Bosch combina l’Internet delle cose con l’intelligenza artificiale e ritiene che l’elettromobilità permetterà di sviluppare nuove opportunità di business sulla scia dei cambiamenti tecnologici ed ecologici in atto. “Bosch ha superato bene il primo anno della pandemia” ha dichiarato Volkmar Denner, CEO del Board di Bosch, durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto annuale 2020 dell’azienda. “Siamo fra i vincitori nella transizione verso l’elettrificazione e stiamo significativamente espandendo la nostra attività software integrando l’intelligenza artificiale”.
Nella tecnologia powertrain, l’elettromobilità si sta affermando come il core business di Bosch. Denner ha riferito che l’azienda sta effettuando ingenti investimenti in questo settore: solo per quest’anno sono previsti ulteriori 700 milioni di euro. Ad oggi sono già stati investiti 5 miliardi di euro nell’elettromobilità. Attualmente il fatturato Bosch dei componenti dei sistemi di propulsione elettrici sta registrando una crescita doppia rispetto al mercato, pari a quasi il 40%. L’obiettivo è incrementare il fatturato annuale di cinque volte, per un totale di circa cinque miliardi di euro entro il 2025. “Ormai da tempo l’elettromobilità ha smesso di essere una scommessa sul futuro. I nostri investimenti anticipati stanno iniziando a dare i loro frutti” ha affermato il CEO di Bosch nel corso della conferenza stampa online. Complessivamente, fino alla fine del 2020, Bosch ha acquisito ordini per un valore di oltre 20 miliardi di euro.
Nei primi tre mesi di quest’anno, il fatturato del Gruppo Bosch è salito del 17% rispetto all’anno precedente. “Con un buon primo trimestre, Bosch ha iniziato con successo il 2021” ha dichiarato Stefan Asenkerschbaumer, CFO e vicepresidente del Board di Bosch. Si è detto fiducioso per il 2021, ma prevede che sarà un altro anno complesso. In base alle attuali previsioni, si attende un incremento del fatturato di circa il 6% rispetto all’anno precedente, mentre il margine operativo dovrebbe registrare un lieve miglioramento assestandosi al 3% circa. Tuttavia, ci sono alcuni elementi di incertezza come quello legato alla crisi di disponibilità dei semiconduttori, difficile da valutare. “L’anno 2021 rappresenterà una tappa importante del nostro percorso per tornare a un margine target di circa il 7% nei prossimi due o tre anni” ha affermato Asenkerschbaumer. Nonostante la pandemia, l’incoraggiante anno di esercizio 2020, con un risultato operativo di 2 miliardi di euro ha fornito a Bosch una solida base su cui continuare ad investire in aree di importanza futura. Con un fatturato di 71,5 miliardi di euro, l’investimento in ricerca e sviluppo è rimasto sostanzialmente invariato, attestandosi a 5,9 miliardi di euro. Il margine EBIT delle operazioni ha raggiunto il 2,8%. Adeguato per le spese di ristrutturazione, che hanno ulteriormente gravato sul risultato nel 2020, la cifra era del 4,7%.
“Collegare gli oggetti permette di conoscerne le modalità di utilizzo. In questo modo possiamo migliorare continuamente i nostri prodotti, tenerli aggiornati e offrire maggiori vantaggi ai nostri clienti” ha dichiarato Volkmar Denner, CEO del Board di Bosch
Bosch punta a sfruttare il vantaggio competitivo derivante dalla sua vasta esperienza nel combinare la connettività (Internet delle cose, IoT) e l’intelligenza artificiale per generare nuovi business e diventare un’azienda leader dell’AIoT. Bosch prevede che i prodotti con funzionalità IA genereranno un fatturato di miliardi di euro nei prossimi anni. Si prevede il raddoppio delle vendite dei dispositivi dotati di connettività per la casa: dai quattro milioni di unità dello scorso anno a circa otto milioni nel 2021. Inoltre, Bosch intende utilizzare l’IA per valutare i dati relativi al modo in cui i clienti utilizzano i prodotti al fine di fornire aggiornamenti software per creare nuove funzioni e servizi per i clienti. “Collegare gli oggetti permette di conoscerne le modalità di utilizzo” ha affermato Denner. “In questo modo possiamo migliorare continuamente i nostri prodotti, tenerli aggiornati e offrire maggiori vantaggi ai nostri clienti”. Per esempio, nel settore della videosorveglianza, l’analisi video basata sulle reti neurali apre la strada a nuove possibilità. A questo scopo Bosch sta integrando rilevatori sia nelle nuove telecamere sia in un box IA da collegare ai dispositivi installati. La prima applicazione è un rilevatore di traffico che inizialmente sarà in grado di rilevare e individuare i veicoli con precisione nelle situazioni di traffico intenso, anche in condizioni di scarsa illuminazione. Secondo l’azienda, maggiore è la quantità di dati che confluisce nell’applicazione del cliente, più aumentano le capacità dell’IA, tra cui rilevare gli incidenti con precisione.
