Secondo le stime preliminari, nel mese di aprile l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1,1% su base annua.
L’accelerazione tendenziale dell’inflazione si deve essenzialmente ai prezzi dei Beni energetici, la cui crescita passa da +0,4% di marzo a +9,4% a causa sia dei prezzi della componente regolamentata sia di quelli della componente non regolamentata; tale dinamica è solo in parte compensata dall’inversione di tendenza dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati e di quelli dei Servizi relativi ai trasporti.
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano e si portano entrambe a +0,3%.
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati, dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, degli Energetici non regolamentati e dei Beni alimentari, solo in parte compensata dalla diminuzione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti.
L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,2% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona amplificano la loro flessione, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano.
Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo registra un aumento su base mensile dello 0,9% e dell’1,0% su base annua.
L’aumento congiunturale dell’IPCA, più marcato rispetto a quello del NIC, è spiegato dalla fine dei saldi stagionali prolungatisi anche a marzo e di cui il NIC non tiene conto; i prezzi di Abbigliamento e calzature registrano infatti un aumento congiunturale pari a +5,1% e una flessione meno marcata su base annua.