Cresce il mercato della Smart Home
Continua a crescere il mercato italiano della Smart Home, che raggiunge nel 2019 un valore di 530 milioni di euro, con un aumento del 40% rispetto al 2018, trainato da soluzioni per la sicurezza, smart home speaker ed elettrodomestici che complessivamente coprono oltre il 60% del mercato. Il trend di crescita è paragonabile a quello dei principali Paesi europei, anche se il divario da colmare è ancora ampio rispetto a Germania e Regno Unito o alla Francia. Il boom degli assistenti vocali spinge l’avanzata dei retailer online e multicanale come principale canale di vendita di oggetti connessi per la casa, mentre la filiera tradizionale – composta da produttori, architetti, costruttori edili, distributori di materiale elettrico e installatori – mantiene un ruolo rilevante ma perde quote di mercato. Netto l’incremento delle telco e ancora limitato il peso di utility e assicurazioni. Sempre più aziende stanno lavorando al lancio di nuovi servizi per la Smart Home: gli esempi sono numerosi e spaziano dal pronto intervento garantito da aziende di vigilanza in caso di tentativo di infrazione, al supporto per la riduzione dei consumi energetici, al riordino automatico dei prodotti di cui si stanno esaurendo le scorte, fino alla possibilità di migliorare l’assistenza agli anziani. Si moltiplicano, inoltre, alleanze e partnership fra gli operatori per offrire nuovi servizi che sfruttano la progressiva integrazione tra intelligenza artificiale e dati raccolti attraverso gli oggetti connessi.
Insieme al mercato crescono la consapevolezza dei consumatori e la diffusione degli oggetti smart nelle case: il 68% degli italiani ha sentito parlare almeno una volta di casa intelligente e il 40% possiede almeno un oggetto smart, con soluzioni per la sicurezza e smart home speaker in cima alle preferenze degli acquirenti. Crescono anche i timori dei cittadini per i rischi legati alla cyber security e alla violazione della privacy: il 54% è restio a condividere i propri dati personali.
Sono alcuni dei risultati della ricerca sulla Smart Home dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano presentata oggi al convegno dal titolo “Smart Home: dove c’è IoT, c’è casa”.
“Il mercato delle soluzioni per la casa intelligente cresce rapidamente e mostra oggi maggiore maturità, con offerte che si concentrano sempre più sui servizi e i bisogni che gli oggetti connessi possono soddisfare – afferma Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -. Una spinta determinante viene dall’espansione di assistenti vocali e dallo sbarco degli Over The Top, che ora puntano a estendere le funzionalità dei loro smart speaker integrandole in dispositivi sviluppati da terzi e supportando attività tipiche dell’e-commerce, come le consegne a domicilio e il monitoraggio delle scorte. Perdono quote di mercato i tradizionali canali di vendita, che ancora riescono a cogliere solo in parte le opportunità offerte dalle nuove soluzioni, a vantaggio di retailer online e multicanale, che ormai coprono quasi il 50% del mercato, e operatori telco, che raggiungono quota 10%”.
“La Smart Home è sempre più nota ai consumatori italiani. In crescita anche il numero di utenti che installa in autonomia e utilizza le funzionalità smart dell’oggetto una volta acquistato. Sono però ancora pochi i consumatori che si dichiarano interessati ad acquistare prodotti per la Smart Home nel 2020 – afferma Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -. Per aumentare le vendite occorre migliorare i servizi di installazione e formare adeguatamente il personale dei negozi per aiutare i consumatori in cerca di informazioni e consigli. È necessario poi lavorare sull’esperienza utente, sulla comunicazione dei benefici e rassicurare i consumatori sull’utilizzo dei dati raccolti”.
Il mercato italiano della Smart Home cresce a ritmi sostenuti nel 2019, con un incremento paragonabile a quello dei principali Paesi europei. Se si guarda al valore assoluto, tuttavia, l’Italia è superiore solo alla Spagna, mentre resta elevato il distacco da Germania, Regno Unito e Francia.
Le soluzioni per la sicurezza si confermano al primo posto in termini di quote di mercato, con un valore di 150 milioni di euro, pari al 28% della spesa. In seconda posizione, gli smart home speaker, 95 milioni di euro pari al 18% del mercato, che nel 2019 hanno continuato trainare le vendite degli altri dispositivi IoT per la casa connessa. Crescono anche gli elettrodomestici, che valgono 85 milioni di euro e il 16% del mercato, di cui sempre più utenti usano le funzionalità smart. Subito dietro al podio si posizionano le caldaie, i termostati e i condizionatori connessi per la gestione del riscaldamento e della climatizzazione, che beneficiano della progressiva integrazione con gli assistenti vocali, dell’offerta di servizi legati alla manutenzione e della possibilità di aumentare risparmio energetico e comodità, con un valore complessivo di 65 milioni di euro. Seguono le casse audio e le lampadine connesse, spinte dalle offerte che ne prevedono la vendita insieme agli smart home speaker.