L’impegno globale per combattere i cambiamenti climatici sta spingendo verso l’elettrificazione e l’idrogeno verde. “L’elettrificazione richiede soluzioni non soltanto per la mobilità, ma anche per il riscaldamento negli edifici” ha commentato Denner. Nell’elettromobilità, gli elementi chiave del cambiamento sono la riduzione dei costi delle batterie e le norme sulle emissioni per raggiungere gli obiettivi climatici. Nella tecnologia per l’edilizia, in particolare per quanto riguarda il riscaldamento e la climatizzazione, l’impiego di pompe di calore ed energie rinnovabili sta acquisendo un ruolo sempre più importante.
Per esempio, negli impianti di riscaldamento, Bosch sta registrando una crescita molto più rapida rispetto al mercato, con soluzioni basate sull’elettricità. Il fatturato delle pompe di calore è cresciuto di oltre il 20% nel 2020; Denner prevede che triplicherà entro il 2025. Inoltre, l’azienda stima che la ristrutturazione degli edifici residenziali prevista dal Green Deal europeo darà un ulteriore forte impulso. In questa prospettiva, Bosch intende sfruttare la propria “capacità di investimento e di produzione su larga e scala e il suo know-how nella commercializzazione”. Solo per quanto riguarda le pompe di calore aria-acqua dell’azienda, particolarmente efficienti e silenziose, nel 2020 le vendite sono quasi raddoppiate in Germania.
Bosch si sta anche concentrando sul mercato in crescita dell’idrogeno: l’azienda ritiene in particolare che il settore legato all’idrogeno verde nell’UE avrà un valore di quasi 40 miliardi di euro entro il 2030, con tassi di crescita annuali del 65%. Le celle a combustibile convertono l’idrogeno in elettricità e Bosch sta sviluppando soluzioni di celle a combustibile sia stazionarie sia mobili. Dal 2021 al 2024 Bosch prevede di investire oltre un miliardo di euro in questa tecnologia. “Bosch è già H2-ready”, ha dichiarato Denner. Il piano prevede di mettere in funzione quest’anno 100 impianti di celle a combustibile stazionarie. Forniranno elettricità ad utenze quali data center, produttori industriali e aree residenziali. Una cella a combustibile ad ossidi solidi stazionaria, situata al centro di Bamberg, in Germania, è stata messa in funzione alla fine di marzo 2021 insieme a Stadtwerke Bamberg, l’ente dei servizi pubblici della città.
Bosch stima che il mercato dei componenti per le celle a combustibile mobili avrà un valore di circa 18 miliardi di euro entro la fine del decennio. Denner è convinto che sotto questo punto di vista Bosch vanti un’ottima posizione: “Abbiamo ciò che serve per essere leader anche in questo mercato”. Di recente Bosch ha costituito una joint venture con il gruppo cinese Qingling Motors per produrre sistemi di propulsione a celle a combustibile. Entro la fine di quest’anno scenderà in strada una prima flotta di 70 autocarri.
