Il 2024 poteva essere, con le giuste condizioni, un anno di buona espansione del mercato 5G, sia in Italia che a livello internazionale, ma così non è stato. La spesa in 5G industriale delle aziende italiane è stimata per il 2024 in 14,5 milioni di euro, con una crescita del 70% rispetto al 2023, ma modesta in valore assoluto a causa di diverse barriere come la difficoltà a giustificare il ritorno sull’investimento, la concorrenza di altre tecnologie di connettività considerate soddisfacenti e, non da ultimo, un contesto normativo frammentato e in contrasto con le esigenze industriali delle imprese, soprattutto multinazionali.
Per fare un salto di qualità serve rimuovere le barriere sopra indicate ed è necessaria una nuova visione della connettività che non sia solo una risposta tattica a esigenze di business contingenti, ma parte della strategia di digitalizzazione. Pur essendo il motore di ogni innovazione digitale, infatti, la connettività è percepita dalle aziende come una “commodity”, a cui si chiedono prestazioni elevate ma a costi contenuti, e nonostante il 64% delle grandi aziende italiane non sia soddisfatto della qualità della propria connettività, questo non è un ambito prioritario su cui investire, al punto che oggi rappresenta solo il 7% del budget ICT complessivo.
Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio 5G & Beyond della School of Management del Politecnico di Milano*, presentata durante il convegno “5G oltre la connettività: per una strategia digitale”. Uno degli oltre 50 differenti filoni di ricerca degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano che affrontano tutti i temi chiave dell’Innovazione Digitale nelle imprese e nella pubblica amministrazione.
L’Osservatorio 5G & Beyond ha mappato 198 annunci pubblicamente accessibili di progetti di reti private e dedicate 5G in Europa, con una crescita del 21% rispetto al 2023. Di questi 35 sono nuovi casi annunciati nel 2024. Proiettando anche la quota di progetti riservati, sulla base delle informazioni raccolte in Italia e da analisti internazionali, l’Osservatorio stima quasi 500 progetti in Europa; in Italia 31 aziende hanno implementato almeno una rete 5G privata o dedicata, il nostro Paese rappresenta circa il 7% dei progetti attivi in Europa, con 7 nuovi progetti nell’ultimo anno.
“Il 5G prosegue nella sua traiettoria di sviluppo, ma a piccoli passi e con una velocità decisamente sotto le aspettative – afferma Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio 5G & Beyond -. Se da una parte, infatti, il 5G rappresenta una risposta alla crescente domanda di connettività ad alte prestazioni e una piattaforma su cui sviluppare casi d’uso difficilmente realizzabili con altri tipi di soluzioni, dall’altra sono ancora molte le barriere ad un’adozione più diffusa. Le motivazioni di questa scarsa crescita sono diverse, dalla mancanza di una forte domanda da parte della clientela per la difficoltà a comprendere appieno le potenzialità, ai costi ancora molto elevati per la progettazione di una rete privata e l’adeguamento dei dispositivi al 5G, alla mancanza di una politica univoca sullo spettro che favorisca la replicabilità delle soluzioni in diversi Paesi, fino alla limitata spinta sul 5G da parte dell’offerta IT e OT”.
“Il 2024 è stato un anno di forte attenzione da parte delle istituzioni europee al futuro delle Telecomunicazioni e ai cambiamenti necessari nel settore per garantire investimenti in infrastrutture di rete altamente performanti, come testimoniato dai Rapporti Draghi e Letta – dice Antonio Capone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio 5G & Beyond –. Le reti, infatti, sono alla base dello sviluppo di applicazioni digitali avanzate, necessarie per competere su scala globale. Tuttavia, il settore sta affrontando grandi difficoltà nel sostenere gli investimenti necessari, richiesti anche dai governi, per modernizzare le infrastrutture di rete pubblica. Questa condizione si affianca alla scarsa propensione all’investimento in infrastrutture di rete private e limita ulteriormente le aziende del settore nella revisione dei propri modelli di business, rallentando l’adozione di soluzioni digitali innovative e sostenibili”.
“Un cambio di marcia nel percorso di sviluppo del 5G richiede un’azione su diversi fronti – osserva Marta Valsecchi, Direttrice dell’Osservatorio 5G & Beyond -. Da parte delle aziende end-user serve un cambio di focus rispetto al ruolo e al valore della connettività. In un mondo in cui il digitale rappresenta un vantaggio competitivo, la connettività non può più essere vista come una semplice voce di costo da minimizzare, ma un abilitatore indispensabile dell’innovazione digitale. Anche l’ecosistema dell’offerta deve però fare la sua parte, creando un’offerta di servizi e applicazioni che vada oltre la connettività. Il rischio è che altri attori di filiere digitali vicine possano cogliere l’opportunità e far perdere un’occasione importante al settore per trovare nuove fonti di ricavi che possano migliorare la situazione generale. Da ultimo, occorre anche un sistema regolatorio che non crei ostacoli allo sviluppo dei progetti 5G”.
