In Europa, la ricerca dei meccanismi responsabili della sintesi degli elementi chimici prodotti nella combustione stellare o in eventi cosmici estremi potrà da oggi avvalersi di una nuova risorsa: il progetto ChETEC-INFRA, network che si prefigge di facilitare la condivisione dei risultati ottenuti e delle metodologie utilizzate in questo campo d’indagine, aprendo così la strada a nuove scoperte. Finanziata nell’ambito del programma Horizon 2020 con 5 milioni di euro per i prossimi quattro anni, la rete riunisce 32 istituzioni di 18 paesi europei e farà parte della più ampia comunità di astrofisica nucleare già composta dai gruppi di ricerca statunitensi, cinesi e giapponesi. Tra gli enti coinvolti anche molte università italiane, l’INFN e l’INAF, che contribuirà all’iniziativa con le proprie competenze nella misura di abbondanze chimiche nelle stelle e nella modellizzazione dell’arricchimento chimico della Galassia.

ChETEC-INFRA costituirà un network tra le tre diverse tipologie di infrastrutture su cui si basa l’indagine sull’origine dei nuclei atomici: i laboratori astro-nucleari, che forniscono dati di sezioni d’urto di reazioni nucleari; i supercomputer, che eseguono calcoli di struttura stellare e nucleosintesi; i telescopi e gli spettrometri di massa, che raccolgono dati sull’abbondanza di elementi ed isotopi.  Questi strumenti rendono infatti possibile osservare, simulare o riprodurre le condizioni che contraddistinguono gli eventi, come il Big bang o le esplosioni stellari, in cui si verifica la formazione degli elementi chimici. Grazie alla nuova rete, che unificherà l’accesso alle risorse per mezzo di un nuovo portale web integrato, sarà perciò possibile superare le barriere derivanti dalle differenze tra gli approcci metodologici utilizzati dall’astrofisica nucleare. All’interno di ChETEC-INFRA, i dati verranno inoltre archiviati e catalogati per la sostenibilità a lungo termine oltre la fine del progetto e per le loro fruibilità in Open-access.

All’interno di questo vasto progetto, il contributo dell’INAF sarà fondamentale nel produrre il più importante vincolo osservativo alle teorie di nucleosintesi stellare: la misura delle abbondanze chimiche negli spettri stellari. In questo ambito INAF ha un’ampia esperienza e riconosciuta internazionale, ricordiamo per esempio il recente ruolo svolto nella GAIA-ESO survey e nella ormai vicinissima survey WEAVE. All’Osservatorio INAF di Trieste lo studio di spettri stellari è uno dei nuclei trainanti della ricerca fin dai tempi di Margherita Hack e proprio qui si creerà la nuova pipeline di riduzione dati stellari. Essa servirà come punto di partenza per un’analisi omogenea degli spettri stellari e sarà resa disponibile open source e accessibile con interfaccia web.

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