Il 2019 segna il sorpasso dei nuovi canali di vendita sulla filiera tradizionale che – pur in crescita del +9%, con 210 milioni di euro – continua a perdere terreno in termini di quote di mercato, passando dal 50% del 2018 al 39% di quest’anno, penalizzata da un atteggiamento ancora in larga parte conservativo da parte degli installatori. Si segnalano invece i primi casi interessanti di distributori che hanno dato vita a veri e propri showroom dedicati alla Smart Home, che possono essere utilizzati per fare formazione sul tema verso queste figure, con i produttori che sfruttano sempre più il canale online per raggiungere direttamente il consumatore finale. A trainare il mercato negli ultimi dodici mesi sono gli eRetailer e i retailer multicanale, che sulla spinta delle vendite degli assistenti vocali raggiungono complessivamente un valore di 250 milioni di euro, pari al 47% del mercato.
L’anno appena concluso è stato molto positivo anche per le telco, che grazie agli sforzi in termini di semplificazione dell’offerta, apertura di nuovi servizi e integrazione dell’offerta tradizionale con i nuovi oggetti smart, sono cresciute del 140% rispetto al 2018, toccando quota 50 milioni di euro. Utility e assicurazioni, invece, non hanno compiuto il salto di qualità che ci si attendeva lo scorso anno, mantenendo un peso marginale nel mercato.
La Smart Home è nota ai consumatori italiani: il 68% del campione intervistato dall’Osservatorio – in collaborazione con Doxa – ha sentito parlare di casa intelligente almeno una volta, il 63% conosce il termine domotica, con percentuali che salgono rispettivamente al 77% e al 65% fra gli utenti con meno di 35 anni. La diffusione degli oggetti smart nelle case degli italiani è stabile rispetto al 2018, ma aumenta il numero di dispositivi posseduti, con sensori per porte e finestre, telecamere, altoparlanti e casse audio ai primi posti, seguiti da videocitofoni e serrature, soluzioni per il riscaldamento, assistenti vocali, lampadine, grandi elettrodomestici e caldaie.
Cresce anche il numero di consumatori in grado di installare in autonomia gli oggetti smart acquistati, senza l’aiuto di un professionista, e l’utilizzo delle funzionalità smart da parte degli utenti. Le motivazioni più frequenti che frenano ancora l’uso sono l’eccessiva complessità, la mancata percezione dei benefici e la difficoltà a utilizzare le App per la gestione. Nonostante la buona crescita del mercato, sono ancora relativamente pochi i consumatori interessati ad acquistare prodotti per la Smart Home in futuro, con appena l’11% che intende farlo nel 2020 e il 26% che lo prevede nei prossimi tre anni. Le funzionalità più desiderate sono le soluzioni per il riscaldamento e i grandi elettrodomestici, seguite da lampadine, telecamere e caldaie.
L’ingresso degli OTT nel settore del Smart Home ha portato numerose novità, nuovi casi d’uso e nuove tecnologie a questi dedicate. Amazon, ad esempio, ha rilasciato un nuovo protocollo con l’obiettivo di offrire connessioni a consumi, costi e banda ridotti su distanze in cui WiFi e Bluetooth non garantiscono la copertura, per fornire applicazioni adatte a spazi aperti come l’illuminazione degli ambienti esterni, la rilevazione dei movimenti e la localizzazione degli animali domestici. Apple prevede l’inserimento di un chip Ultra Wide Band all’interno dell’iPhone 11, con applicazioni in termini di controllo degli accessi all’interno della casa.
“Per accelerare lo sviluppo del mercato della Smart Home, caratterizzato da protocolli molto diversi e spesso non interoperabili, alcuni grandi player hi-tech come Amazon, Google, Apple e ZigBee Alliance hanno progettato una struttura open-source capace di integrare le tecnologie già sviluppate e di facilitare la creazione di prodotti interoperabili fra loro e con gli assistenti vocali – commenta Antonio Capone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things -. Le precedenti iniziative congiunte non hanno avuto il successo sperato, ma questo progetto punta sull’approccio open-source e sulla forza degli Over-The-Top per imporsi sul mercato”.
L’Intelligenza Artificiale è un fattore sempre più importante all’interno dell’ecosistema della Smart Home, con applicazioni nel campo della sicurezza, dell’assistenza agli anziani e del comfort. “L’AI abilita nuove funzionalità e nuovi servizi – afferma Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things -. Oltre agli smart home speaker, in cui è fondamentale la componente AI di comprensione del linguaggio, ci sono numerosi esempi di applicazione in ambito sicurezza, con algoritmi di riconoscimento facciale che potenziano le telecamere di sorveglianza. Nel comfort, con soluzioni per la regolazione dell’ambientazione luminosa, sonora e della temperatura in base alle abitudini delle persone e alle condizioni climatiche. E nell’assistenza ad anziani e persone fragili, con sensori che possono raccogliere dati in vari ambienti della casa per comprendere le abitudini degli occupanti e mandare segnali di allarme in caso di comportamenti anomali”.