Denner non ritiene che i piani iniziali dell’UE per la regolamentazione delle emissioni Euro 7 siano corretti; tuttavia, ha espresso soddisfazione per i segnali di movimento e maggiore obiettività riscontrati nel dibattito. Ha spiegato perché: “L’azione per il clima non consiste nel porre fine al motore a combustione interna. Consiste nel dire addio ai combustibili fossili. E mentre l’elettromobilità e l’energia di ricarica verde rendono il trasporto su strada a zero emissioni, lo stesso vale per i carburanti rinnovabili”. Il CEO di Bosch ha ricordato che la mobilità a zero emissioni è un obiettivo ambizioso quasi quanto lo era andare sulla Luna negli anni Sessanta. Tuttavia, a differenza dell’allora Presidente USA Kennedy, che si limitò a porre il grande obiettivo di “mandare il primo uomo sulla Luna” lasciando che fossero gli ingegneri a decidere come fare, la Commissione europea sta agendo nel modo opposto. “Questo è un modo per bloccare le alternative per l’azione per il clima” – ha dichiarato Denner – “Se la società vuole davvero agire a favore dell’ambiente, è essenziale che gli approcci tecnologici non vengano messi l’uno contro l’altro. Dobbiamo invece combinarli”.
Bosch sta portando avanti i propri obiettivi sull’azione per il clima come pianificato. Ora che è stato certificato lo stato “climate-neutral” del Gruppo Bosch nelle oltre 400 sedi di tutto il mondo, Bosch sta dando forma ai propri piani per il cosiddetto “Scope 3”. L’azienda punta a ridurre le emissioni di carbonio del 15%, rispetto al livello del 2018, lungo la sua intera catena del valore, dai fornitori ai clienti, entro il 2030, per una riduzione delle emissioni di anidride carbonica di 67 milioni di tonnellate. “Sicuramente i nostri sforzi faranno virare la nostra gamma di prodotti verso l’efficienza energetica o addirittura il cambiamento tecnologico. In futuro, l’impronta di carbonio di un fornitore di merci o di servizi logistici sarà uno dei criteri per l’assegnazione dei nuovi contratti di fornitura” – ha spiegato Denner – “Questo darà i suoi frutti in termini di mitigazione del riscaldamento globale”.
Bosch prevede che l’economia mondiale crescerà di poco meno del 4% quest’anno, dopo una contrazione di circa il 3,8% dello scorso anno. “Anche se abbiamo iniziato con fiducia il 2021, la pandemia continua a presentare rischi significativi” ha spiegato Asenkerschbaumer. Il CFO ha aggiunto che Bosch è consapevole dei rischi che interessano il settore automotive, in particolare per quanto riguarda i semiconduttori che sono molto richiesti. L’azienda sta facendo tutto quanto in suo potere per supportare i propri clienti in questa situazione difficile. Tuttavia, non è previsto un miglioramento a breve termine e la situazione potrebbe anche influire sugli sviluppi dell’attività nell’anno in corso. A lungo termine, Asenkerschbaumer ritiene che sia necessario rendere tutte le catene di approvvigionamento dell’industria automobilistica meno soggette a interruzioni.
Inoltre, l’allineamento del business della mobilità con aree di importanza futura quali l’elettromobilità, la guida autonoma e le architetture future dell’elettronica richiedono enormi investimenti anticipati. “In questo contesto di profonda trasformazione, il 2021 è un anno molto importante e sfidante per noi”.
Nel 2020, il fatturato del Gruppo Bosch ha raggiunto i 71,5 miliardi di euro. A causa della pandemia, il fatturato è calato del 6,4% rispetto all’anno precedente. La società ha generato guadagni dalle operazioni al netto degli interessi e delle tasse di 2 miliardi di euro. “L’incremento del fatturato nella seconda metà dell’anno, unito alla riduzione dei costi, hanno contribuito ad ammortizzare l’impatto della pandemia” ha affermato Asenkerschbaumer. La quota di capitale proprio è rimasta a un livello elevato, pari al 44%, mentre il flusso di cassa disponibile ha raggiunto il livello record di 5,1 miliardi di euro. Secondo il CFO, l’azienda si trova in una situazione di liquidità positiva ed ha sottolineato: “Bosch continua a contare su una solida struttura finanziaria, che le permetterà di concentrarsi sulle aree di importanza futura”.
