Con provvedimento dello scorso 27 aprile, pubblicato il 16 maggio, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha chiuso una complessa istruttoria per abuso di posizione dominante nel settore della gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, accogliendo e rendendo vincolanti gli impegni proposti dal sistema di gestione collettiva dei RAEE Erion WEEE che incidono su alcuni aspetti chiave del funzionamento dell’intera filiera RAEE.

La vicenda trae origine dalla segnalazione inviata all’AGCM nell’ottobre 2020 dal sistema collettivo concorrente ERP Italia, che è stato assistito da Orrick con un team composto da Pietro Merlino, partner responsabile del dipartimento antitrust dello studio, e dalla managing associate Marianna Meriani.

Nella segnalazione, ERP portava all’attenzione dell’autorità di concorrenza nazionale quella che riteneva essere una sofisticata strategia abusiva posta in essere, prima, dai consorzi concorrenti Ecodom e Remedia e, quindi, a valle della fusione tra i due, dal loro successore giuridico Erion, finalizzata a marginalizzare e, in ultima istanza, a escludere i sistemi di gestione collettiva concorrenti dal mercato dell’offerta dei servizi di compliance ambientale ai produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Nel maggio 2021, facendo propria la posizione di ERP, l’AGCM avviava quindi un procedimento istruttorio nei confronti di Erion volto ad accertare l’esistenza di possibili violazioni dell’art. 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Come indicato da ERP, l’AGCM riteneva che Ecodom e Remedia, prima, ed Erion, poi, detenessero una posizione dominante tanto nell’offerta di servizi di compliance ambientale ai produttori di AEE quanto nella domanda dei servizi di trattamento dei RAAE offerti dagli impianti di trattamento. Sempre in perfetta coerenza con quanto segnalato da ERP, l’AGCM riteneva poi che la strategia potenzialmente abusiva si articolasse in diverse condotte, tutte funzionali all’esclusione dal mercato degli altri consorzi di gestione dei RAEE. E segnatamente nella clausola di miglior prezzo sistematicamente inserita da Erion nei contratti con gli impianti di trattamento, suscettibile di determinare un artificiale aumento dei costi sostenuti dai sistemi concorrenti, nonché nell’offerta ai produttori AEE di contributi ambientali sotto-costo, irreplicabili dai sistemi concorrenti, attraverso l’utilizzo strategico di riserve accumulate nel corso di esercizi precedenti, in un’ottica tanto di acquisizione di nuovi consorziati quanto di retention.

Con l’obiettivo di ottenere un provvedimento di chiusura dell’istruttoria senza accertamento di infrazione e senza imposizione di una sanzione, nell’ottobre 2021 Erion e alcune società ad esso collegate presentavano un set di impegni, poi modificati all’esito del market test, consistenti nell’abrogazione della clausola di miglior prezzo in tutti i contratti con gli impianti di trattamento, nonché nell’implementazione di una serie di misure tali da impedire un utilizzo strategico degli eventuali avanzi di gestione a fini escludenti.

Gli impegni presentati da Erion affrontano quindi, eliminandole, tutte le criticità concorrenziali segnalate da ERP all’AGCM. Come osservato da quest’ultima nel proprio provvedimento di chiusura dell’istruttoria, l’esito del procedimento rappresenta “un risultato di assoluto rilievo”suscettibile di vivacizzare le condizioni di concorrenza nella filiera della gestione dei RAEE, cruciale per un pieno sviluppo dell’economia circolare, consentendo a ciascun sistema di gestione collettiva dei RAEE di poter internalizzare eventuali efficienze generate nello svolgimento delle proprie attività e garantendo una piena contendibilità del parco dei produttori di AEE presenti a livello nazionale.

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