Il Misery Index Confcommercio di aprile 2024 si è attestato a 11,5, in riduzione di tre decimi di punto su marzo, collocandosi al livello più basso da fine 2008. Il dato è sintesi di una riduzione della disoccupazione estesa e di un lieve aumento dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto. Dopo un periodo in cui il repentino rientro delle dinamiche inflazionistiche aveva amplificato gli impulsi positivi provenienti dal mercato del lavoro, nei periodi più recenti il rientro dell’area del disagio sociale sembra affidato prevalentemente alla possibilità di aumentare i livelli occupazionali e ridurre la disoccupazione estesa.
Ad aprile, sulla base delle risultanze della rilevazione continua sulle forze di lavoro, si registra un aumento di 84mila occupati sul mese precedente e una diminuzione di 55mila persone in cerca di lavoro. A questi andamenti si è associata una sostanziale stabilità degli inattivi. Queste dinamiche hanno portato a un ridimensionamento del tasso di disoccupazione ufficiale, sceso al 6,9%. Nello stesso mese le ore autorizzate di CIG sono state poco più di 37,3 milioni, a cui si sommano circa 780mila di ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà. In termini di ore di CIG e FIS effettivamente utilizzate questi dati hanno comportato una stabilizzazione, su marzo, delle unità di lavoro standard destagionalizzate. Il combinarsi di queste dinamiche ha determinato un miglioramento del tasso di disoccupazione esteso sceso al 7,6%.
Ad aprile 2024 i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno mostrato una variazione su base annua del 2,6%, in aumento di un decimo di punto rispetto a marzo. Dato che non desta particolari preoccupazioni in considerazione del fatto che, stando alle prime stime, a maggio la variazione dei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto si dovrebbe confermare al 2,6%.
In considerazione di una stabilizzazione dell’inflazione le dinamiche del mercato del lavoro restano fondamentali per l’ulteriore riduzione dell’area del disagio sociale. Allo stato attuale il trend di espansione del mercato del lavoro, iniziato nei primi mesi del 2021, non sembra mostrare segnali di inversione di tendenza. L’accresciuta richiesta da parte delle imprese che operano nei servizi a più alta intensità di lavoro potrebbe, infatti, continuare a favorire l’assorbimento di forza lavoro almeno fino ai mesi estivi.
Tale situazione potrebbe modificarsi con l’inizio dell’autunno nel momento in cui le criticità presenti in alcuni settori, evidenziate dal permanere delle ore autorizzate per le varie forme di integrazione salariale su livelli decisamente superiori a quelli del 2019, potrebbero dar lungo a un peggioramento.