AIRES ha risposto alla consultazione indetta dal Ministero dello Sviluppo Economico in riferimento al “Piano voucher per la connettività in banda ultra larga di famiglie con ISEE fino a 50.000 euro e imprese”.

L’obiettivo della misura voluta dal Ministero è quello di promuovere e incentivare la domanda di servizi di connettività a banda ultra larga in tutte le aree del Paese e aiutare le famiglie a basso reddito a superare l’attuale divario digitale. Il Ministero prevede quindi l’introduzione di un sistema di voucher volti a coprire i costi derivanti dall’accesso a Internet ad alta velocità e all’acquisto di dispositivi elettronici aggiuntivi, come tablet o computer, per fruire del servizio.

Pur trattandosi di un intento lodevole e meritevole da parte del Governo, desta forte preoccupazione la scelta del Ministero dello Sviluppo Economico di affidare ai soli operatori di telecomunicazioni sia l’erogazione dei servizi di connettività che quello dei dispositivi elettronici aggiuntivi, senza lasciare al consumatore possibilità di scelta.

Nel documento inviato dalla AIRES al Ministero si sottolinea che la mancata libertà di scelta e controllo dell’utente sull’apparecchiatura finale rappresenta una significativa ed ingiustificata limitazione nella scelta per i consumatori che invece di poter contare sull’articolata pluralità di offerta di modelli disponibili sul libero mercato, sarebbero costretti ad operare una scelta obbligata fra il piccolo numero di apparati rivenduti dal loro fornitore di connettività. Tale scelta, inoltre, rischia di avere un effetto dirompente sulla concorrenza tra produttori e importatori di hardware con effetti pesantissimi ai danni dei rivenditori di elettronica di consumo.

Come evidenziato dal Direttore Generale della AIRES, Avv. Davide Rossi (nella foto): “Vincolare la fornitura dei dispositivi elettronici unicamente ai fornitori dei servizi di connettività è una scelta pericolosa, fortemente lesiva della libertà di consumo e della concorrenza tra operatori. Non è garantita la libertà di scelta e controllo dell’utente sull’apparecchiatura finale (principio che trova fondamento nell’art. 3, co. 1, del Regolamento (EU) 2015/2120). Il voucher dovrebbe essere invece realizzato in modo da prevenire effetti distorsivi sul mercato, permettendo all’utente di utilizzarlo presso l’operatore economico di propria scelta senza escludere indebitamente la gran parte degli operatori economici attivi sul mercato della produzione, dell’importazione e della distribuzione di prodotti hardware.

[…] Nel testo oggetto di consultazione è stabilito che per le famiglie “standard” sia erogato un voucher dall’importo pari a 200 Euro, destinato unicamente all’abbonamento a servizi che offrano una connettività pari almeno a 30Mps; per le famiglie a basso reddito, invece, il voucher è di 500 euro e, oltre che per servizi di connettività,  è destinato anche ad elementi hardware, ossia i tablet o pc, forniti dal medesimo operatore che ha offerto il servizio.

Invece di poter contare sull’articolata pluralità di offerta di modelli – e di produttori – disponibili sul libero mercato, i consumatori sarebbero costretti ad operare una scelta obbligata fra il piccolo numero di apparati rivenduti dal loro fornitore di connettività. Ciò, beninteso, ipotizzando ottimisticamente che il fornitore offra effettivamente una minima scelta, e non proponga invece un unico prodotto standard per tutti i clienti o comunque pochi modelli selezionati comunque da un unico fornitore. Affidare l’erogazione dei dispositivi aggiuntivi unicamente agli operatori di telecomunicazioni non è il modo più opportuno per garantire una migliore connessione internet per le famiglie. Al contrario, riteniamo che l’estensione dei voucher ad una gamma più ampia e completa di prodotti possa contribuire molto meglio all’interesse del consumatore. Inoltre, tale limitazione alla libera scelta di Modem, Tablet e Personal Computer è tanto più ingiustificabile considerando che Modem Tablet e PC sono apparati che rientrano nella “rete privata” che deve restare sotto il controllo dell’utente, e non devono essere obbligatoriamente agganciati alla “rete pubblica” del fornitore di connettività.

Dal momento che i voucher in oggetto sarebbero utilizzabili unicamente presso gli operatori di telecomunicazioni, osserviamo che tutte le altre società specializzate nella fornitura di dispositivi di elettronica di consumo siano di conseguenza escluse dal regime dei voucher. Poiché i rivenditori di elettronica di consumo e gli operatori di telecomunicazioni sono in diretta concorrenza tra loro nella vendita di ulteriori dispositivi elettronici, è evidente che se perseguita, la scelta conferirebbe agli operatori di telecomunicazioni un vantaggio di mercato sostanziale e ingiustificato.

È di tutta evidenza, infatti, che quando milioni di famiglie e imprese potranno avere gratuitamente connessione e apparecchiature messe a disposizione dagli operatori di telecomunicazione, le vendite di questi apparecchi subiranno un blocco quasi totale in tutti gli altri canali di vendita. Tutto questo potrebbe avere ricadute enormi, anche dal punto di vista occupazionale, verso un settore già messo a dura prova dalla concorrenza asimmetrica che subisce dalle piattaforme online.

Ad oggi i dati di mercato mostrano come i consumatori prediligano rivolgersi ai rivenditori ed acquistare i propri prodotti elettronici, magari anche ricorrendo al credito al consumo. Altre formule di vendita rateale o simili attuate dagli operatori telefonici ed elettrici hanno dimostrato di avere un decrescente favore da parte della clientela. Esiste il rischio potenziale che i consumatori siano lasciati in una condizione di dipendenza economica dagli operatori di telecomunicazioni, una volta utilizzato il loro voucher. Occorre considerare che, una volta che i dispositivi saranno assegnati ai consumatori, gli operatori di telecomunicazioni si troveranno in una posizione tale da poter imporre sanzioni in caso di risoluzione del contratto o in caso di passaggio ad altri operatori concorrenti. Inoltre, come ulteriore conseguenza, qualora le famiglie non rinnovino il loro contratto alla fine del periodo di finanziamento, è quasi certo che si troveranno nuovamente prive di dispositivi elettronici adeguati.

[…] Alla luce delle considerazioni esposte, si riteneo che il voucher in oggetto dovrebbe essere realizzato in modo da prevenire effetti distorsivi sul mercato, permettendo all’utente di utilizzarlo presso l’operatore economico di propria scelta. 

Riservando il voucher unicamente agli operatori di telecomunicazioni, oltre a limitare ingiustificatamente la libera scelta del consumatore si escludono indebitamente la gran parte degli operatori economici attivi sul mercato della produzione, dell’importazione e della distribuzione di prodotti hardware.

L’esperienza positiva e ben collaudata del Bonus Docenti potrebbe essere adattata alla fattispecie.  Si potrebbe infatti – molto facilmente anche da punto di vista della implementazione tecnica – consentire ai beneficiari del Bonus di destinare solo una parte di esso alla stipula di un contratto per la connettività. Con la restante capienza gli stessi potrebbero procedere all’acquisto (per l’intero costo se l’importo lo consentisse o allo sconto per il valore residuo ancora disponibile) di un Modem, di un Tablet o di un Personal Computer di propria scelta.

In questo modo, sarebbe pertanto possibile: rispettare alcuni principi cardine del Diritto della Concorrenza tra imprese, garantire agli utenti una piena libertà di scelta nel quadro della neutralità tecnologica, agevolare l’acquisto del dispositivo e non il suo utilizzo temporaneo legato alla durata del contratto di servizio stipulato.

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