I genitori si sentono in colpa per la quantità di tempo che trascorrono online in presenza dei loro figli, e i bambini rimproverano i più adulti di passare troppo tempo “incollati” allo schermo di uno smartphone. Questo è l’assunto principale che emerge dall’ultima ricerca di Norton by Symantec secondo la quale quasi 3 persone intervistate su 4 pensano che i genitori stiano dando un cattivo esempio ai propri figli passando troppo tempo online, e 3 su 10 addirittura ammettono di essere stati sgridati dai figli per il loro comportamento. Questi dati sottolineano come le famiglie di oggi siano ancora alla ricerca di un giusto equilibrio rispetto al tempo e alle modalità adottate nell’utilizzo delle nuove tecnologie e di Internet, in un mondo sempre più fluido e connesso.Svolta su un campione di quasi 7.000 risposte ricevute da genitori di ambo i sessi provenienti da 10 paesi in Europa e Medio Oriente, con bambini di età compresa tra i cinque e i sedici anni, la ricerca My First Device di Norton offre approfondimenti e spunti di riflessione sulle sfide affrontate dalla prima generazione di genitori cosiddetti “digital-first”, ovvero quelli con i figli che non hanno mai conosciuto un mondo senza smartphone e tablet. Sulla base dei risultati emersi, i genitori di oggi si affacciano a nuovi scenari rispetto alla corretta educazione in un mondo sempre più digitale e connesso, che mette in discussione metodologie e approcci su diversi temi, tra i quali l’età giusta in cui il loro bambino dovrebbe essere esposto allo schermo di un dispositivo mobile, o quale sia l’età più giusta per dotare un bambino del suo primo device personale. La ricerca esamina anche le abitudini personali in ambito digitale, e quali sono i potenziali effetti, positivi o negativi, sui figli.
La ricerca Norton fa emergere anche che gli smartphone sono il passatempo preferito da parte dei bambini, rispetto ai tablet, i videogiochi, la televisione, i dolci e le caramelle e il cosiddetto “cibo spazzatura”. Inoltre, risulta evidente che i bambini passano più tempo davanti allo schermo di uno smartphone che a giocare all’aperto, con più di un quarto dei genitori che afferma che i loro figli trascorrono online più tempo di loro stessi.
I bambini britannici sono quelli che passano più tempo davanti ai dispositivi mobili, quasi tre ore al giorno, seguiti dai bambini svedesi con i bambini italiani a 2h e 24m minuti.
La metà dei genitori ritiene che la tecnologia mobile e i dispositivi mobili possano aiutare i propri figli nei processi di problem solving e apprendimento, per la creatività e una maggiore felicità a livello generale, con quasi i tre quarti che afferma che il fatto di avere cura di un dispositivo mobile personale, insegna ai bambini ad avere maggiore responsabilità in generale.
D’altro canto, gli stessi genitori sono preoccupati riguardo al potenziale impatto negativo dell’uso dei device: più della metà dei genitori afferma che il tempo trascorso sullo schermo di un dispositivo mobile influisce negativamente sulla qualità del sonno dei propri figli. I genitori si preoccupano anche degli effetti dannosi che i dispositivi hanno sui livelli di energia corporea, le capacità relazionali in ambito sociale, e addirittura sulla salute mentale.
E queste preoccupazioni sono legate anche all’età nella quale i bambini ricevono il primo dispositivo personale. Dalla ricerca Norton emerge che, nella media dei paesi EMEA, i bambini ricevono il primo device mobile personale a 9 anni, mentre in Italia a 10; al contempo, i genitori nella media EMEA pensano che l’età giusta sia 10 anni, in Italia i genitori sono convinti invece che sia ad 11 anni. Per citare il pensiero di uno dei padri dell’innovazione tecnologica, Bill Gates afferma che non esiste un’età specifica più idonea per affidare un device personale ad un bambino, ma lui personalmente regalerebbe uno smartphone al proprio figlio non prima dei 14 anni.
La maggior parte dei genitori cerca di far rispettare le regole relative alla fruizione dei contenuti digitali, ma ammettono anche che potrebbero essere loro stessi il peggior nemico, poiché sentono di non riuscire a creare buoni esempi per i loro figli. Un genitore su due afferma di trascorrere troppo tempo online e quasi la metà si sente in colpa per il tempo trascorso a navigare sul web. Addirittura, un terzo dei genitori ammette che i propri figli li rimproverano per aver trascorso troppo tempo online o in orari inappropriati, e più della metà sono preoccupati di dare un cattivo esempio ai bambini.
Di sicuro i genitori di oggi hanno bisogno di più supporto quando si tratta di impostare controlli e restrizioni, con quasi la metà degli intervistati che afferma di voler fissare limiti maggiori e avere più influenza sui figli nell’utilizzo dei dispositivi connessi, ma molti non sanno come farlo, mentre il 64% dei genitori coinvolti nella ricerca in area EMEA sentono l’esigenza di avere più consulenza e supporto, ed essere meglio indirizzati nel proteggere i loro figli online. Allo stesso tempo 1 genitore su 10 ammette di non aver stabilito alcuna regola per l’utilizzo dei dispositivi, affermando che i propri figli sono così esperti di tecnologia che sarebbero in grado di aggirare le regole.
È interessante notare che la ricerca ha anche rilevato un livello maggiore di severità tra i genitori più giovani e i genitori di bambini più piccoli, rispetto ai genitori più anziani e quelli con bambini più grandi. Oltre la metà dei genitori intervistati consente al proprio figlio di andare online da solo nelle proprie camere da letto e oltre un terzo ammette che questa abitudine è valida anche per i bambini di età compresa tra i cinque e i sette anni.