Il Consiglio di Amministrazione di De’ Longhi SpA ha approvato i risultati consolidati al 31 dicembre 2019. Nei dodici mesi il Gruppo ha conseguito ricavi per 2.106,1 milioni di euro, in crescita dell’1,3%, un ebitda adjusted di 280,4 milioni di euro, pari al 13,3% dei ricavi, con una diluizione di 1,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente, e un utile netto di 161,7 milioni di euro, in flessione di 22,2 milioni di euro nei confronti del 2018. La posizione finanziaria netta è attiva per 351,8 milioni di euro, in crescita di 123,7 milioni di euro, dopo aver sostenuto investimenti per 62,1 milioni di euro.
Commenta l’Amministatore Delegato Fabio de’ Longhi: “Abbiamo chiuso l’anno 2019 con risultati che, considerando le difficili condizioni di mercato dell’anno, riteniamo soddisfacenti in particolar modo dal punto di vista della generazione di cassa. Stiamo ora affrontando un momento molto impegnativo, per il settore e per l’economia mondiale in genere; sono orgoglioso della capacità di reazione e della dedizione dimostrate finora dai nostri team. Ad oggi, viene confermata una piena operatività per la nostra piattaforma produttiva e distributiva italiana ed europea, con scorte in costante aumento e sufficienti a garantire la continuità anche in caso di eventuali ulteriori restrizioni decise dal Governo. Tutte le altre funzioni di servizio e back-office italiane sono operative nell’ottica di attuare al massimo le modalità di lavoro agile suggerite dal Governo. La piattaforma cinese ha raggiunto una capacità produttiva di oltre l’80% ed è previsto che raggiunga il 100% entro il mese di marzo.Infine, i primi mesi di quest’anno mostrano un andamento del fatturato molto soddisfacente ed allineato alle nostre aspettative iniziali; risultato questo supportato sicuramente dal contributo degli investimenti pubblicitari sostenuti lo scorso anno. E’ indubbio che in questo contesto in continua evoluzione la visibilità per i prossimi mesi è limitata. Le incertezze su come i consumi e lo sviluppo dei mercati saranno influenzati dall’epidemia in corso influiranno sulla crescita dell’economia nei prossimi mesi. Pertanto, indicazioni più precise sul 2020 saranno comunicate non appena il quadro generale si sarà normalizzato”.
Il 2019 si è chiuso con ricavi per 2.106,1 milioni di euro, in crescita dell’1,3%. Tale crescita è imputabile al contributo positivo dei tassi di cambio e delle coperture, pari a 29,3 milioni di euro: in termini organici, quindi, i ricavi hanno mostrato un andamento sostanzialmente in linea con il 2018. A livello di trend, il quarto trimestre è stato in crescita dell’1,6% organico, in linea con i precedenti due trimestri.
L’Europa sud-occidentale è cresciuta dell’1% e del 4% rispettivamente nei 12 mesi e nel quarto trimestre, guidata da Francia e Germania, mentre Italia e penisola iberica hanno mostrato una persistente debolezza. Nell’Europa nord-orientale, la crescita si è mantenuta su livelli sostenuti nei 12 mesi e nel quarto trimestre, grazie in modo particolare alla crescita doubledigit di Polonia, Russia, Ucraina e Cis e, nel trimestre, del Benelux. In marcata controtendenza il mercato UK che chiude l’anno in territorio negativo, mostrando ancora una volta un tessuto di business particolarmente debole.
In territorio negativo l’area MEIA, ma in parziale miglioramento rispetto ai nove mesi, grazie sostanzialmente ad un importante recupero dell’Arabia Saudita nell’ultimo trimestre.
L’area APA, infine, ha mostrato una flessione del 6,7% nell’anno e del 4,9% nel trimestre, a seguito soprattutto delle discontinuità, come già detto. Si sottolinea in modo particolare la crescita sostenuta del mercato della greater China nel quarto trimestre, guidata da una brillante espansione della categoria delle macchine per il caffè.
Analogamente a quanto evidenziato per le aree geografiche, il 2019 risulta essere un anno di difficile lettura a causa dei diversi elementi non ricorrenti che ne hanno influenzato il risultato finale nelle diverse categorie di prodotto. La crescita nel comparto del caffè, nonostante le discontinuità nel mondo single serve ne abbiano frenato la corsa, è stata sostenuta nell’anno, con un’accelerazione double digit nel quarto trimestre, trainato dalle macchine superautomatiche e da quelle manuali, entrambi in crescita a doppia cifra. Nessuna sopresa positiva dal settore della preparazione dei cibi, che ha chiuso l’anno con un calo mid single digit, anche se con un quarto trimestre in parziale miglioramento ma ancora in territorio negativo. In questi ultimi mesi alcune categorie prodotto, come blender ed handmixer, hanno realizzato recuperi importanti, ma non sufficienti a stabilizzare la categoria nel suo complesso, che ha continuato a mostrare scarsa dinamicità, anche a causa di mercati sottostanti non particolarmente favorevoli. Il comparto della pulizia e stiro ha concluso il 2019 in territorio positivo con una crescita normalizzata mid single digit in entrambe le famiglie di prodotto, nonostante un deciso deterioramento nel finale d’anno. Infine, il comparto del condizionamento e riscaldamento portatile ha mostrato una marcata flessione a causa delle importanti discontinuità che hanno condizionato le vendite nell’anno, in particolare nel primo trimestre: oltre all’aumento dei dazi sull’import dalla Cina negli Stati Uniti, che ne hanno alterato la tempistica di vendita, gli ultimi mesi hanno evidenziato una stagionalità sfavorevole dal punto di vista climatico, che ha rallentato vendite e consegne del trimestre.
Il margine industriale netto si è stabilizzato a 995,2 milioni di euro pari al 47,3% dei ricavi. L’Ebitda adjusted è sceso in valore assoluto da 312,8 milioni a 280,4 milioni di euro, riducendo la marginalità di 1,7 punti percentuali al 13,3% dei ricavi. Il risultato operativo è risultato pari a 215 milioni di euro, attestandosi al 10,2% dei ricavi nei dodici mesi. Nel quarto trimestre, la comparazione con il 2018, in termini normalizzati, ha restituito un quadro di generale compressione dei margini, per una dinamica di costi più accentuata a livello dei costi non industriali: l’Ebitda adjusted pari a 137,3 milioni, si è attestato al 17,1% dei ricavi, dal 19,4% dell’anno precedente. Un parziale recupero di questa flessione di margine, in percentuale dei ricavi, si è mostrato a livello del risultato operativo, pari a 119,7 milioni di euro, sceso dal 16,7% al 14,9% dei ricavi.
L’utile netto di competenza del Gruppo è stato pari 161,7 milioni di euro, in flessione del 12,1% sul 2018, dopo imposte per 35 milioni di euro.
La generazione di cassa dell’anno ha scontato investimenti per totali 62,1 milioni di euro e la distribuzione di dividendi per 55,3 milioni di euro; al netto di tali voci, il flusso di cassa è stato pari a 241,1 milioni di euro, un valore superiore a quello registrato nel 2018.