Attore leggendario e grande regista, a 91 anni Clint Eastwood ha diretto il crepuscolare Cry Macho. Distribuzione Warner Bros
Cry Macho racconta di Mike Milo (Clint Eastwood), ex stella del rodeo e ora allevatore di cavalli in declino, accetta l’incarico del suo vecchio capo di riportare a casa il figlio dal Messico. L’improbabile coppia affronta un viaggio inaspettatamente arduo, ricco di imprevisti, ma anche di legami inattesi.
È indubbiamente un film pienamente “eastwoodiano” questo lungometraggio tratto dall’omonimo romanzo del 1975 di N. Richard Nash: il grande regista americano fa di questo testo un’opera completamente sua, incentrata sul crollo del mito del western e del cowboy (Gli spietati), ma anche sul passaggio del testimone verso nuove generazioni, non sol(tant)o tramite legami di sangue (Gran Torino). Gli ingredienti per un lavoro importante ci sono tutti, ma Eastwood questa volta si ferma troppo alla superficie del discorso, anche per il ribaltamento/annullamento del mito della virilità (“Cry Macho”, appunto) e per la riflessione su una vecchiaia di saggezza, accettazione e tolleranza.
Indubbiamente vedere Eastwood tornare a recitare con il cappello da cowboy a 91 anni è un’emozione e non mancano passaggi toccanti in questo lavoro coerente col resto della sua filmografia, ma la sensazione generale (ed è un vero peccato) è quella di una visione eccessivamente fredda, che fatica a coinvolgere e non riesce a commuovere in profondità come vorrebbe. Soprattutto con l’approssimarsi della conclusione manca una reale empatia e quello che rimane è un prodotto sincero ma un po’ ingenuo, che aggiunge davvero poco alla magnifica filmografia del regista di Mystic River e Million Dollar Baby.
Da segnalare che l’adattamento del romanzo di Nash ha avuto diversi tentativi di realizzazione fin dagli anni Settanta: tra questi, nel 1988, ce ne fu uno che prevedeva lo stesso Eastwood come attore protagonista, ma l’interprete rinunciò al film per interpretare nuovamente l’ispettore Callaghan in Scommessa con la morte.
Trama e recensione artistica a cura di LongTake
Cry Macho – Video & Audio
Indicazioni discordanti riguardo la risoluzione nativa del girato di questo film, sembrerebbe 4K ma in alcuni casi viene segnalato l’upscaling. Certo non siamo dalle parti di un sensibile e costante balzo di qualità in avanti, se non per l’ulteriore puntualizzazione sugli elementi anche in secondo piano. Formato immagine originale 2.39:1 (3840 x 2160/23.97p), codifica HEVC su disco BD-66 doppio strato. Ad aiutare nella resa d’insieme l’HDR-10, che anche se a metadati statici favorisce la diversa compressione dinamica tra luci e colori. Neri abbastanza profondi e un risultato d’insieme comunque pregevole e più facilmente distinguibile su un pannello nativo 10 bit.
Dolby Digital 5.1 canali (640 kbps) per l’italiano di accettabile resa. Un film questo che non ha molto da dire in termini di effetti con una narrazione dialogo-centrica comunque favorita dal canale centrale. Echi e relativo supporto dai canali posteriori. Nettamente superiore l’originale DTS-HD Master Audio 5.1 canali per giunta 24 bit, con sostanziale dinamica e apertura scenica facendo subito la differenza a partire dall’accompagnamento musicale.
Cry Macho – Extra
Due extra per approfondire la produzione: making of di circa 12′ minuti e un focus sull’addestramento degli animali 7′ minuti. Sottotitoli in italiano.