La Germania è il Paese con il maggior numero di reti private e dedicate, rappresentando da sola circa il 23% degli annunci pubblici in Europa e registrando il tasso di crescita più significativo. L’accesso rapido alle frequenze 3,7-3,8 GHz per l’uso locale costituisce un evidente fattore di sviluppo del mercato, insieme alla presenza di molte aziende che operano negli ambiti manifatturieri e logistici e a un tessuto economico più favorevole rispetto ad altri mercati. Complessivamente, in Europa, facendo una stima anche dei progetti 5G riservati, sulla base delle informazioni di analisti internazionali, il numero di aziende che ha almeno un deployment di rete privata o dedicata 5G è nell’intorno dei 500, poco più di un terzo del numero di casi a livello globale. Il mercato europeo è poco sopra e comparabile, per ordini di grandezza, con quello americano e quello asiatico. Per quanto riguarda l’Italia, si stima che la spesa legata a questi progetti raggiungerà i 14,5 milioni di euro sul finire del 2024, +70% rispetto al 2023. I fondi pubblici hanno un peso ancora rilevante, circa il 40% del valore totale cumulato in spesa in progetti 5G industriale in Italia tra il 2021 e il 2024.
“In ambito enterprise, il 5G soffre anche la competizione con le tecnologie di connettività alternative, come il WiFi industriale o le reti narrowband per IoT, che continuano a evolversi e a mantenere la loro competitività grazie alla facilità di implementazione, alla disponibilità di spettro e ai costi contenuti – spiega Luca Dozio, Direttore dell’Osservatorio 5G & Beyond -. Tuttavia, nei contesti industriali è raro adottare una singola soluzione di connettività. Il 5G non va quindi visto in alternativa alle soluzioni esistenti, ma può inserirsi a supporto o potenziamento di altri tipi di connettività. Per farlo, serve una domanda crescente, abilitata però da un’offerta che deve adottare dei cambiamenti tecnici specifici per abilitare nuovi e più avanzati use case. Altrimenti, si tenderà a preferire soluzioni alternative più facili da implementare e comunque “buone abbastanza”.
I principali ambiti applicativi in Europa sono il settore manifatturiero, logistico e università e centri di innovazione . Anche a livello italiano le principali aree di applicazione riguardano l’ambito manifatturiero, università e centri di innovazione e l’ambito logistico. Nel settore logistico, le aree portuali si confermano l’ambiente più vitale, con oltre metà dei casi a livello europeo. In questi contesti la copertura 5G consente l’uso di servizi digitali che altre tecnologie di rete non riescono a supportare, ad esempio il monitoraggio degli spazi portuali con telecamere intelligenti per garantire la sicurezza delle persone o il telecontrollo di asset mobili e fissi. Nel settore manifatturiero, invece, i principali use case riguardano il monitoraggio di infrastrutture fisse come impianti di produzione, l’automazione di veicoli e sistemi mobili e il supporto da remoto dell’operatore in campo.
Una delle difficoltà evidenziate dalle aziende multinazionali che hanno già svolto sperimentazioni con il 5G è la gestione eterogenea dello spettro di frequenze nei vari paesi in cui operano, oltre alla disponibilità di spettro 5G per uso privato e locale, facilmente accessibile in alcuni paesi, come Germania, Francia e USA, e molto meno o per nulla accessibile in altri, come in Italia. Questa eterogeneità rende difficile investire in ricerca e sviluppo di nuove soluzioni da offrire sul mercato, replicare progetti di reti 5G private e relative applicazioni su scala geografica. Per questo emerge, almeno a livello europeo, la necessità di un allineamento sulla gestione dello spettro dei paesi membri, come evidenziato ad esempio nei rapporti Letta e Draghi.
Dal punto di vista tecnologico, sono quattro le direzioni di sviluppo del 5G in Italia e nel mondo: copertura, condivisione dell’infrastruttura di rete e ottimizzazione dei costi e dispositivi.
Per quanto riguarda la copertura pubblica in Italia su rete 5G NSA, si stima che si sia superato il 75% della popolazione nel 2024. Sono poi in corso, ma i tempi non sono noti, gli aggiornamenti della core network per reti stand alone, che potrebbero rafforzare ulteriormente i servizi business basati su infrastruttura di rete pubblica, come probabilmente – dalle poche indiscrezioni trapelate – sta già accadendo in Cina.
Parallelamente allo sviluppo della copertura pubblica, rimangono contesti dove essa non è sufficiente in virtù delle altissime prestazioni richieste, sia in ambito industriale sia in alcuni particolari contesti consumer. In questi contesti, le soluzioni 5G disponibili sono principalmente due: le reti mobili private, la cui offerta da parte dei principali operatori di telecomunicazioni in Italia è stata formalizzata verso i loro potenziali clienti lo scorso anno, e le infrastrutture di coperture speciali indoor e outdoor. Per rispondere alle richieste di maggior efficienza e condivisione dei costi dell’infrastruttura, si sta facendo strada l’adozione di tecnologie come il MORAN e il MOCN che favoriscono una maggiore condivisione delle reti, migliorando le prestazioni complessive e riducendo in modo significativo i costi operativi.
Infine, il mercato ha fatto passi avanti anche sul fronte dei componenti che abilitano l’uso nativo del 5G in terminali d’utente e dispositivi industriali. A luglio 2024 sono stati identificati 72 SoC, 18 modem e 79 moduli provenienti da un numero ristretto di produttori a livello globale. Sebbene i modelli disponibili sul mercato siano ancora pochi, essi risultano molto versatili e idonei ad un’ampia gamma di applicazioni. Esiste quindi un limite, legato alla disponibilità di dispositivi nativi 5G, ma l’offerta di chipset garantisce la possibilità di trovare soluzioni per use case industriali.