontaria effettuata dai consorzi.
Cala, di conseguenza, anche la raccolta media pro capite e si attesta a 6,12 kg per abitante, in flessione del 5,3% rispetto al 2021.
“Nel 2022 si è evidenziata una riduzione nei volumi avviati a corretto riciclo che contrasta con i trend in continua crescita a cui il sistema era abituato negli ultimi otto anni. A determinare questo risultato sono la sottrazione al canale ufficiale di volumi consistenti da parte dei canali paralleli e il mancato conferimento da parte dei cittadini dei rifiuti elettronici, in particolare di quelli di piccole dimensioni che rientrano nel raggruppamento 4, che già si caratterizzava per volumi contenuti e dispersi”commenta Alberto Canni Ferrari, presidente del Centro di Coordinamento RAEE. “Ulteriore fattore è la riduzione delle vendite di AEE, dopo due anni consecutivi caratterizzati da incrementi importanti, che ha determinato una diminuzione dei quantitativi dismessi. Infine, il bonus Tv introdotto nell’agosto del 2021 per l’acquisto di un nuovo televisore previo avvio a riciclo del vecchio ha generato una forte spinta allo smaltimento nell’ultimo quadrimestre dell’anno, ma la portata dell’impatto non si è protratta nel corso del 2022”.
“La flessione, seppure con percentuali differenti dei volumi di raccolta, riguarda tutte le regioni, fanno eccezione solo Puglia e Sicilia. Il risultato non compromette in alcun modo la credibilità e la validità dell’operato degli attori della filiera, che nello schema oramai consolidato è pienamente strutturato per soddisfare al meglio quanto richiesto dalle normative. Per favorire l’incremento dei quantitativi di RAEE avviati a corretto smaltimento è però necessario promuovere ancora più che in passato attività congiunte e complementari” precisa Canni Ferrari. “Sottolineare gli impatti positivi in termini economici, sociali e ambientali legati a una raccolta nell’ambito del circuito certificato dal CdC RAEE, favorire nuove iniziative di microraccolta, e incrementare i controlli sull’intero territorio nazionale mirati a contrastare fenomeni di gestione illegale sonole direttrici lungo le quali è necessario muoversi”.
“Il Centro di Coordinamento prosegue il suo impegno nella stipula di protocolli di collaborazione con le rappresentanze di categoria nazionali e le istituzioni. Tra le più recenti quella sottoscritta con le associazioni dell’artigianato per la formazione ambientale e il supporto tecnico e amministrativo nella gestione dei RAEEdei loro associati.
Si auspica che la raccolta eseguita con piena consapevolezza proprio dai soggetti che operano sul territoriopossafavorire l’aumento dei volumi” conclude il presidente del Centro di Coordinamento RAEE.
La contrazione nei flussi di raccolta ha toccato in maniera trasversale tutti i raggruppamenti di RAEE, seppur con variazioni differenti. I rifiuti di R1 – freddo e clima, che rappresentano il 27,4% del totale raccolto, totalizzano 98.937 tonnellate, registrando la flessione più contenuta.
R2 – grandi bianchi evidenzia invece la seconda peggior flessione tra tutti i raggruppamenti: con il -9,3%, i volumi raccolti calano a 117.472tonnellate, perdendo oltre 12mila tonnellate rispetto al 2021. Il dato è doppiamente significativo se si considera che il raggruppamento è il primoper peso, con un’incidenza percentuale sulla raccolta totale del 32,5%.
Nel 2022 si sono ridotti in maniera significativa anche i volumi di R3 – Tv e apparecchi con schermo per un totale di 71.035 tonnellate.
Prosegue anche la contrazione di R4 – elettronica di consumo e piccoli elettrodomestici i cui volumi di raccolta si fermano a 71.494 tonnellate.
La flessione della raccolta di R5 – sorgenti luminose è la più consistente, i volumi scendono a 2.444 tonnellate.
