Le stime di Confcommercio indicano una variazione congiunturale del PIL nel secondo trimestre pari a +0,1%, sintesi numerica del forte rallentamento dell’economia italiana. L’inizio del terzo quarto dell’anno non sembra mostrare particolari segnali di risveglio.

Il rimbalzo registrato a maggio dalla produzione industriale dopo quattro mesi in negativo, dovrebbe leggersi più come un fatto episodico che l’inizio di una fase particolarmente dinamica. Anche sul versante degli investimenti, indagini qualitative fanno emergere segnali di rallentamento da parte delle imprese, legati all’indebolimento della domanda e all’emergere di difficoltà sul versante del credito.

Questa situazione è ben rappresentata dal peggioramento, anche a giugno, del clima di fiducia delle imprese al cui interno permangono elementi di pessimismo tra gli operatori del manifatturiero e del commercio al dettaglio. Meno negativo appare il sentiment delle famiglie, che mostra un moderato miglioramento nello stesso mese. Atteggiamento che, nonostante il permanere di dinamiche occupazionali positive e di un consolidamento della tendenza al rientro dell’inflazione, stenta a tradursi in una ripresa della domanda.

A giugno, i consumi, misurati nella metrica dell’ICC, hanno registrato una riduzione dello 0,6% nel confronto annuo. Il dato è sintesi di una domanda di beni in contrazione e di una crescita per la componente relativa ai servizi, aggregato che mostra, anch’esso, segnali d’indebolimento. Relativamente ai beni a giugno 2023 sembra essersi attenuata la fase di recupero della domanda per le autovetture. Tra gli altri beni permane in territorio negativo, rispetto allo stesso mese del 2022, la domanda di energia elettrica, di mobili, di alimentari e di vestiario e calzature. Va comunque segnalato come per specifici segmenti il confronto sia influenzato dalle diverse condizioni meteo che si sono registrate nel 2022 e 2023.

Secondo le nostre stime il PIL a luglio avrebbe confermato la stagnazione già registrata nei mesi precedenti, con una variazione nulla su giugno ed una crescita dello 0,7% su base annua.

Anche a luglio l’inflazione è attesa proseguire nel percorso di rientro. La nostra stima è di una variazione congiunturale nulla e di una crescita del 5,9% nel confronto annuo. In questo contesto si cominciano, peraltro, ad intravedere i primi modesti miglioramenti anche sul versante dei prezzi degli alimentari, a cui le famiglie si mostrano molto sensibili. A questo si aggiungono le minori tensioni nelle fasi a monte e il rallentamento nei tassi di crescita dell’inflazione di fondo, elementi che consolidano le attese di un’accelerazione del processo di rientro negli ultimi mesi dell’anno.

La compresenza di elementi positivi e negativi sottolinea, ancora una volta, come la situazione attuale preluda a diversi trimestri di crescita molto esigua. In ipotesi di svolgimento sfavorevole, l’evoluzione dell’economia italiana incontrerebbe episodi transitori di moderata recessione.

La fase di stallo dell’economia dovrebbe essere proseguita anche nel mese di luglio. Il quadro congiunturale continua ad essere caratterizzato da una situazione non particolarmente dinamica dell’industria, su cui pesano le difficoltà di alcuni importanti partner commerciali e la debolezza della domanda interna per consumi di beni, e da una fase meno brillante dei servizi. Secondo le stime, nel mese in corso il PIL è atteso registrare, nel confronto con giugno, una variazione nulla. Su base annua questo andamento si tradurrebbe in una crescita dello 0,7%. Le ultime stime indicano per il secondo trimestre una crescita dello 0,1% in termini congiunturali e dell’1% nel confronto con lo stesso periodo del 2022.

A giugno 2023 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio ha evidenziato una riduzione dello 0,6% sullo stesso mese del 2022, confermando il rallentamento in atto da alcuni mesi.

La valutazione dell’ultimo mese è sintesi di un aumento della domanda per i servizi e di una flessione di quella relativa ai beni. Da alcuni mesi la domanda evidenzia una tendenza ad una minore dinamicità. Il fenomeno, sintesi di diversi fattori, è rappresentativo delle difficoltà di tornare agli stili di consumo pre-pandemici.

Il settore dell’automotive, pur in recupero, evidenzia, a giugno, tassi di variazione più contenuti rispetto a quanto registrato nei mesi precedenti, con un tendenziale al 4%. Segnali di minor dinamicità hanno interessato anche il comparto degli alberghi e dei pasti e consumazioni fuori casa, segmento su cui ha pesato anche una stagione meteorologicamente meno favorevole rispetto al 2022. Condizioni meteo che hanno contribuito ad accentuare la caduta della domanda di energia elettrica e al negativo andamento dell’abbigliamento e calzature i cui acquisti sono stati procrastinati. Si confermano in diminuzione, su base annua, i consumi di beni alimentari e per i mobili.

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo si stima per il mese di luglio una variazione nulla in termini congiunturali e una crescita del 5,9% su base annua. Si consolida pertanto il processo di rientro, che potrebbe essere agevolato nei prossimi mesi dall’attenuarsi di alcune pressioni a monte del sistema distributivo.

L’inflazione di fondo continua, infatti, a mostrare una evoluzione più contenuta sottolineando come le pressioni interne al sistema si vadano gradualmente attenuando.

Share Button