Dopo il Data center del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine, un altro progetto internazionale troverà presto casa in Emilia-Romagna, che si candida sempre di più ad essere centro nevralgico della ricerca. La futura direzione e sede amministrativa del CTA, il più grande e più sensibile osservatorio per raggi gamma al mondo, con una rete di 118 telescopi per studiare l’universo violento, sarà istituita entro la fine del 2020 a Bologna sotto forma di un Consorzio europeo per le infrastrutture di ricerca. Un progetto di grande valore scientifico, a cui stanno lavorando oltre 1.400 scienziati e ingegneri di 31 Paesi del mondo.
E intanto dal 6 al 9 maggio, al Teatro Duse di Bologna ci sarà il primo Simposio scientifico organizzato dal CTA, che prevede anche una serata aperta la pubblico con due ospiti d’eccezione: i premi Nobel per la fisica Takaaki Kajita e Rainer Weiss.
Il progetto CTA coinvolge l’Istituto nazionale di Astrofisica e l’Istituto nazionale di Fisica nucleare: la sede dell’Osservatorio sarà infatti ospitata all’interno dell’INAF – Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio, in un edificio condiviso con il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna. I dati raccolti dai telescopi, collocati per la maggior parte nelle Ande in Cile e sull’isola di La Palma, nelle Canarie, saranno distribuiti dal data center di Zeuthen, in Germania, ma la sede centrale dell’organizzazione sarà a Bologna.
Decine di ricercatori, ingegneri e tecnici italiani assieme ad aziende private specializzate sono al lavoro sul Cherenkov Telescope Array. Una volta in funzione, i complessi strumenti dell’osservatorio consentiranno di raccogliere dati sui raggi gamma, la radiazione elettromagnetica più intensa proveniente dallo spazio, in grado di fornire informazioni indispensabili per la comprensione dei fenomeni più energetici dell’universo.
E Bologna sarà subito protagonista della ricerca su questi temi. Dal 6 al 9 maggio il Teatro Duse ospiterà infatti il primo Simposio scientifico organizzato dal CTA. L’evento, destinato principalmente alla comunità scientifica internazionale, sarà un’occasione per condividere conoscenze sulle ultime generazioni di strumenti capaci di rivelare i segreti dell’universo e dare vita a sinergie con la nuova astronomia “multi-messaggera”, basata sull’osservazione e l’interpretazione coordinata di diversi tipi di segnali “messaggeri”, come le radiazioni elettromagnetiche, le onde gravitazionali, i neutrini e i raggi cosmici. Essendo generate da processi astrofisici diversi, tutti questi segnali possono rivelare informazioni complementari sulle complesse strutture astronomiche che animano l’universo.
Ma nell’ambito del simposio ci sarà spazio anche per un importante evento aperto alla cittadinanza. Lunedì 6 maggio, alle 20, al Teatro Duse va in scena “Can you hear me?” Nel corso della serata, Werner Hofmann, co-ideatore del progetto CTA, e i vincitori del premio Nobel per la fisica Takaaki Kajita e Rainer Weiss ripercorreranno l’evoluzione del nostro modo di guardare all’Universo: da Galileo, dalla cui prima osservazione sono passati esattamente 410 anni, fino ad arrivare alle più recenti metodologie di studio e alle nuove tecnologie e scoperte che spingono il nostro orizzonte della conoscenza sempre più in là. Ad accompagnare il pubblico in questo viaggio, infinitamente affascinante e moderato da Stefano Sandrelli, anche le voci dello Stato Sociale e di Kepler-452, che si uniranno ai suoni dei “messaggeri cosmici”.
L’evento è organizzato dal CTA in sinergia con enti pubblici, istituti di formazione e di ricerca e imprese del territorio che hanno concesso il loro patrocinio o un loro contributo.