Al via il progetto NEWMAN per un’industria nichel-free
Ridurre l’impiego del nichel in ambito industriale. È lo scopo di NEWMAN, progetto europeo coordinato dal Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Bologna e sostenuto con 1,5 milioni di euro dall’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia.
La sfida è sviluppare e validare un percorso produttivo per realizzare polveri prive di nichel da utilizzare nella metallurgia delle polveri, un processo in grado di offrire diversi vantaggi tecnici nella realizzazione di componenti meccanici: libertà di progettazione, risparmio energetico, riduzione del consumo di materie prime e dei costi.
Gli studiosi dell’Università di Bologna si occuperanno dell’ottimizzazione del processo di produzione, dei trattamenti termici dei componenti realizzati con le nuove polveri, oltre che della strategia verso il mercato. Il professor Alessandro Morri è il responsabile del coordinamento del progetto, mentre il gruppo di ricerca del professor Augusto Bianchini lavorerà alla strategia per l’introduzione delle polveri nel mercato di riferimento.
Insieme all’Alma Mater sono poi coinvolti altri sei partner europei: l’azienda CRIT, centro di innovazione tecnologica applicata all’industria, che realizzerà attività di comunicazione e diffusione per la divulgazione dei risultati di progetto; l’azienda VICI di Santarcangelo di Romagna (RN) e il Centro ricerche Fiat di Torino, che studieranno le prestazioni delle parti prodotte a livello industriale, l’azienda SINTERIS di Bentivoglio (BO), specializzata in sinterizzazione di polvere metallica, che produrrà i prototipi delle componenti industriali, l’Università di Ghent, che analizzerà le ricadute sull’ambiente della nuova tecnologia, ed HÖGANÄS, multinazionale svedese leader mondiale nel mercato delle polveri di ferro e metalliche, che svilupperà le innovative polveri metalliche nichel-free.
Fino ad oggi le componenti meccaniche ad alte prestazioni sono state ottenute principalmente utilizzando polveri contenenti nichel, ma negli ultimi anni questo materiale ha generato momenti di crisi del settore a causa dell’elevato costo e della volatilità delle quotazioni, della difficoltà di approvvigionamento e soprattutto della sua potenziale cancerogenicità.
“Il progetto NEWMAN si propone di ovviare a questi inconvenienti dimostrando i vantaggi derivabili dall’utilizzo, a livello industriale, di materiale nichel-free nella metallurgia delle polveri”, spiega Alessandro Morri. “Rispetto ai materiali fino ad ora utilizzati le nuove polveri offrono maggiore efficienza e sicurezza nella fase di manipolazione, ed una più facile reperibilità di materia prima. Per le aziende sarà possibile produrre pezzi più performanti, aumentando contestualmente il livello di sicurezza dei lavoratori, non più esposti a materiali potenzialmente compromettenti per la salute”.
L’eliminazione del nichel, inoltre, non impatterà solo sulla salute dei lavoratori ma svincolerà l’Europa dalle filiere globali di materie prime, creando catene del valore più corte, circolari e sostenibili: un obiettivo primario del nuovo patto europeo Green New Deal.
“Tra gli scopi del progetto c’è anche quello di promuovere la diffusione in ambito industriale di questo materiale attraverso la formazione dei tecnici delle aziende di settore”, aggiunge Augusto Bianchini. “Solo la conoscenza delle potenzialità delle nuove polveri e della metallurgia delle polveri può ampliare i loro campi di applicazione”.
“Produrre macchine automatiche, componenti di motori elettrici, elettrodomestici, automobili, componentistica ed attrezzatture meccaniche senza impiegare il nichel porterà indubbi vantaggi in termini di prestazioni tecniche, di risparmio economico e salute dei lavoratori prestando, contestualmente, un occhio di riguardo all’ambiente”, sottolinea Alessandro Salemi, consigliere delegato di SINTERIS, azienda bolognese che all’interno del progetto è responsabile della produzione delle componenti con i nuovi materiali.
“In questo progetto, abbiamo scelto di testare due polveri prive di nichel”, dice Ola Liström, a capo del team HÖGANÄS attivo nello sviluppo di applicazioni e nuove linee di business. “Queste polveri sono già state validate nei nostri laboratori e i risultati indicano che sono in grado di sostituire le polveri attuali nei processi di produzione di componenti ad alta prestazione”.