In occasione del Safer Internet Day, Kaspersky presenta alcuni dei risultati emersi da un sondaggio commissionato a Educazione Digitale su un campione di 1.833 bambini italiani, tra i 5 e i 10 anni, con lo scopo di indagare le abitudini della generazione Alpha in merito all’uso dei dispositivi tecnologici e la loro consapevolezza circa i rischi nei quali potrebbero incorrere navigando in rete.
Tra i più interessanti dati emersi: il 74% dei bambini fra i 5 e i 10 anni utilizza smartphone e tablet anche mentre è in compagnia degli amici preferendoli ad altri giochi; il 36% dei bambini intervistati ha ricevuto messaggi da sconosciuti e proposte di giochi e sfide pericolose online; il 40% dei bambini italiani tra i 5 e i 10 anni fornirebbe informazioni private e sensibili ad “amici” virtuali conosciuti online
I bambini della generazione Alpha sono i veri nativi digitali. Figli dei già tecnologici Millennials, sono nati dopo Facebook, Instagram, YouTube e Twitter e non conoscono un mondo senza Internet e social media. Per questa generazione, smartphone e tablet, non rappresentano solo un modo alternativo di divertirsi, ma sono gli strumenti primari attraverso i quali hanno imparato a giocare, studiare, pensare e relazionarsi e sono sempre più diffusi anche tra i bambini così piccoli.
Lo dimostra anche la recente indagine di Kaspersky, condotta nelle scuole italiane tra i bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni, dalla quale è emerso che il 55% delle bambine e dei bambini italiani, tra i 5 e i 10 anni, possiede già un dispositivo personale e il 20% lo utilizza più di 2 ore al giorno, ogni volta che ne ha voglia con la possibilità di connettersi alla rete.
Ma qual è l’uso principale che i bambini italiani fanno dei dispositivi tecnologici? Il 54% di loro ha dichiarato di usare smartphone e tablet principalmente per giocare online e guardare i cartoni animati. Un dato confermato anche da un’altra indagine di Kaspersky che ha rivelato come il gaming, con il 28% sia l’argomento più ricercato dai bambini su YouTube.
Guardando ancora ai risultati dell’indagine, che ha visto come protagonisti i bambini delle scuole italiane, al secondo posto delle attività più diffuse sui dispositivi c’è quella di fare ricerche e scaricare schede per la scuola. Solo il 13% ha ammesso di utilizzarli per guardare e girare video o fare foto da pubblicare sui social.
In questi ultimi 2 anni i bambini tra i 5 e i 10 anni sono stati costretti ad interagire molto di più online anche per quanto riguarda il loro percorso formativo con l’adozione della didattica a distanza. È stato chiesto, quindi, ai piccoli come la DAD avesse cambiato il loro rapporto con i dispositivi tecnologici. I bimbi intervistati si sono divisi tra chi, dopo mesi prima e settimane a singhiozzo ora di DAD, non ne può più di computer e tablet e chi invece li usa molto più di prima per rimanere in contatto con gli amici. Solo per il 25% dei bambini le abitudini d’uso dei dispositivi tech non sono cambiate rispetto a prima.
Che i dispositivi tecnologici siano diventati strumento primario per il gioco e il processo educativo è ormai un dato abbastanza evidente. Quello che forse è importante indagare è il ruolo di presenza ingombrante che questi smartphone e tablet abbiano anche nei momenti di incontro con i loro amici “dal vivo”. Quando è stato chiesto ai bambini italiani se in compagnia dei loro amici utilizzassero comunque tablet o smartphone, il 74% di loro ha risposto positivamente. Invece che giocare o chiacchierare con i propri amici, il 43% preferisce guardare video sui dispositivi o farne altri insieme a loro; mentre il 31% preferisce sfidare i propri amici a qualche gioco online o addirittura chattare con altri. Solo il 25% dichiara non utilizzare smartphone e tablet quando è in compagnia.
Ancora più allarmante è il fatto che, pur essendo particolarmente capaci ed abili nell’uso di smartphone e tablet, i bambini hanno dimostrato di non conoscere realmente le potenzialità dello strumento comunicativo che utilizzano né tantomeno di possedere quella capacità critica che gli consentirebbe di valutare adeguatamente le conseguenze delle loro azioni e di quelle degli altri. Infatti, quando è stato chiesto ai bambini se sarebbero disposti a condividere informazioni personali come “dove vivi”, “dove vai a scuola” o “che lavoro fanno i tuoi genitori” con amici virtuali mai incontrati prima, il 40% ha affermato che risponderebbe tranquillamente “perché un amico virtuale è pur sempre un amico”. Questo dato sorprende ancora di più se si considera che il 93% di loro ha affermato di aver ricevuto da familiari e insegnanti tutte le informazioni necessarie circa i pericoli che potrebbero incontrare online.
I rischi che derivano da questo atteggiamento non sono solo ipotetici ma purtroppo trovano diversi riscontri nella realtà. Kaspersky ha chiesto ai bambini se avessero mai ricevuto messaggi da sconosciuti su internet o proposte di giochi e sfide pericolose e uno spaventoso 36% ha risposto di sì, mentre il 12% ha dichiarato che, anche se non direttamente a loro, era però capitato ad un amico/a. Per fortuna la maggior parte dei bambini intervistati ha dichiarato che se si trovasse in una situazione di pericolo ne parlerebbe con genitori e insegnanti. Solo il 6% si vergognerebbe troppo per poterne parlare con qualcuno.
“Il Safer Internet Day per Kaspersky è un’ulteriore occasione di sottolineare l’importanza di educare le nuove generazioni ad un uso consapevole e sicuro della rete. I rischi cui possono incorrere bambini ed adolescenti, durante la navigazione online, ed in particolare nell’uso quotidiano dei dispositivi tecnologici, sono in continua evoluzione, ed è per questo che è importante che gli adulti di riferimento si tengano aggiornati dimostrando un interesse condiviso e buone competenze riguardo alle attività online dei loro figli. Infatti, il modo migliore per gli adulti di proteggere i più piccoli dai rischi della navigazione online, è quello di rafforzare la propria competenza digitale, conoscere il mondo del web, essere in grado di individuare e sfruttare le opportunità che offre, ma anche saper valutare in modo obiettivo e critico i potenziali pericoli che vi si nascondono,” ha dichiarato Cesare D’Angelo, General Manager Italy di Kaspersky.