Palma d’Oro miglior regia 2021 a Cannes, Annette è un’opera rock inno a tutte le forme di spettacolo!
Annette racconta di Henry (Adam Driver) e Ann (Marion Cotillard), due artisti di successo: stand-up comedian lui, cantante lirica lei. La loro relazione e la loro carriera potrebbero però subire un improvviso cambiamento con la nascita della prima figlia, Annette.
Link al trailer italiano: https://www.youtube.com/watch?v=TiHFtMbIruI
«So May We Start?»: è lo stesso Leos Carax che, un po’ come nel precedente e potentissimo Holy Motors, dà il via all’azione della pellicola, prendendo in prestito anche il titolo della prima canzone degli Sparks, autori della colonna sonora che attraversa questa vera e propria opera-rock. La musica infatti è onnipresente, tanto che col passare dei minuti ci si dimentica che il film è (quasi) tutto cantato: la sceneggiatura, ridotta all’osso, sta tutta lì, in canzoni che non definiscono solo la psicologia dei personaggi, ma proprio i dialoghi che si scambiano tra loro. C’è tantissima carne al fuoco nel sesto lungometraggio di Carax e una miriade di riferimenti (King Vidor, tra questi) che riescono ad affascinare e a irritare allo stesso tempo: la durata non aiuta ma, nel corso di una visione a tratti confusa e non sempre coesa al punto giusto, ci si trova davanti una lunga serie di sequenze di grandissimo cinema.
Annette è un lungometraggio rapsodico, squarciato da sprazzi di una potenza visiva impressionante, che però Carax finisce per allungare a dismisura innamorandosi anche troppo delle sue immagini. Il fascino e le suggestioni sono comunque talmente forti da farci subire un bombardamento audiovisivo che raccoglie le performance dei personaggi in scena, il rapporto tra realtà e finzione, il tema dell’identità e quello della famiglia, metanarrazione, eros e thanatos e tanto altro ancora. Moltissimo per un solo lungometraggio che non si accontenta e non si ferma mai, viaggiando in maniera altalenante tra momenti eccessivamente kitsch e notevolissime impennate (tra cui la conclusione e la scena del processo), spesso valorizzate dall’uso che Carax fa della macchina da presa (si veda il piano-sequenza con protagonista il direttore d’orchestra come esempio).
Un film sicuramente imperfetto, ma vibrante, in cui il pubblico è chiamato a ragionare e a interpretare. Tra i meriti, la strepitosa prova di Adam Driver che raggiunge livelli forse mai toccati prima in carriera. Annette è stato scelto come film d’apertura della 74esima edizione del Festival di Cannes e ha vinto il Premio alla miglior regia.
Trama e recensione artistica a cura di LongTake
Annette – Video & Audio
Girato digitale con camere Sony CineAlta Venice e Sony a7S II a risoluzioni native 4K/6K, si è poi giunti a un master 4K nativo, da cui sarebbe potuto scaturire un Blu-ray UHD altrettanto eccellente. Ci si può comunque accontentare alla grande con questa edizione Blu-ray Full HD (1920 x 1080/24p) codifica AVC/MPEG-4 su BD-50 doppio strato. Resa tecnica eccellente indipendentemente dalle condizioni di luce, risalto elementi anche in secondo piano e minimo rumore video probabilmente legato alle elaborazioni in post-produzione. Formato immagine originale 1.85:1.
Unica traccia audio in lingua originale offerta con codifica DTS-HD Master Audio 5.1 canali (24 bit) che non manca di sorpendere per pressione sonora, dinamica e una resa d’insieme divertente e coinvolgente. La natura stessa dell’opera ha portato a non doppiare alcuna parte, offrendo per contro una precisa sottotitolazione (solo) in italiano.
Annette – Extra
Come extra è presente un interessante focus (sottotitolato) sulla creazione di “Annette” della durata di circa 19′ minuti, oltre al trailer.