La battuta d’arresto registrata nel corso del 2022 coinvolge tutte le tre macroaree d’Italia, ma si evidenzia in maniera più accentuata al Nord dove i quantitativi complessivi raccolti sono in contrazione dell’8,6% rispetto al 2021 per un totale di 183.881 tonnellate. Il risultato non incide in alcun modo sul primato dell’area in termini di volumi assoluti, che totalizza oltre il 50% della raccolta italiana, raccogliendo il doppio dei volumi delle restanti macroaree.
A livello di regioni del Nord Italia, la contrazione più contenuta in termini di quantitativi complessivi la registra la Liguria mentre la performance peggiore spetta alla Valle d’Aosta la cui raccolta cala del 15,1% rispetto al 2021. La regione evidenzia anche la riduzione peggiorein termini di raccolta pro capite. Nonostante questo andamento negativo, la regione si conferma la più virtuosa per raccolta pro capite nell’area, ma perde il primato a livellonazionale.
Con 5,78 kg/ab, il Piemonte è ancora una volta la regione con la raccolta pro capite più bassa tra quelle dell’area Nord, ma è anche quella che registra una delle flessioni più contenute.
Le raccolte pro capite delle restanti regioni settentrionali segnano cali più rilevanti, ma di fatto riportano tutte un risultato superiore al dato medio nazionale.In particolare, si evidenziano la Liguria, seconda nella macroarea con 8,3 kg/ab e il Trentino Alto Adige, terzo con 7,69 kg/ab.
In Centro Italia la raccolta dei RAEE si ferma a 80.682 tonnellate, in calo del 6,3% rispetto al 2021. A impattare maggiormente, sono soprattutto i risultati di Umbria e Marche, al contrario il Lazio con il -5,3% è la regione che evidenzia la contrazione più contenuta, riuscendo così a strappare alla Toscana la leadership per volumi complessivi raccolti.Fanalino di coda invece è l’Umbria con meno di 5mila tonnellate avviate a corretto riciclo.
Cala a 6,21 kg per abitante anche la raccolta media pro capite, ma rimane al di sopra della media nazionale.
La Toscana conferma la leadership dell’area con 8,24 kg per abitante nonostante un calo del 5,4% rispetto al 2021 e si classifica quarta nel ranking delle prime dieci più virtuose a livello nazionale. Anche le restanti regioni dell’area registrano performance negative e i rispettivi valori pro capite sono tutti inferiori al dato medio nazionale.
Il Sud Italia mostra la flessione più contenuta tra tutte le aree per un totale di 96.128 tonnellate raccolte. A frenare la contrazione contribuiscono le uniche due performance positive conseguite a livello nazionale da Sicilia e Puglia.
I volumi di raccolta delle restanti regioni meridionali sono invece in calo seppure con contrazioni dissimili, in un range compreso tra il -1,4% della Sardegna e il -11,4% della Basilicata.
In forza della performance positiva, la Sicilia consolida il primato per volumi complessivi e accresce ulteriormente il divario con l’ultima in classifica, il Molise, la cui raccolta scende al di sotto delle 1.600 tonnellate.
In controtendenza con il resto del Paese, la raccolta media pro capite rimane pressoché invariata e pari a 5,15 kg per abitante, ciò nonostante rimane al di sotto del dato nazionale.
A livello di regioni, con 9,94 kg/ab la Sardegna conquista la leadership nazionale, mentre la Basilicata con 7,66 kg/ab si piazza in sesta posizione, ma registra la peggiore contrazione.
Crescono invece i valori pro capite della Sicilia e della Puglia, che raggiungono così, rispettivamente, 5,33 kg/ab e 4,95 kg/ab. In entrambi i casi, al pari delle restanti regioni, le cui raccolte pro capite rilevano però una contrazione, i valori rimangono ancora lontani, se non addirittura lontanissimi dagli obiettivi nazionali. Con un dato pro capite di 4,95 kg/ab, la regione garganica è infatti terz’ultima, anticipata da Molise e Sicilia. Ultimo posto, ancora una volta, per la Campania che con il -5,9% ottiene la seconda peggiore flessione dei volumi di raccolta a livello di area.