Dopo un terzo trimestre caratterizzato da un forte recupero, sebbene meno intenso rispetto alle previsioni contenute nella NaDEF, il quarto si apre all’insegna di una rinnovata e profonda incertezza alimentata dalla dinamica dei contagi. In ogni caso, appare ormai evidente che uno specifico problema della congiuntura italiana sia la mancata diffusione della ripresa ad alcuni importanti settori, tra cui quello della convivialità e del turismo in senso lato.
Nel confronto annuo l’ICC di settembre si conferma in territorio negativo, seppure in miglioramento rispetto ad agosto. Permangono forti differenze nelle dinamiche delle singole voci di spesa, con uno stato di estrema debolezza per molti dei settori dei servizi. I modesti recuperi messi in atto nei mesi estivi hanno solo attenuato riduzioni che, nel caso del turismo, dei trasporti e delle funzioni legate al tempo libero, sfiorano o superano il 50% nel confronto annuo.
Un’evoluzione meno asfittica dei consumi, associata a miglioramenti produttivi ed occupazionali nel trimestre luglio-settembre e a un recupero della fiducia delle famiglie e delle imprese, ha comunque consolidato la ripresa del Pil per il quale, dopo il rimbalzo del terzo trimestre, rivisto leggermente al rialzo, si stima ad ottobre un incremento dello 0,9% congiunturale che si traduce in una decrescita su base annua del 5,1%.
In questo contesto di graduale miglioramento si inseriscono le incognite sulle prospettive a breve. La recrudescenza della pandemia in Europa sta portando molti Paesi a mettere in atto misure di contenimento, che seppure di entità più limitata rispetto a quanto fatto in primavera, rischiano di minare la ripresa internazionale con particolare riguardo ai più prossimi partner commerciali, come, appunto, l’Italia.
PIL MENSILE
Nel mese di agosto la produzione industriale ha avuto un significativo rimbalzo registrando un sostanziale ritorno ai livelli dello stesso mese del 2019. Anche sul versante degli occupati è proseguita la fase di recupero con un +0,4% rispetto al mese precedente. Nel confronto annuo, però, il dato rimane negativo: -1,8%. Il sentiment delle imprese del commercio al dettaglio è migliorato anche nel mese di settembre, sebbene resti ancora molto lontano dai livelli pre-Covid.
Considerando le variabili appena descritte, si stima per il mese di ottobre una crescita congiunturale del Pil, al netto dei fattori stagionali, dello 0,9% pari ad una riduzione tendenziale del 5,1%. Nel complesso del terzo trimestre la stima del Pil è rivista al rialzo con una crescita congiunturale del 10,6% e una riduzione del 9,3% nel confronto annuo.
Anche i risultati di settembre 2020 dell’Indicatore dei Consumi Confcommercio vengono pubblicati solo in forma grezza e nel confronto annuo, con un’indicazione più dettagliata degli andamenti delle diverse voci che compongono le macro funzioni di spesa. A settembre si è consolidata la fase di recupero della domanda, tendenza che continua a interessare in misura prevalente la componente relativa ai beni e in misura più specifica alcuni segmenti dei durevoli.
L’indicatore dei consumi registra, nel confronto annuo, un calo del 5,2%. Se per i beni il saldo risulta positivo per il 2,3%, per i servizi il dato permane in territorio negativo.
Analizzando le dinamiche tendenziali delle diverse funzioni di consumo si conferma anche a settembre un andamento sostanzialmente disomogeneo. A fronte di decisi recuperi per alcuni segmenti dei beni, soprattutto durevoli, molti settori dei servizi continuano a vivere una situazione di estrema difficoltà. Va segnalato come anche in situazioni di deciso rimbalzo della domanda, la ripresa è solo riuscita ad attenuare il vuoto che si era generato nel corso del secondo trimestre. Si aggiunga, per quanto riguarda le autovetture, che gli incrementi a due cifre rilevati nel bimestre agosto-settembre sono stati sostenuti dal massiccio ricorso agli incentivi. Il mancato rifinanziamento delle misure per svecchiare il parco auto potrebbe portare a un forte ridimensionamento delle vendite nell’ultima parte dell’anno.
Ancora molto difficile risulta la situazione per molti segmenti dei servizi. In particolare, i settori più direttamente legati al turismo ed alla fruizione del tempo libero evidenziano ancora un calo dei volumi eccezionale. Su questi settori pesa, oltre alla riduzione dei consumi interni, il venir meno della domanda estera, in virtù del fatto che nei mesi di settembre ed ottobre il 60% delle presenze è rappresentato dagli stranieri.
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di ottobre 2020 si stima un incremento dello 0,2% in termini congiunturali, determinato in larga parte dagli aumenti decisi per l’energia ed il gas, e una diminuzione dello 0,2% nel confronto con lo stesso mese del 2019.