Belfast – Recensione del Blu-ray Universal
Il meraviglioso biografico Belfast scritto e diretto da Kenneth Branagh nell’edizione Blu-ray Universal Pictures
Belfast, Irlanda del Nord, 1969. I “Troubles”, gli scontri tra protestanti e cattolici, infiammano la capitale. La vita di Buddy (Jude Hill), 9 anni, sta per cambiare definitivamente: sommersi dai debiti e allarmati dal clima guerrigliero che si respira in città, i suoi genitori meditano riguardo al trasferimento in Inghilterra, dove il padre lavora. Per il bambino significherebbe dire addio a tutto ciò che ama: la sua città, la compagna di classe Catherine, gli amici e i suoi nonni.
Link al trailer italiano: https://www.youtube.com/watch?v=Z97Feb-UnEc
Superati i 60 anni, Kenneth Branagh decide di affrontare ed esorcizzare il proprio passato, attraverso un racconto che guarda direttamente alla sua storia personale: percorrendo la scia intrapresa da tanti cineasti prima di lui, dall’esempio felliniano di Amarcord fino a giungere al più recente Roma di Alfonso Cuarón, lo sceneggiatore e regista irlandese mette in scena il suo personalissimo teatro infantile, accompagnandolo con un grande bagaglio di ricordi, sensazioni, eventi traumatici e calore familiare, il tutto condito da una continua e sferzante ironia.
All’interno del suo vivido mondo monocromatico (bella fotografia in bianco e nero di Haris Zambarloukos) che si realizza in appena trenta metri di strada, c’è spazio per pochissimi elementi: la compagna di scuola che pensa di amare, gli affetti, e la magia del cinema e del teatro, uniche due attrazioni talmente forti da riconquistare colore agli occhi del piccolo Buddy/Branagh.
Se, però, il delicato ritratto della famiglia appartenente alla working class irlandese convince in buona parte, la sceneggiatura di Branagh si dimentica di conferire il giusto spazio a forze antagoniste degne di questo nome: il film soffre infatti la mancanza di un vero e proprio “avversario”, con l’infimo personaggio di Billy il protestante che diventa ingenuamente ripetitivo e ridondante.
Non mancano, inoltre, alcuni momenti eccessivamente retorici e furbetti in questo racconto in cui, a ogni modo, il regista ci rende partecipi della sua storia. Il seguito del cammino, quello che non vediamo ma intuiamo tutti, viene salutato dalla struggente forza delle parole della nonna/Judi Dench: «Non voltarti indietro». Vincitore del Premio del Pubblico al Festival di Toronto 2021. Oscar migliore sceneggiatura originale.
Trama e recensione artistica a cura di LongTake
Belfast – Video & Audio
Girato interamente digitale con camere Arri Alexa LF e Mini LF a risoluzione video nativa 4.5K finalizzando la lavorazione su master 4K. Il 95% del girato è presentato in un livido e profondo bianco e nero anche se privo della grana che avrebbe contribuito a restituire una maggiore pasta
retrò all’immagine. La qualità estetica ne risente solo in parte, formato immagine originale 1.85:1 (1920 x 1080/23.97p), codifica AVC/MPEG-4 su BD-50. Anche se la risoluzione nativa avrebbe favorito un’edizione 4K/UHD la scelta per quest’opera si è limitata al Full HD/2K, con solida scala di grigi, senso di tridimensionalità e una precisione sugli elementi anche in secondo piano e sui fondali senza limiti anche nei passaggi più bui. Una presentazione con eccellente livello di compressione senza accenni di banding o limiti nelle sfumature per uno spettacolo in grande stile.
DTS-HD High Resolution 7.1 canali (24 bit) italiano per un ascolto di eccellente livello. Opera perlopiù dialogo-centrica che però riserva presenza scenica anche dai canali posteriori e una certa dinamica a partire dagli scontri tra cattolici e prostestanti. Guadagna ulteriore spazio l’inglese DTS-HD Master Audio 7.1 canali (24 bit) restituendo una scena sonora ancora più aperta e coinvolgente. In tal caso si riesce a porre ulteriore accento anche sugli elementi sonori in secondo piano, per uno spettacolo degno di una sala cinema. Ascolto consigliato anche in inglese per cogliere diverse sfumature nei dialoghi e diverse inflessioni gergali.
Belfast – Extra
Da non perdere il finale alternativo, scoprendo che anche il regista entrò in scena nel ruolo di Buddy adulto, in un ritorno per i luoghi d’infanzia (6′); circa 3′ minuti di scene eliminate dal montaggio finale: entrambi gli extra sono accompagnati dal commento opzionale di Branagh. E ancora: le memorie d’infanzia di parte di cast e troupe (2′) e making of di 10′ minuti. Ultimo certo non in ordine di importanza il commento al film del regista. Sottotitoli in italiano ovunque.