Cresce tra le aziende italiane la diffusione di soluzioni alternative per la produzione di energia in loco, tanto che i nostri luoghi di lavoro si configurano sempre più come le centrali elettriche del futuro. È quanto emerge dalla recente indagine di Centrica Business Solutions su oltre 1.500 aziende in tutto il mondo.
Dalla ricerca pubblicata dall’azienda emerge che più della metà delle aziende provenienti da più mercati sia pronta ad aprirsi a un modello di ‘economia circolare’, in cui il riutilizzo dell’energia dispersa nei processi è considerato come una nuova fonte di energia, nonché un potenziale vantaggio competitivo.
Il Report “Distributed Energy Future Trends – Spunti per una crescita sostenibile” è il risultato della seconda ricerca dell’azienda per rilevare i trend del futuro dell’energia distribuita. Rispetto all’analoga ricerca svolta nel 2017, si registra un forte cambiamento di atteggiamento delle aziende italiane nei confronti dell’energia, considerata sempre meno come un costo da sostenere e sempre più come una risorsa da cui trarre vantaggio. In pieno accordo con la media mondiale, anche l’Italia si fa portavoce di una maggior indipendenza dalla rete per essere resilienti di fronte alle eventuali e costose interruzioni dell’alimentazione.
In leggera crescita anche chi considera l’energia come una risorsa in grado di generare entrate e vantaggi competitivi e desidera aumentare l’uso di tecnologie energetiche intelligenti per sbloccarne valore.
Christian Stella, Managing Director di Centrica Business Solutions Italia commenta: “Nel nostro studio del 2017 l’Italia aveva registrato un ritardo rispetto agli altri mercati nell’adozione di soluzioni energetiche innovative, oggi finalmente rileviamo un maggior numero di imprese che considera l’energia come un asset strategico. Vi è un significativo aumento delle aziende italiane che assumono il controllo della propria energia, diventando esse stesse centrali elettriche a pieno titolo. Stiamo scoprendo, inoltre, che le aziende che lo fanno tendono ad essere le aziende economicamente più sostenibili e con un vantaggio competitivo duraturo”.
Questo cambiamento nel modo di vedere l’energia da parte delle aziende comporta una più ampia popolarità delle soluzioni di efficienza energetica. Nel complesso, in Italia si registrano significativi aumenti in tutte le categorie del mix di tecnologie/soluzioni energetiche: nello specifico le misure di efficientamento energetico, con particolari progressi nell’adozione di soluzioni di illuminazione e isolamento, i sistemi di gestione intelligente dell’energia e le soluzioni di generazione di energia, come ad esempio il solare o la cogenerazione.
In crescita anche la maturità energetica delle aziende italiane, misurata in base all’approccio strategico che le aziende dedicano all’energia. La ricerca mostra, infatti, un modesto aumento della percentuale di imprese con una strategia energetica, sia formalizzata che non formalizzata. Queste imprese dimostrano, inoltre, di aver compiuto discreti progressi nel renderla più dettagliata, con piani specifici, obiettivi misurabili e budget dedicati, allineandosi, così, alla media mondiale. Inoltre, il 27% delle aziende dichiara di avere piani per l’implementazione di una strategia energetica nel prossimo futuro.
Solo un’impresa su 8 nella ricerca di Centrica ottiene buoni risultati sui criteri di sostenibilità aziendale, con il 19% classificato come superiore alla media su 8 caratteristiche scelte per definire il ‘business sostenibile’. Anche in questo caso, si registra la prova del progresso negli atteggiamenti verso la gestione dell’energia, nonché un avanzamento nella strategia energetica e della relativa attuazione. Assumendo un punto di vista settoriale, in particolare, il Manifatturiero registra le migliori performance a livello mondiale, seguito dal comparto Viaggi, Turismo e Ospitalità e dal Retail e Commercio all’ingrosso.
Il 15% delle aziende italiane non ha ancora iniziato un percorso verso la sostenibilità. A livello mondiale, tuttavia, si assiste a una crescente attenzione nei confronti della sostenibilità, che si attesa sul podio delle priorità dell’agenda aziendale, considerandola talvolta più importante anche rispetto all’innovazione.
Tra i trend individuati nell’indagine di Centrica, spicca la volontà delle aziende più evolute dal punto di vista della sostenibilità di collaborare per condividere le infrastrutture energetiche. L’87% di queste, infatti, ammette la possibilità di consentire alle aziende vicine di usare i propri asset energetici e il 70% afferma che ha senso collaborare con i siti vicini per sviluppare sistemi o micro-reti di energia locali. Il 32%, inoltre, prevede di poter collaborare con altre aziende che generano energia per fornire supporto aggregato e capacità extra alla rete nei prossimi cinque anni.
La crescente digitalizzazione e automazione dei processi ha senz’altro aumentato la dipendenza delle aziende dall’energia. Non è un caso che il settore IT in Italia sia quello con il maggior numero di aziende che ha già iniziato il “percorso energetico” e che dimostra una piena consapevolezza della necessità di una strategia e di un impegno proattivo.
Il 55% delle aziende a livello mondiale valuta quale sarà l’impatto energetico dell’incremento dell’automazione nei propri processi e come costruire un sistema energetico flessibile. Le imprese, inoltre, tengono conto anche dei piani energetici dei fornitori e partner di terze parti, come ad esempio i fornitori delle infrastrutture cloud, e si assicurano che anche loro siano resilienti e non soggetti alle interruzioni di energia.
Christian Stella, Managing Director di Centrica Business Solutions Italia conclude: “I numeri rilevati nella nostra indagine sono incoraggianti, ma c’è ancora molta strada da fare. Le esperienze dei nostri clienti dimostrano che gli investimenti nella produzione di energia in loco comportano una serie di vantaggi più ampi rispetto alla semplice diminuzione dei costi. Ad esempio, molti riferiscono di aver migliorato la percezione del marchio perché sono in grado di dimostrare meglio l’efficienza energetica e la riduzione della carbon footprint, mentre altri sono in grado di creare entrate aggiuntive dalla vendita di energia elettrica alla rete”.