L’ampia diversificazione del Gruppo Bosch si è dimostrata vincente anche nel 2020, bilanciando i diversi sviluppi del business. Nel settore di business Mobility Solutions, le vendite hanno registrato uno sviluppo migliore rispetto al mercato.
Le vendite, pari a 42,1 miliardi di euro, sono diminuite del 10% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, nello stesso periodo la produzione automotive mondiale è crollata del 16%. Al netto degli effetti valutari, il fatturato è calato dell’8,2%. Il margine operativo EBIT ha fatto registrare meno 1,3%, in considerazione anche dell’impatto del riallineamento delle attività. Il fatturato del settore di business Industrial Technology si è attestato a 5,1 miliardi di euro. Con il mercato già in declino prima della pandemia, il fatturato è crollato del 17% , pari al 15% al netto degli effetti valutari. Attestandosi al 4,7%, il margine EBIT è risultato inferiore rispetto all’anno precedente. Nel settore di business Consumer Goods, la domanda di elettrodomestici ed elettroutensili è aumentata significativamente durante la pandemia. Il fatturato ha avuto un incremento del 5,1%, raggiungendo 18,7 miliardi di euro. Al netto degli effetti valutari, la crescita è stata dell’8,4%. Il margine operativo si è attestato a un eccellente 11,5%. Il fatturato del settore di business Energy and Building Technology è diminuito del 2,7%, pari allo 0,8% al netto degli effetti valutari. Il margine EBIT è stato del 4,6% su un fatturato di 5,5 miliardi di euro.
In Europa, le vendite sono state di 38 miliardi di euro, 5,1% in meno rispetto all’anno precedente ovvero 3,7% al netto degli effetti valutari. In America del Nord, il fatturato si è attestato a 10,7 miliardi di euro, per una perdita del 15,5%, corrispondente al 12,8% al netto degli effetti valutari. In America del Sud, gli effetti valutari hanno avuto un impatto particolarmente forte sul fatturato. Le vendite complessive, pari a 1,1 miliardi di euro, hanno registrato un calo del 22,3% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, la perdita è stata di appena lo 0,2% al netto degli effetti valutari. Nella regione Asia Pacifico, la forte ripresa anticipata della Cina ha ammortizzato gli effetti della pandemia. Le vendite complessive, pari a 21,7 miliardi di euro, hanno registrato un lieve calo del 2,6% rispetto all’anno precedente, pari ad appena lo 0,7% al netto degli effetti valutari.
Secondo Denner, la trasformazione di Bosch da un lato costerà posti di lavoro, dall’altro presenterà nuove prospettive per i collaboratori. Negli stabilimenti principali, Bosch sta sfruttando le abilità acquisite dallo sviluppo e dalla produzione di sistemi a benzina e diesel per applicarle a nuove tecnologie quali le celle a combustibile. “Abbiamo già ricoperto oltre metà delle posizioni legate all’elettromobilità con collaboratori del settore dei motori a combustione” ha dichiarato il CEO di Bosch. Inoltre, è stata creata una piattaforma di collocamento a livello aziendale per individuare rapidamente gli specialisti per le posizioni nelle aree di importanza futura. Bosch sta compiendo progressi anche nei programmi di digitalizzazione: dall’inizio del 2020, il portale di formazione interno ha registrato oltre 400.000 accessi. Nel 2020, più di una sessione di formazione su tre si è svolta online; si prevede che questo numero salirà del 50% entro il 2023.
Al 31 dicembre 2020, il Gruppo Bosch contava in tutto il mondo circa 395.000 collaboratori, ovvero circa 3.100 collaboratori in meno rispetto all’anno precedente, l’1% circa. L’organico è diminuito principalmente nella regione Asia-Pacifico. In Germania il numero dei collaboratori è rimasto stabile In tutto il mondo, il numero di ricercatori e ingegneri è aumentato di circa 600 unità, attestandosi a 73.200. Anche il numero di sviluppatori software è aumentato di oltre il 10% fino a circa 34.000.